Curiosità n°1:

La parola mummia, deriva dall’arabo mumiyya, che vuol dire “bitume” o “catrame di Giudea”. In alcuni luoghi questa pece essudava dalle rocce, come in Persia. Gli egizi avevano accesso a rifornimenti piuttosto ingenti potendo attingere risorse da un’area molto vasta. Non dimentichiamo infatti, che cinquemila anni fa si estraevano oro e rame in Palestina. Ora per noi naturalmente una mummia è un corpo conservato.

A volte le condizioni naturali concorrono a favorire questo processo; ad esempio in Danimarca o in Inghilterra dei corpi sono stati gettati nelle torbiere, e la torba ha conciato la pelle e gli indumenti preservandoli per mille anni. Con il clima torrido e asciutto presente in Egitto per buona parte dell’anno, i cadaveri potevano essere sepolti direttamente nella sabbia, senza essere sottoposti a trattamenti artificiali, e conservarsi bene. E’ quello che è accaduto nel caso di molti contadini le cui famiglie non potevano sostenere i costi dell’imbalsamazione: i loro corpi venivano mummificati dal clima. In realtà, oggi molti concordano che le sostanze chimiche utilizzate sui cadaveri non fossero poi così efficaci. Al contrario, il processo di mummificazione di un faraone era molto costoso e richiedeva quasi tre mesi. Per prima cosa, si estraeva il cervello attraverso le narici con un uncino metallico. Quindi, con un coltello dalla lama di pietra, si praticava un taglio nello stomaco per rimuovere gli organi interni (a volte venivano estratti attraverso l’ano). Dopodiché, gli organi venivano deposti in quattro diverse urne, i cosiddetti vasi canopi: uno per l’intestino, uno per i polmoni, uno per il fegato e uno per lo stomaco.

Nel cadavere, il cuore veniva sostituito da uno scarabeo di pietra, anche se a volte l’organo veniva reintrodotto perché gli egizi credevano che l’anima risiedesse nel cuore, non nel cervello. Infine, la salma veniva lavata e messa in ammollo in acqua salata per un mese, quindi fatta essiccare per un ulteriore periodo di due mesi. Trascorso quel tempo, era perfettamente “conciata”. Gli orifizi del corpo venivano tappati con lino o resina per evitare la contaminazione batterica, dopodiché il faraone veniva avvolto in bende di lino su cui veniva versata la pece.

Anubi presiedeva a tutto il processo. In alcune raffigurazioni lo si vede sorvegliare gli imbalsamatori mentre pesano il cuore del faraone su una bilancia d’oro.

E’ superfluo specificare che ogni fase dell’imbalsamazione era accompagnata da rituali. Era un procedimento molto complesso….e sicuramente un lavoro esagerato, solo per tenere lontano i vermi.

 

Curiosità n°2:

Gli egizi veneravano il Nilo considerandolo un giovane dio che ogni primavera, quando esondava, possedeva fisicamente la sua amante, la terra. Il vero Egitto, quello di un tempo, era un paese totalmente dipendente dal Nilo, una civiltà su un lembo di terra dove la vita non poteva essere garantita a più di due chilometri dalle sponde del fiume. Non dobbiamo sorprenderci quindi che gli antichi egizi venerassero il Nilo.

Ancora oggi per l’uomo moderno quel corso d’acqua è fonte di stupore. Il Nilo, uno dei fiumi più lunghi, più vari e più potenti del mondo, copre una distanza di quasi settemila chilometri. Il suo bacino, quell’ampia valle, corrisponde a un terzo delle dimensioni degli Stati Uniti, più di tre milioni di chilometri quadrati. Quaranta milioni di persone in Egitto, Sudan e Uganda dipendevano da esso per il proprio sostentamento. Il Nilo dunque aveva tutte la ragioni di essere venerato. Dalle piovose e umide montagne dell’Etiopia dove ha origine, il fiume costeggia vulcani fumanti, per scendere poi attraverso paludi così vaste da sfidare l’umana comprensione. Oltrepassa gli altipiani dell’Al Sudd, dove le tribù nilotiche vivevano in capanne di fango a forma conica, scorreva fra coccodrilli, guerrieri e membri delle tribù, fino a raggiungere il deserto piatto.

In realtà esistono due corsi d’acqua, il Nilo Azzurro e il Nilo Bianco, che si uniscono a Kartumn per proseguire dritto verso il Mediterraneo.

Un prodigio, una fonte di mistero, e l’origine feconda di tutto questo, il Nilo, come una madre ha dato vita a una delle prime grandi civiltà della storia dell’uomo.

 

Foto processo di mummificazione sotto licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International

Foto Nilo di Heinz Albers sotto licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported

Foto mappa Nilo di Hel-hama  sotto licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported