Per definizione la miniera è un luogo dove avviene l’estrazione di rocce e minerali, o combustibili solidi quali carbone e lignite di interesse economico, grazie a lavorazioni eseguite principalmente in ambienti sotterranei.

In precedenti post ci è già capitato di affrontare sotto una diversa angolatura questo tema ( Miniera di sale di Wieliczka ), e sicuramente alcuni di voi avranno anche avuto la fortuna di visitarne alcune.

Le antiche miniere infatti, spesso localizzate in luoghi molto panoramici e che a volte conservano resti delle infrastrutture utilizzate per l’attività estrattiva, oggi sono mete che riescono a coniugare l’interesse per l’archeologia industriale all’opportunità di splendide escursioni.

Ma quello che per noi oggi è solo turismo per altri in passato era la principale fonte di sostentamento ed era solo sinonimo di duro lavoro e sacrificio.

Prendiamo in considerazione ad esempio le miniere di carbone e tutti gli uomini che vi lavoravano.

La paga era buona, ma non si era quasi mai a casa; si era a 600 metri sotto terra.

Il brutto delle miniere è che non c’è vita laggiù.

Gli uomini venivano spediti in questi schifosissimi buchi in cerca di qualcosa di morto; così morto da essere composto di cose morte, e così vecchio ed inanimato da poter essere persino bruciato, come le loro vite.

E tutta quella morte, fatta di polvere e fuliggine, i minatori se la portavano sul viso, sulle mani, e dentro i loro polmoni.

Non c’è una foglia, né un ramo, né un fiore in quel mondo, e quando quei lavoratori riemergevano da quella tomba, quando finalmente risalivano nel mondo dei vivi, spesso venivano anche derisi, tanto da far tornare loro la voglia di rimettere la testa sotto la fuliggine.

Quello del minatore è sempre stato senza ombra di dubbio un lavoro infame.

Onore ai minatori e al loro sacrificio.