A Leonardo da Vinci (abbiamo già parlato di lui in un vecchio post di cui di seguito trovate il link Leonardo da Vinci e l’ultima cena) si attribuiscono decine di invenzioni, intuizioni eccezionali che il genio italiano disegna e analizza nei minimi dettagli, progettando ingranaggi, viti, bulloni, ruote, molle e indicando con precisione tutti i materiali da utilizzare.

Alcune di queste sono irrealizzabili perché hanno un peso eccessivo, sono troppo grandi o impossibili da manovrare, eppure ancora oggi stupiscono per la loro modernità.

Di seguito troverete dieci tra le sue più curiose invenzioni.

ELICOTTERO

In realtà sarebbe più giusto chiamarla “vite aerea”.

Leonardo sfrutta infatti il meccanismo della “vite di Archimede”, una spirale avvolta intorno a un perno che l’inventore siracusano aveva pensato per sollevare l’acqua o trivellare il terreno, e parte dalla convinzione che l’aria sia una materia con una consistenza e un peso proprio.

Attraverso il movimento di barre manovrate da quattro passeggeri, posti su una pedana al cui centro si erge la vite, l’aria viene spinta verso il basso e solleva la struttura verso l’alto.

Di fatto si tratta di una grande vela in lino, tesa su una spirale di fil di ferro agganciata ad una struttura in legno.

Malgrado sia una macchina perfetta, non ha mai volato. Il suo diametro di oltre cinque metri, la sua altezza e il suo peso eccessivo l’hanno tenuta ancorata a terra.

 

GIRARROSTO

Leonardo ha la capacità di sfruttare gli stessi elementi in molte situazioni.

La “vite di Archimede” non serve soltanto a volare o a sollevare l’acqua, ma può essere lo strumento ideale per cucinare la carne allo spiedo. L’aria riscaldata dal fuoco sale in alto, provocando una spinta che fa girare la spirale della vite, cuocendo così il cibo da tutti i lati alla perfezione.

Il movimento prodotto dallo spostamento dell’aria, è trasmesso alla vite da una ruota dentata, presenza costante nei meccanismi inventati da Leonardo.

 

PARACADUTE

Leonardo progetta un paracadute con il quale “ognuno potrà gettarsi da qualsiasi altezza senza alcun rischio”.

Si tratta di un ampio telo di lino tenuto aperto da un telaio di legno di forma piramidale. La sua altezza è simile a quella di una persona, il lato della base supera i sette metri. E’ enorme.

Nel 2000, Adrian Nicholas ha testato l’invenzione lanciandosi da un pallone aerostatico da tremila metri di altezza. Ha funzionato alla perfezione: la discesa è stata lenta e controllata, ma non fino all’ultimo. All’arrivo, per evitare di rimanere schiacciato sotto il peso della struttura (85 Kg), Nicholas ha percorso l’ultima parte del tragitto con un paracadute moderno.

Saggia decisione.

 

ATTREZZATURA SUBACQUEA

A Leonardo la terra sta troppo stretta, non gli basta camminare e nemmeno tentare di volare, arriva anche a progettare la maniera per permettere a un uomo di muoversi sott’acqua.

Nei suoi fogli compare un dispositivo per la respirazione sottomarina costituito da un tubo di bambù nel quale ha inserito una serie di anelli di ferro, per impedire che venga schiacciato dalla pressione dell’acqua.

Sulla sommità del tubo, una campana mantiene le bocche d’ingresso dell’aria sopra il livello del mare, mentre all’estremità opposta sembra di vedere un otre di pelle di maiale che funziona da riserva d’aria. Leonardo ha pensato anche alle bombole!

L’uomo in immersione respira grazie ad una maschera di pelle provvista di lenti di vetro.

In questo modo il sub può trattenersi sott’acqua per completare le operazioni militari di sabotaggio degli scafi delle navi nemiche.

Leonardo, che non si fida dell’animo crudele dell’uomo, ha quasi paura di questa sua invenzione, infatti accanto al disegno di questo progetto scrive: “non lo pubblico e non lo divulgo per le male nature delli uomini, li quali userebbero li assassinamenti nel fondo dei mari”.

 

GALLEGGIANTI PER CAMMINARE SULL’ACQUA

Leonardo crede che i miracoli siano possibili.

Affascinato dal racconto di Gesù che cammina sul lago di Tiberiade e placa una tempesta, inventa un sistema per muoversi sul pelo dell’acqua. Lo strumento ricorda molto da vicino gli sci, solo che al posto delle assi sotto i piedi dell’uomo ci sono due enormi galleggianti che lo tengono sollevato.

Negli appunti di Leonardo relativi a questa invenzione compare anche una figura che tiene in mano due stecche collegate ad altre due membrane piene d’aria, che permettono di spostarsi senza affondare. O almeno è quello che Leonardo spera.

Nessuno ci ha mai provato.

 

AUTOMOBILE

Pare si tratti di un meccanismo che Leonardo utilizza in occasione degli spettacoli e delle parate che organizza fin da quando lavora nella bottega del Verrocchio.

Sostenuta da tre ruote, una piattaforma di circa un metro e mezzo di lato contiene una serie di molle, fasce e bastoni che ricordano da vicino gli ingranaggi di un orologio. Attraverso una semplice spinta iniziale, gli elementi cominciano a muoversi in totale autonomia e permettono alla piattaforma di spostarsi da sola e, all’occorrenza, anche girare (ma soltanto a destra).

Leonardo può controllarla a distanza e stupire gli spettatori con questa macchina, antesignana dell’automobile.

 

PONTE MONUMENTALE

Dopo aver abbandonato Ludovico il Moro, Leonardo arriva a pensare di espatriare a Costantinopoli, città lontana e a lui ignota, pur di trovare un potente protettore.

Come aveva già fatto con il Moro, invia una proposta a Bayezid II, nella speranza che il sovrano si innamori del suo progetto e lo inviti a corte. Forse Leonardo sa che nel 1502 il sultano ha mandato alcuni agenti a Roma per reclutare ingegneri: decide allora di progettare un ponte colossale di oltre 660 metri di lunghezza, sostenuto da una sola campata, che avrebbe attraversato il Bosforo collegando Pera a Costantinopoli. Il primo ponte tra l’Europa e l’Asia.

All’epoca una costruzione di tali proporzioni supera qualsiasi ipotesi di fattibilità, ma per Leonardo non esistono limiti all’immaginazione. Non contento, collega a questa struttura monumentale anche mulini, dispositivi per pompare l’acqua (per prosciugare le cale dove attraccano le navi nemiche) e un ponte levatoio, per permettere il passaggio alle navi di qualsiasi dimensione.

Malgrado le difficoltà evidenti di questa idea, stavolta siamo certi che Leonardo l’abbia presentata al sultano, perché negli archivi del Palazzo Topkapi è stata ritrovata una lettera di un “infedele” che si dichiara “schiavo” e “servitore” di Bayezid II, allegando un progetto che a tanti sarà sembrato una pura follia.

 

BICICLETTA

Molti credono che il disegno dove appare una bicicletta sia un falso, o comunque non attribuibile a Leonardo.

Il sospetto deriva dal fatto che lo schizzo si trova su un foglio pieno di immagini oscene che potrebbero essere state tracciate dalla mano di Salaino, allievo di Leonardo.

Il modo in cui è stato ritrovato però è davvero curioso. Intorno al 1966 i monaci di Grottaferrata, che si stanno occupando del restauro di uno dei codici di Vinci, staccano due fogli che erano stati incollati in passato per nascondere alla vista certe figure erotiche. Su una delle pagine che appaiono, scoprono il disegno di una struttura provvista di manubrio e pedali, che producono una spinta trasmessa a due ruote tramite una cinta.

Magari non sarà del maestro fiorentino, ma di sicuro mostra tutti gli elementi meccanici su cui l’artista ha lavorato con l’idea fissa di permettere il massimo sfruttamento dell’energia prodotta dal corpo umano. Anche in questa bicicletta infatti, basta una leggera spinta con un piede per generare un movimento molto più lungo ed efficace di un semplice passo.

 

AUTOMA

Nelle cronache dei primi del Cinquecento, si racconta di un celebre leone meccanico che accoglie l’arrivo del re di Francia a Lione: si muove da solo per alcuni metri e poi si accascia, provocando l’apertura del suo petto, dal quale escono centinaia di gigli. Un modo scenografico per celebrare l’alleanza tra Firenze e la Francia.

Tanti sospettano ci sia lo zampino di Leonardo dietro questo automa, che pare ritorni qualche anno dopo in uno spettacolo organizzato dall’artista per la corte di Francesco I.

Tra i suoi disegni compare una sorta di uomo meccanico, che riesce ad imitare il movimento di un essere umano attraverso l’incastro di elementi in ferro e legno comandati dall’esterno. E’ il primo robot della storia.

Mark Rosheim, un esperto della NASA, lo ha ricostruito nel 2002: la sua somiglianza con gli automi moderni è impressionante.

 

RIFLETTORE

L’impegno di Leonardo nell’allestimento di spettacoli lo porta ad indagare tutti i campi dell’arte teatrale. Compone musiche, inventa coreografie, disegna costumi e macchine sceniche, arrivando a costruire “effetti speciali” eccezionali.

Una semplice scatola appesa a un gancio su una parete o su una struttura di legno ospita all’interno una candela. Su uno dei lati del contenitore compare una lente, che proietterà la luce all’esterno, aumentandone le dimensioni in modo esponenziale: un faro artificiale perfetto per illuminare una scena e lasciare gli spettatori a bocca aperta.

 

Foto scafandro per palombaro sotto licenza  Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International

Foto vite di Archimede di Silberwolf  sotto licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.5 Generic

Foto galleggianti per camminare sull’acqua sotto licenza  Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International