Charles Darwin è universalmente conosciuto per aver formulato la teoria dell’evoluzione delle specie animali e vegetali per selezione naturale, ma com’è ormai nostra consuetudine tralasceremo l’eclatante per concentrarci invece su avvenimenti meno noti ma non per questo meno interessanti.

Nello specifico parleremo di quando a soli ventidue anni, lasciatosi irretire dal fascino di terre lontane e dalla prospettiva di nuove scoperte scientifiche, accettò d’imbarcarsi sul brigantino Beagle con l’incarico di naturalista di bordo.

In realtà tutto per Darwin cominciò con quel viaggio a bordo del Beagle, e soprattutto con l’incontro fatale con una tribù fuegina della Terra del Fuoco.

I fuegini, incontrati da Darwin nei pressi dello stretto di Magellano, erano marinai e pescatori molto abili, che avevano esplorato i mari intorno alla punta estrema del Sud America e oltre.

Secondo un taccuino segreto di Darwin, custodito  al British Museum, il comandante del Beagle aveva ottenuto da loro la mappa di una sezione della costa antartica, oltre all’accenno a una regione libera dai ghiacci.

Deciso a rivendicarla per la Corona, l’equipaggio del Beagle era andato a cercarla, ma ciò che trovarono li spaventò a tal punto da essere cancellato per sempre dai resoconti del viaggio.

Cos’avevano scoperto?

Darwin non sopportava l’idea che quella scoperta sparisse per sempre, così conservò la mappa, insieme col suo taccuino segreto.

Solo una cerchia molto ristretta di scienziati ha avuto accesso a quei documenti, ma in gran parte ha giudicato troppo fantasioso il racconto di Darwin e non gli ha prestato fede.

Una reazione comprensibile, se si considera che il sito di cui parlava è rimasto nascosto per un altro secolo.

Il luogo a cui stiamo facendo riferimento è Hell’s Cape.

Nel secolo scorso, la reale linea costiera era occultata dallo spessore della copertura di ghiaccio; solo il disgelo degli ultimi decenni l’ha riportata alla luce, permettendo d’individuare la baia.

In un vecchio post abbiamo già parlato della Mappa di Piri Reis (Mappa di Piri Reis , se siete interessati alla lettura questo è il link), un antica cartina che indica che in un passato remoto, circa seimila anni fa, gran parte della costa era libera dai ghiacci.

L’ammiraglio turco che per primo ha cartografato la regione sosteneva di aver basato il suo disegno su mappe antichissime, alcune risalenti al IV secolo a.C.

A quei tempi, i micenei e i fenici erano navigatori e armatori sbalorditivi e viaggiavano in lungo e in largo con le loro gigantesche navi da guerra a remi. Dunque è possibile che abbiano raggiunto anche quel continente australe e registrato le loro scoperte.

L’ammiraglio Piri Reis si era affidato a mappe custodite presso una biblioteca di Costantinopoli, ma sospettava che le fonti più antiche provenissero dalla celebre biblioteca di Alessandria, prima della sua distruzione. Questo perché le annotazioni riportate su alcune delle mappe studiate a Costantinopoli suggerivano un’origine egizia. E secondo gli archeologi, gli egizi solcavano i mari fin dal 3500 a.C., dunque quasi seimila anni fa, il tempo in cui si presume che queste coste non fossero gelate.

Ma cosa centrano queste mappe con Darwin?

Tornato in Inghilterra, per lui era diventato un’ossessione scoprire qualcosa di più sul luogo che aveva battezzato Promontorio dell’Inferno. Ha raccolto e studiato mappe e documenti antichi, alla ricerca di un qualsiasi accenno a quel posto. Ha cercato anche d’indagarne la geologia unica.

A Hell’s Cape sono presenti delle caverne e quando Darwin si accinse ad esplorarne una, notò che era riscaldata dall’attività geotermica e che l’imboccatura era macchiata di rosso, per l’ossido di ferro contenuto nei vapori sprigionati da un mare ribollente di acqua salata e ferrosa nel sottosuolo.

Al capo opposto del continente si può assistere a un fenomeno analogo, le cosiddette Cascate di Sangue delle Valli Secche McMurdo.

Possiamo solo immaginare quanto doveva essere sembrato minaccioso una vista simile agli uomini vittoriani a bordo del Beagle.

La fissazione di Darwin per quel luogo ha avuto il sopravvento su tutto, tanto da indurlo a rimandare la pubblicazione del suo celebre trattato sull’evoluzione, L’origine delle specie.

Come sappiamo, dopo il viaggio del Beagle ha atteso vent’anni prima di dare alle stampe il suo capolavoro.

E questo non è certo stato per timore delle controversie. Probabilmente il motivo fu proprio a causa della sua ossessione.

Ma proprio la scoperta di Hell’s Cape e delle sue caverne può aver dato un contributo importante alla formulazione della sua teoria: l’evolvere delle specie per adattarsi a una nicchia ambientale, la sopravvivenza del più adatto come forza trainante della natura.

Di certo quei luoghi ne costituiscono una prova inconfutabile.

 

Foto cartina del viaggio del Beagle sotto licenza  Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International