“Sembra di stare su Marte”.
Questa è la tipica espressione che sentirete da chi osserva il Lago Mono, uno specchio traslucido di riflessi blu e verdi sulla cui sponda meridionale svettano alte stalagmiti di tufo, una foresta pietrificata cresciuta in cerchi concentrici intorno e dentro l’acqua.
Il paesaggio ha davvero qualcosa di alieno, ma di certo niente a che vedere con Marte, anche perché a differenza del pianeta rosso, la bellezza arida del bacino brulica di vita.
Si ritiene che il Lago Mono risalga a settecentosessantamila anni or sono, ma alcuni scienziati ne datano la formazione a più di tre milioni di anni fa, classificandolo come uno dei più antichi in tutti gli Stati Uniti.
L’area si estende per quasi duecento chilometri quadrati, eppure la profondità non supera i trenta metri.
E’ alimentato da un piccolo numero di sorgenti naturali e ruscelli, ma non sfocia a sua volta in altri corsi d’acqua.
L’equilibrio dei suoi argini dipende dall’evaporazione nei mesi caldi dell’estate; per questo le sue acque hanno un contenuto salino tre volte superiore rispetto all’oceano e un pH uguale a dieci, cioè un livello alcalino quasi pari alla liscivia.
La domanda a questo punto è: ci vive qualcosa nel lago?
Niente pesci, ma ci sono specie viventi.
La vita trova sempre il modo di riempire una nicchia ecologica, e il lago Mono non fa eccezione.
Per quanto inospitale, la sua miscela chimica di cloruri, solfati e arsenico sostiene un ecosistema molto ricco e complesso.
La vita comincia con la fioritura invernale di un’alga unica al mondo, dotata di un alta soglia di tolleranza all’acqua salmastra.
Se lo visitaste a Marzo, lo trovereste verde come un passato di piselli.
Poi un minuscolo gamberetto d’acqua salata, piccolo come un chicco di riso, riesce a consumare tutte le alghe, per poi divenire a sua volta nutrimento del predatore più ubiquo del lago: la mosca.
E tutti questi gamberetti d’acqua salata e mosche alimentano centinaia di migliaia di rondini, gru e gabbiani, che sostano nel lago nel corso delle loro migrazioni.
Il lago Mono offre un habitat a una grande varietà di specie e testimonia adattamenti ambientali unici, soprattutto nei suoi fondali fangosi, dove batteri esotici prosperano in condizioni apparentemente impossibili, in un terreno così tossico e privo di ossigeno da sembrare del tutto sterile.
E invece non lo è.
La vita vince sempre.
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