Lo Yellowstone National Park è il più grande parco nazionale degli Stati Uniti d’America, la madre di tutte le aree geotermali del continente, con le sue diecimila sorgenti calde, i duecento geyser e le innumerevoli altre bocche di vapore, fumarole ribollenti e vulcani di fango.
Metà dei geyser di tutto il mondo si trovano dentro questo parco.
Si tratta di un territorio vastissimo, più di ottomila chilometri quadrati.
Se osservassimo una cartina topografica del parco nazionale ci troveremmo di fronte ad una catena di montagne con al centro un vasto altopiano, il vero cuore geotermale dello Yellowstone.
La vallata fumante si estende per quattromila chilometri quadrati, un’area che potrebbe contenere tranquillamente l’intera Los Angeles.
Tuttavia non è una valle come le altre, quanto piuttosto una caldera, il cratere di un supervulcano nascosto sotto il parco.
La caldera di Yellowstone rappresenta un hot spot geologico, un punto in cui si assiste a una continua risalita di roccia fusa e incandescente del mantello, proveniente dal centro della Terra, che alimenta un’ enorme camera magmatica situata ad appena sei o sette chilometri di profondità.
Dai dati raccolti dallo Yellowstone Volcano Observatory, sappiamo che ci sono pure sacche di magma molto più vicine alla superficie, che determinano l’attività idrotermale della zona.
Grazie al gran numero di piogge che si abbattono ogni anno in quella zona, il calore va ad alimentare un enorme e antichissimo sistema idraulico, il più grande motore a vapore del mondo.
Quella forza ha già provocato enormi esplosioni idrotermali nella valle, una delle quali ha formato proprio il cratere dove si trova il lago Yellowstone, che è stato riempito grazie alla pioggia e all’acqua delle sorgenti.
Ma più in profondità, sotto il terreno, la pressione continua lentamente a crescere, man mano che sale la roccia fusa del mantello, accumulandosi all’interno di quella colossale camera magmatica, e prima o poi esploderà.
Un evento questo che a Yellowstone è accaduto tre volte negli ultimi due milioni di anni.
La prima esplosione ha aperto un foro sulla crosta terrestre delle dimensioni del Rhode Island.
L’ultima eruzione ha lasciato il continente quasi interamente ricoperto di cenere.
Queste esplosioni avvengono regolarmente come quelle del geyser Old Faithful.
Una volta ogni seicentomila anni.
Viene da chiedersi dunque; quand’è avvenuta l’ultima esplosione?
Seicentoquarantamila anni fa. Dunque siamo già in ritardo; non si tratta di capire se quel supervulcano erutterà, ma solo quando lo farà. L’eruzione è inevitabile.
I geologi raccolgono dati sin dal 1923. Di solito la terra attorno alla zona dello Yellowstone sale costantemente man mano che aumenta la pressione sotteranea ma, a partire dal 2004, il rigonfiamento cresce al triplo della media annua.
E’ il valore più alto mai registrato.
Il fondale di un versante del lago Yellowstone, che si trova sopra la caldera, è salito al punto di far fuoriuscire l’acqua dal versante opposto, uccidendo gli alberi.
Altre zone della foresta stanno morendo perchè il calore sotterraneo brucia le radici.
Le sorgenti calde lungo i sentieri hanno cominciato a bollire imponendo la chiusura di alcune passeggiate.
Vengono individuate bocche di vapore sempre nuove, osservate da aeroplani di passaggio, e nubi di gas tossici che hanno ucciso parte della fauna.
E’ una sorta di polveriera in attesa di esplodere.
Ma cosa succede se la caldera erutta?
Il cataclisma.
Per prima cosa sarebbe la più grande esplosione da più di settantamila anni.
Nel giro di pochi minuti, centomila persone verrebbero sepolte dalla cenere, incenerite dai flussi piroclastici caldissimi, o uccise dalla sola forza esplosiva.
I getti di magma raggiungerebbero un’altezza superiore ai cinquanta chilometri.
La camera magmatica rilascerebbe un volume di lava sufficiente a ricoprire tutti gli Stati Uniti con uno strato alto quindici centimetri.
Ovviamente però, la maggior parte di quel flusso rimarrebbe confinata agli Stati occidentali, cancellando l’intera regione del Nord-ovest.
Per il resto del mondo e del Paese, il vero pericolo sarebbe costituito dalla cenere.
I calcoli dicono che due terzi degli Stati Uniti potrebbero finire coperti da un metro di cenere, mentre la terra diverrebbe sterile e inabitabile.
Ma la cosa peggiore di tutti è che la cenere innalzata nell’atmosfera oscurerebbe il sole e diminuirebbe la temperatura terrestre di venti gradi, provocando un inverno vulcanico che potrebbe durare decenni, se non secoli.
Nel frattempo però, visitare Yellowstone con il suo ambiente che non ha pari al mondo (basti pensare al Fairyland Basin, con i suoi numerosi coni di geyserite che però è talmente isolato e a tratti inaccessibile che dagli anni 90 le persone che sono riuscite a visitare questo bizzarro e splendido bacino sono state meno di trenta), rimane un’esperienza straordinaria e unica.
Affrettiamoci quindi a visitarlo, prima che sia troppo tardi e sparisca per sempre.
Foto Solar glory di Brocken Inaglory sotto licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Foto Castle Geyser di Flicka sotto licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported, 2.5 Generic, 2.0 Generic and 1.0 Generic
Foto Old Faithful Geyser di Osservastro sotto licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International