Più o meno dal 1300 al 1700 si sono susseguiti quattro secoli di processi, torture e roghi.
La caccia alle streghe è stato un fenomeno storico che ha interessato vari luoghi del pianeta in tempi diversi.

In particolare però si usa quest’espressione per indicare il clima di repressione che attaccò soprattutto le donne in Europa e America del Nord a partire dall’epoca della Riforma protestante e della Controriforma cattolica.
Appena si parla di caccia alle streghe non può non venirci alla mente Salem, città nello Stato del Massachusetts teatro del più grande processo per stregoneria.
Ma come al solito noi tralasceremo l’eclatante per concentrarci su una storia meno conosciuta ma non per questo meno curiosa.
Nel luglio del 1728, al culmine di un periodo di persecuzione, una dozzina di persone (tra uomini e donne) abitanti della città di Szeged in Ungheria, furono condannati al rogo e bruciati su un isolotto al centro di un fiume.
Ancora oggi quest’isolotto è chiamato Boszorkànysziget, o isola delle streghe, per la quantità d’innocenti mandati a morte laggiù con l’accusa di stregoneria.
Oltre quattrocento persone subirono un simile supplizio sull’onda di quell’isteria collettiva.
A scatenare il panico fu, con ogni probabilità, la siccità, seguita da carestia ed epidemie, anche se alcune di quelle condanne avevano moventi personali e politici.
Che dire…una caccia alle streghe è un modo molto efficace di sbarazzarsi dei rivali.