Carl Sagan fu un famoso autore di fantascienza statunitense (tra le sue opere ricordiamo soprattutto “Contact”), ma le sue competenze non si limitarono certo alla scrittura di libri. È stato anche uno dei più famosi astronomi, astrofisici, astrobiologi e astrochimici del Novecento, ed è stato uno dei fondatori del Progetto SETI per la ricerca delle intelligenze extraterrestri.

E fu proprio Sagan a far apporre sulle sonde Pioneer 10 e Pioneer 11, rispettivamente nel 1972 e nel 1973, le famose placche in alluminio anodizzato con oro,  nell’eventualità che le due sonde venissero intercettate da esseri extraterrestri. Queste placche mostrano le immagini nude di un uomo e una donna, contornate da vari simboli che hanno il fine di fornire informazioni sull’origine delle sonde, come: la transizione iperfine per inversione di spin dell’idrogeno neutro, il numero binario uno, la posizione relativa del Sole rispetto al centro della galassia, un diagramma schematico del sistema solare e infine, dietro le figure degli esseri umani, è rappresentato il contorno della sonda Pioneer nella stessa scala così la taglia degli esseri umani può essere dedotta misurando la navicella.

Le sonde Pioneer sono stati i primi oggetti costruiti dall’uomo ad avventurarsi verso le regioni esterne del sistema solare. Nel 1977, in un certo senso l’iniziativa è stata ripetuta con il Voyager Golden Record, elaborando un messaggio più complesso e dettagliato veicolato da un disco fissato alle sonde Voyager e contenente suoni e filmati. Sostanzialmente stavolta si trattava di un vecchio disco per grammofono in vinile fatto completamente d’oro e lanciato nello spazio, in cui la NASA fece apporre una raccolta di immagini, suoni e musica nel caso in cui una civiltà aliena l’avesse trovato e avesse cercato di capire chi siamo (la sonda Voyager impiegherà 40 000 anni per arrivare nelle vicinanze di un’altra stella).

E ancora una volta, fu proprio Carl Sagan ad essere incaricato di scegliere cosa incidere sul disco. Fece inserire una varietà di 115 immagini di animali, di architettura, di cibo, e un gran numero di suoni naturali, come quelli prodotti dalle onde, dal vento, dai tuoni e suoni prodotti da animali, come il canto degli uccelli e quello delle balene. Con questi venne inserita una selezione musicale proveniente da diverse culture e diverse epoche (Chuck Berry, Bach, Mozart, Beethoven, musica tribale, elettronica, classica, persino una canzone nuziale del Perù), oltre ai saluti di abitanti della Terra in 55 lingue diverse. Ma la cosa più importante la scelse la moglie di Sagan, Ann Druyan. All’epoca, quando iniziarono a lavorare insieme, i due non erano ancora sposati e si innamorarono proprio in quell’occasione.

Lei aveva trovato un brano antichissimo, vecchio di 2000 anni, e quando lo chiamò per dirglielo si fidanzarono praticamente per telefono (sicuramente doveva essere un brano piuttosto sorprendente!!). Fu così che il giorno dopo quella telefonata, ad Ann venne in mente di mettere un’altra cosa su quel disco. Si era scoperto che si potevano misurare gli impulsi elettrici di un cervello umano e trasformarlo in un suono; così Ann meditò e registrarono i suoni del suo cervello, e durante quella meditazione pensò all’uomo che amava. Il risultato? Ancora adesso c’è una registrazione dell’amore tra lei e Carl che riecheggia in tutto l’universo.

 

Foto Ann Druyan sotto licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic