Prima o poi, tutti ci siamo avventurati nel mondo arcano dei tarocchi, con l’obiettivo bramato da tutti in ogni epoca: la conoscenza del proprio destino.

Non dobbiamo pensare però ai tarocchi come ai protagonisti di un romanzo fantasy, ma bensì come ai personaggi di un’avventura d’ambientazione altrettanto misteriosa e indecifrabile: l’animo umano.

Le magiche carte, o lame, racchiudono conoscenze che hanno accompagnato l’umanità in tutta la sua storia, dato che il segreto delle loro origini si perde nella notte dei tempi.

Poiché gli indizi per svelare questo mistero sono celati nella loro intima essenza, è bene ricordare cosa rappresentano.

Il mazzo è composto da 78 carte divise in due gruppi.

Il primo, che raccoglie i cosiddetti Arcani Minori, è costituito da 56 lame divise in quattro serie di 14. Ogni serie corrisponde ad un seme: spade, bastoni, coppe e denari, divenuti nella moderna versione da gioco picche, quadri, cuori e fiori.

Simile a questa versione è la numerazione da 1 a 10, con l’aggiunta di fante, cavaliere (scomparso nei mazzi più recenti), regina e re.

In questa divisione, al di là del significato esoterico, è facile vedere la rappresentazione delle classi sociali medioevali: il clero, rappresentato dalla coppa, sacro recipiente; il contadino dal bastone, suo abituale strumento di lavoro; il mercante dal denaro; la nobiltà dalla spada.

Ma è il secondo gruppo di carte, gli Arcani Maggiori, quasi certamente di epoca e provenienza diverse, a rivestire un ruolo preminente, almeno in funzione divinatoria.

I 22 simboli che lo compongono sono portatori di più di un significato che si raddoppia a seconda di come la lama cade: se dritta assume infatti valore positivo, se rovesciata, contrario.

Le interpretazioni si moltiplicano in maniera esponenziale poi, con l’accostamento delle altre carte che si condizionano a vicenda.

Non sono pochi i cartomanti che utilizzano solo questo gruppo di Arcani nella lettura del futuro, ritenendolo sufficiente per fornire le risposte desiderate.

Le prime 21 carte sono ordinate in sequenza con numeri romani a partire da I e raffigurano il Bagatto (o Mago), la Papessa, l’Imperatrice, il Papa, gli Amanti, il Carro, la Giustizia, l’Eremita, la Ruota della Fortuna, la Forza, l’Appeso, la Morte, la Temperanza, il Diavolo, la Torre, le Stelle, la Luna, il Sole, il Giudizio, ed il Mondo.

Ad esse si aggiunge il Matto, non numerato e contraddistinto dallo zero, considerato ora il primo ora l’ultimo della serie.

Ma da dove ha origine un quadro simbolico così complesso? 

L’unica cosa certa è che esso è il risultato di varie epoche e culture, ed ogni tentativo di identificarne un origine univoca è fallito miseramente.

Per i tarocchi il testo di riferimento sarebbe il tenebroso Libro di Toth, dal nome del dio egizio della sapienza dalla testa di ibis, venerato svariati millenni fa, che vi avrebbe raccolto incantesimi in grado di svelare tutti i segreti del creato e di dominarli tanto da diventare immortale.

Per annullare l’immenso pericolo che rappresentava, il libro sarebbe stato poi distrutto, forse proprio per volere di Toth, dopo che molti erano periti nel tentativo di carpirne il contenuto.

Di esso si sarebbe salvato però un riassunto sotto forma di immagini altamente simboliche incise su sottili tavolette d’oro (da cui il nome lame): i tarocchi.

Il fascino misterioso di queste carte è rimasto comunque immutato.

Ma a che cosa è dovuta questa fortuna tanto più duratura rispetto ad altre forme di divinazione?

Colui che le creò, secoli fa, ebbe l’intuizione di dare ad ognuna di esse un significato universale tale da renderlo valido in ogni epoca ed in ogni società.

Se è vero che i loro molti significati permettono di leggervi tutto ed il contrario di tutto, è anche vero che il loro carattere di archetipi, stimola l’immaginazione, facendo emergere dall’inconscio percezioni e sentimenti che forniscono all’interrogante possibili soluzioni ai propri problemi come una sorta di autoanalisi.

Quindi che si creda o meno nella loro efficacia, vale la pena di lasciarsi andare al fascino segreto di queste carte che, sebbene non sappiamo da dove vengano né chi le abbia tramandate, possono accompagnarci verso quella che resterà sempre l’ultima frontiera: la terra di conquista chiamata futuro.

 

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