Forse non tutti sanno che un tempo l’eroina era legale e la si trovava in ogni genere di prodotto, commercializzata con nomi rimasti famosi. C’era addirittura lo sciroppo per la tosse all’eroina, anche nella versione per bambini, che strano a dirsi non era più blando ma più forte.

I dottori lo prescrivevano ai bambini capricciosi, o per la bronchite, l’insonnia, il nervosismo, l’isteria e gli stati depressivi di qualsiasi tipo. I pazienti lo adoravano, era la migliore terapia di sempre. Milioni di persone ne erano diventate dipendenti e le case farmaceutiche facevano un sacco di soldi facili. Poi la gente aveva capito e all’inizio della prima guerra mondiale l’eroina legale era passata alla storia. Ma le case farmaceutiche non si erano scordate dei soldi facili, e impiegarono ottant’anni a reinserirsi nel mercato, entrando dalla porta laterale. In quel periodo l’eroina aveva una brutta reputazione, era legata agli squallori della malavita e a un gruppo di cantanti rock morti. Era sporca, per così dire, così ne avevano creato una versione sintetica, una copia chimica. Una gemella identica, uguale in tutto e per tutto ma con un nome lungo e pulito, lucido e brillante. La confezionavano in graziose pillole bianche.

A cosa servivano?

A sballarti ovviamente, però non potevano scriverlo sulla confezione, perciò dicevano che erano antidolorifici. Tutti provano dolore giusto? Non proprio. Non all’inizio. Il dolore non era ancora un problema importante: bisognava finanziare istituti, conferire borse di studio, convincere i dottori, dare potere ai pazienti. Alla fine aveva funzionato, e il dolore era diventato un problema importante. Autodiagnosticato e non verificabile, ma d’un tratto sintomo attendibile e significativo. Di conseguenza il mondo era stato invaso da tonnellate di eroina in confezioni da borsetta, con blister dal fondo di stagnola.

E’ bene sottolineare due cose molto importanti però. Primo, gran parte di questi medicinali va alle persone giuste per la ragione giusta. Nessuno può negarlo. I benefici esistono. Ma non si può neppure negare che molta sia finita fuori strada e sia dannosa. Secondo, non si dovrebbe mai sottovalutare il fascino di uno sballo da oppiacei. Chi vi scrive non lo ha mai provato ma dicono sia un’esperienza splendida. Ne parlano come se fosse la cosa migliore che sia mai esistita. Per alcune persone è quello che ci vuole per ripartire. E parlo di persone normali, che amano ascoltare la musica alla radio e guardare le partite in tv. Persone che sono state sedotte da quella graziosa pillola bianca. Li fa stare bene, forse per la prima volta nella loro vita. Sono persone semplici ma sveglie e presto hanno escogitato modi per stare ancora meglio. Hanno preso la versione a rilascio prolungato e l’hanno aperta per godersi subito l’intero sballo. Un paio di volte al giorno, magari tre. Poi hanno scoperto i cerotti da applicare sulla pelle, come quelli per smettere di fumare. Hanno un nome lungo e pulito sulla confezione, ma è la stessa roba per cui si metteva in fila il loro trisnonno. Una piccola dose che dura tutto il giorno. Te ne puoi mettere due, se vuoi, o anche tre, ma è meglio leccarli, succhiarli, oppure masticarli come gomme. Molto meglio in effetti, tanto che ne volevi di più rispetto a quelli che il dottore ti prescriveva. A questo punto sono già tossicodipendenti senza speranza, ma non nella loro testa. In parte è una questione di orgoglio: i tossicodipendenti sono altri, quelli con un ago sporco in un gabinetto.

Loro invece consumano un prodotto farmaceutico creato in un laboratorio da ragazze carine con le mascherine, che sollevano le provette verso la luce con uno sguardo stupito e interessato negli occhi. L’hanno visto in televisione, negli intervalli delle partite di calcio. In realtà corrono rischi peggiori, perché quei cerotti non sono fatti per essere leccati. Solo l’hanno scorso sono morte circa cinquantamila persone, gente comune. Quattro volte di più rispetto a quelle morte per reati commessi con armi da fuoco.

E’ possibile fare qualcosa?

Ovviamente si. Tracciare il percorso degli antidolorifici prescritti con ricetta, eliminare i medici corrotti e costringere gli altri a ridurre i giorni di prescrizione, stroncare i piccoli furti nelle fabbriche e sui mezzi di trasporto. In questo modo il mercato nero è quasi morto e quello dei medicinali attentamente sorvegliato. Un successo trionfale, se non fosse che la manna precedente ci ha lasciato con milioni di tossicodipendenti.

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