I codici maya sono i più rari tra tutti i manufatti dell’emisfero occidentale, e di gran lunga i più preziosi. I maya sono stati l’unica popolazione delle Americhe a sviluppare un complesso sistema di scrittura, un sistema buono, per giunta.

Erano in grado di scrivere qualunque cosa venisse detta. Sarebbero stati in grado di scrivere romanzi, poemi epici, storie, se solo avessero voluto (e forse l’hanno fatto). Un tempo, c’erano centinaia di migliaia di questi codici; oggi però, ne conosciamo soltanto quattro, che sono finiti in musei europei: il codice di Dresda,

il codice di Madrid,

il codice di Parigi

e il codice Grolier,

che però è talmente inferiore agli altri che molti esperti ritengono sia un falso. I primi tre però, sono zeppi di erudizione maya: matematica, astronomia, cosmologia, calendari, ecc.

Ma se si stima ci fossero centinaia di migliaia di codici maya, perché adesso ne conosciamo solo quattro?

Sostanzialmente perché c’erano due problemi. I codici erano dipinti su un tessuto ottenuto dalla corteccia di un fico selvatico chiamato Ficus glabrata.

Il tessuto veniva piegato in modo da ottenere delle pagine che poi venivano rivestite di una mistura bianca simile a stucco. In tal modo, i maya disponevano di fogli bianchi su cui scrivere. Erano migliori del papiro, buoni quasi quanto la carta. Ma i maya vivevano per lo più nella giungla umida, e quando i libri si bagnano, marciscono. Alcuni codici furono sepolti all’interno di tombe, alcuni a Copàn,

altri ad Altùn Ha nel Belize,

o a Uaxactùn, in Guatemala.

Il tessuto ottenuto dalla corteccia di fico marciva, lasciando frammenti di stucco dipinto che erano troppo piccoli e delicati per poterli ricostruire. Ma il problema più grosso giunse in nave; la conquista spagnola. I preti soprattutto, fecero il possibile per distruggere qualsiasi cosa avesse a che fare con le religioni indigene. Erano convinti che le divinità maya fossero dei demoni. Bruciavano qualsiasi libro trovassero e perlustravano ogni nascondiglio per essere certi di averli eliminati tutti. La cosa andò avanti dall’inizio della conquista dei maya, nei primi anni del 1500, all’ultimo decennio del 1600, quando si impadronirono delle ultime città. Ecco perché restano solo quattro codici.

I maya credevano fortemente in un aldilà in cui sarebbero stati premiati o puniti. Credevano anche che fossero le loro azioni a tenere l’universo in equilibrio. Buona parte delle conoscenze che accumulavano in libri di astronomia e matematica avrebbero dovuto impedire all’universo di finire fuori controllo e di distruggersi, come una macchina impazzita. Nella prima metà del 1500 l’universo dei maya sembrava sul punto di sfaldarsi, già da secoli. Tra il 750 e il 900 dopo Cristo si erano registrate terribili siccità, guerre e malattie. E poi arrivarono gli spagnoli, nel 1524, e fu come l’atterraggio degli alieni in un film dell’orrore. Erano determinati a distruggere tutto ciò che restava della civiltà maya e a uccidere o rendere schiavi tutti i popoli maya. Fu l’ultima di una lunga serie di maledizioni. Immaginate che creature potenti e simili a esseri umani giungano da noi a bordo di navicelle spaziali, uccidano o rendano schiavo chiunque trovino e poi si mettano a cercare ogni computer e ogni libro per bruciarli. Ecco dove finisce l’intera storia dell’arte di un popolo. Ecco dove finiscono i calcoli, l’algebra, persino l’aritmetica. Bruciano i libri di ogni religione: Bibbia, Corano Talmud, qualsiasi cosa. E la filosofia? Finisce tutto al rogo. Le poesie, qualsiasi storia mai scritta. In fumo. Fisica, chimica, biologia, medicina, storia romana e greca, cinese ed egizia. Tutto distrutto. sarebbe una prospettiva orribile. Saremmo di nuovo all’Età della pietra, senza possibilità di evolverci.

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Foto codice di Dresda di Lacambalam sotto licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International

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Foto Altun Ha di Michael Lazarev (Asmadeus) sotto licenza  Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic

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Foto quadro lotta conquistadores di Armando Lara Hidalgo sotto licenza  Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International