Un tempo, il rapporto tra streghe e cristianesimo non era così chiaro come si potrebbe credere.

All’inizio, le streghe non erano considerate il male a prescindere.

Infatti nell’Antico Testamento, re Saul chiede alla strega di Endor di evocare lo spirito del defunto profeta Samuele.

Nel Medioevo, le streghe erano spesso guaritrici erudite che coltivavano erbe officinali ispirandosi ad antiche tradizioni.

Persino durante la famigerata inquisizione spagnola, erano gli eretici a essere perseguitati e torturati più che le streghe.

Una lampante prova del confine poco netto tra Chiesa e stregoneria è il culto di santa Colomba, che prosperò in Spagna durante tutto il Medioevo, in particolare in Galizia, storicamente considerata una roccaforte delle streghe.

Secondo la leggenda, Colomba era una strega galiziana vissuta nel IX secolo, che fu toccata dallo Spirito Santo durante un pellegrinaggio a Roma in cui lo Spirito di Cristo le disse che sarebbe entrata nel regno dei cieli soltanto se si fosse convertita.

E lei si convertì, ma senza mai rinnegare il suo passato e continuando a studiare il mondo naturale e a guarire i malati; in parole povere a praticare la stregoneria nonostante avesse abbracciato il cristianesimo.

Alla fine però, pagò a caro prezzo la sua fede e venne martirizzata e decapitata, divenendo in seguito di fatto la “santa patrona delle streghe”.

Ancora oggi si ritiene che protegga le streghe buone (quelle che curano i malati con erbe, amuleti e incantesimi) e perseguiti quelle che praticano la magia nera per fini malvagi, e viene venerata nella sua doppia veste di strega e martire.

Ora che per vari motivi tutti noi stiamo entrando in una “nuova era di stregoneria”, potrebbe essere un buon momento per accenderle una candela.