Dal febbraio 1692 al maggio 1693, nel Massachusetts coloniale, venti persone (quattordici donne e sei uomini) furono accusate, condannate e giustiziate per aver praticato la stregoneria.
Anche se i famigerati processi alle streghe di Salem hanno lasciato un marchio indelebile nella Storia, furono solo il colpo di coda di un’isteria che aveva già interessato tutta l’Europa, dove nel corso di quasi tre secoli, più di sessantamila “streghe” furono bruciate, impiccate o affogate.
Questa lunga scia di sangue e morte, cominciata piuttosto bruscamente nel XV secolo, può essere imputata alla pubblicazione di un singolo libro, un manuale per cacciatori di streghe intitolato Malleus Maleficarum (il martello delle streghe).
Scritto nel 1487 da Heinrich Kramer, un frate tedesco, ricevette l’approvazione sia dell’università di Colonia, sia di papa Innocenzo VIII.
Stampato in numerose copie grazie alla recente invenzione del torchio tipografico, si diffuse rapidamente in tutta Europa e nelle Americhe, e ben presto cominciò a essere considerato la “bibbia” degli inquisitori, un vero e proprio vademecum in quanto spiegava come identificare, stanare, torturare e giustiziare streghe e stregoni, con una particolare enfasi sull’eresia femminile.
Numerosi studiosi lo ritengono uno dei testi più insanguinati della Storia, arrivando persino a paragonarlo al Mein Kampf di Hitler.
Fortunatamente, nel tempo il testo andò progressivamente perdendo il favore del papato e degli stessi membri dell’inquisizione, fino ad essere del tutto abbandonato, e le copie del Malleus Maleficarum, uno dei testi più vilipesi e famigerati della storia dell’umanità, ammuffirono dimenticate, segnando il colpo di coda finale di un’epoca morente caratterizzata da insensati spargimenti di sangue.