Avete presente quella curiosa sensazione che a volte si prova di aver già vissuto una particolare situazione o di aver già visto svolgersi sotto i vostri occhi quella tal scena in quel determinato luogo?

Tecnicamente questo fenomeno si chiama Deja Vù e la psichiatria tende a spiegarlo come una sorta di tilt cerebrale, una brevissima allucinazione causata probabilmente da uno stimolo anomalo della parte del cervello denominata amigdala, stimolo che a sua volta può essere provocato da un’errata interpretazione dei dati che riceviamo dall’esterno.

In pratica è come se il nostro cervello ogni tanto ci ingannasse dandoci una sensazione di familiarità che però non corrisponde al vero.

Ebbene, secondo un’altra teoria meno canonica, il Deja Vù sarebbe invece una prova lampante dell’esistenza della reincarnazione. 

Credere nella reincarnazione significa essere convinti dell’esistenza di un’anima immortale destinata a compiere un ciclo lunghissimo di trasmigrazioni da un corpo all’altro, vivendo numerose vite in forme anche diverse, che comprendono gli animali e persino le piante.

Secondo la religione induista, una delle grandi religioni istituzionalizzate che ha fatto della reincarnazione un punto fondamentale del proprio credo, questo ciclo di morte e rinascita, che viene chiamato Samsara, ha lo scopo di avvicinare progressivamente l’anima a Dio in quello che può essere considerato a tutti gli effetti un processo evolutivo dello spirito.

Questo lungo cammino, che culmina nella cessazione del Samsara una volta raggiunta la massima elevazione spirituale, è regolata dalla legge del Karma, secondo la quale il comportamento tenuto nel corso di una vita influenza la reincarnazione in una vita successiva.

In poche parole se una persona si comporta in modo disonesto e malvagio, sarà destinata a subire a sua volta dei torti in una vita successiva o regredire a uno stadio dell’evoluzione più primitivo, finendo magari nel corpo di un’animale o di un insetto o in quello di un vegetale.

Se invece la sua condotta sarà irreprensibile, si reincarnerà magari nel corpo di un asceta o di una persona destinata ad evolversi spiritualmente nel corso dell’esistenza. E via così, fino al ricongiungimento con l’Essere Supremo fatto di puro spirito.

Tra questi due opposti ci sono vite intermedie in cui non si è particolarmente evoluti spiritualmente, ma nemmeno si è troppo regrediti.

Né carne né pesce insomma, anche se, secondo la dottrina della reincarnazione, ognuno di noi può nel corso della sua esistenza tentare di raggiungere la via dell’illuminazione allo scopo di accorciare il numero delle trasmigrazioni nelle vite future.

Tuttavia, al di là delle convinzioni religiose pur rispettabilissime, quello che di solito ci colpisce di più parlando di reincarnazione è il racconto di coloro che sono convinti di avere ricordi delle loro vite precedenti.

Questo fenomeno è molto diffuso nei paesi in cui la reincarnazione è anche dottrina (di conseguenza l’India è in testa alla classifica), ma non mancano anche casi occidentali, i quali sono ancora più peculiari in quanto slegati dal contesto culturale tipico in cui si formano le menti in grado di recepire meglio questa credenza.

Per i cristiani ad esempio, la reincarnazione dovrebbe essere un’eresia, tuttavia esistono cristiani convinti di aver vissuto vite precedenti, il che sembrerebbe deporre a favore della buona fede del fenomeno.

Ma in che modo la gente si convince di aver già trascorso altre esistenze in questo mondo?

Abbiamo già parlato della sensazione di Deja Vù, ma a questo punto occorre fare un distinguo: il Deja Vù classico, quello più diffuso, consiste in realtà nella sensazione di aver già vissuto una data esperienza.

A questo punto però dovremmo pensare che la nostra vita precedente sia stata esattamente uguale a  quella che stiamo vivendo ora. La cosa è alquanto improbabile a meno di non ammettere che il ciclo di morte e rinascita riguardi una singola vita.

Diverso e più interessante, il caso di Deja Vù riguardante la sensazione di aver già visto un determinato luogo, magari una città.

E ancora più interessanti sono le sensazioni che alcuni provano recandosi in un posto in cui non sono mai stati, ma nel quale si sentono come a casa loro e di cui sono in grado di descriverne minuziosamente la topografia e i particolari.

In questo senso, uno dei più interessanti casi è quello di Dolores Jay, una donna originaria di Greenbush nell’Ohio.

Il marito di Dolores, cominciò a sottoporre la moglie ad ipnoterapia, allo scopo di alleviare i forti mal di schiena che la assillavano. In seguito a questo trattamento la donna iniziò ad avere fugaci visioni di se stessa in una vita precedente. Affermava di essere stata una donna tedesca di nome Gretchen Gottlieb, vissuta nel XIX secolo in Germania. Figlia del borgomastro del villaggio di Eberswalde, Gretchen era stata assassinata in seguito a torbide vicende politiche locali.

Quel che più era sorprendente era che Dolores fu sentita distintamente parlare in una lingua che si scoprì poi essere il tedesco, ed era perfettamente in grado di rispondere a qualsiasi domanda esprimendosi correttamente in quella lingua, che in teoria non avrebbe dovuto conoscere.

A fronte di questo straordinario fenomeno, le verifiche sul luogo non sortirono però molti risultati.

Vi erano numerose città con il nome di Eberswalde in Germania, ma non si riuscì ad avere alcuna notizia di un borgomastro di nome Gottlieb.

I racconti di Gretchen/Dolores erano molto frammentari e solo pochi particolari furono identificati tanto da consentire ai ricercatori di sviluppare poche, pochissime correlazioni con fatti accaduti e luoghi descritti.

Così pian piano cominciò a farsi strada anche l’ipotesi che Dolores in realtà fosse stata posseduta dallo spirito di quella fantomatica donna tedesca, ed è così che il confine tra reincarnazione e possessione spiritica diviene molto labile.

Attenzione però.

Abbiamo detto che il caso di Dolores Jay cominciò in seguito ad una seduta di ipnosi.

In effetti a quanto pare l’ipnosi ha un ruolo determinante nelle indagini sulla reincarnazione. In special modo la regressione ipnotica è a tutt’oggi il metodo più utilizzato per tentare di far luce sul fenomeno.

Bisogna però dire che è anche il più controverso.

Può un soggetto mentire sotto ipnosi?

Questo rischio per la verità esiste. Sotto ipnosi una persona può costruire una storia fantastica basandosi magari su pochi elementi rimasti sepolti nell’inconscio.

Sequenze di vecchi film o passaggi di libri che coscientemente non vengono ricordati, possono emergere durante la regressione ipnotica, contribuendo alla costruzione di una seconda personalità che il soggetto manifesta come se fosse la propria dando l’impressione di trovarsi di fronte a un reincarnato.

Può anche capitare che l’ipnotizzato cerchi di compiacere l’ipnotizzatore che in quel momento è chiaramente una figura dominante e, pur senza volerlo, inventi di sana pianta una storia densa di particolari.

Tuttavia quello che sconcerta è che a volte questi particolari corrispondono al vero.

E’ dunque realmente tutta una fantasia?

In line a di massima la scienza propende per lo scetticismo. Alcuni ricercatori chiamano in causa la memoria dell’inconscio collettivo, ma altri più bruscamente liquidano il tutto pensando a vistose frodi o, tutt’al più, a fantasie più o meno conscie.

Da un punto di vista parapsicologico invece, la reincarnazione è vista come una variante dei fenomeni di chiaroveggenza. In pratica alcuni soggetti particolarmente predisposti riuscirebbero a captare le sensazioni, rimaste impresse nel tessuto dello spazio-tempo, di persone vissute in altri tempi.

Altra teoria interessante è quella secondo la quale in realtà dopo la morte non sarebbe l’anima a trasmigrare ma solo la nostra memoria che vagherebbe nello spazio trasferendo a volte casualmente le proprie informazioni da una mente all’altra. Una sorta di memoria collettiva pronta a riemergere in determinate occasioni.

Azzardato?

Forse, ma ipotizzare non costa nulla.

 

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Foto ruota della vita buddista di Laurent Bélanger sotto licenza  Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International

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