L’impressionante Puerta del Sol si staglia al centro di Tiahuanaco, uno dei più interessanti siti archeologici dell’America Latina, che sorge a sud del lago Titicaca, in una zona della Bolivia popolata da gruppi etnici di lingua aymara.
Si tratta di un monolito finemente scolpito, alto 3 metri e largo 6, con un peso che si aggira attorno alle 45 tonnellate, e decorato da bassorilievi che rappresentano una divinità in lacrime che regge due bastoni, attorniata da figure che racconterebbero la storia dell’origine dell’umanità secondo i tiahuanacoti.
Tuttora nessuno è riuscito a capire (come per i casi del complesso megalitico di Stonehenge e delle statue dell’Isola di Pasqua) come antiche popolazioni abbiano potuto realizzare questo monumento.
Ma quando fu eretta questa colossale opera?
Sulla datazione sono state fatte ipotesi differenti: alcuni la fanno risalire a 15.000 anni fa, quando una civiltà dimenticata avrebbe costruito l’intera città come un unico, immenso tempio al Sole; altri a un’epoca altrettanto remota, in cui però Tiahuanaco sarebbe stata un porto commerciale (come dimostrerebbero costruzioni simili a enormi moli) su un vasto bacino continentale che ricopriva l’intera steppa andina e di cui oggi rimane il solo lago Titicaca; altri archeologi ancora, invece, al IX secolo d.C., riconducendo Tiahuanaco alle culture andine di quel tempo.
Qual’era la sua funzione?
Secondo gli archeologi che la ritengono più antica, era la rappresentazione del Disco Solare o un calendario astronomico.
Altri vi hanno visto finalità pratiche: misurare il tempo e regolare la vita agricola e religiosa locale.
Ma c’è anche la leggenda secondo cui sarebbe stata eretta dai giganti che in una sola notte costruirono l’intera città di Tiahuanaco, riproducendo lo schema del firmamento.
Foto Puerta del Sol di Juan Jorge Arellano sotto licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic