L’enigma fondamentale alla base della specie umana si può riassumere in una domanda: perché siamo dotati d’intelligenza?

L’evoluzione intellettiva dell’uomo resta un problema irrisolto tanto per gli scienziati quanto per i filosofi.

Certo, possiamo seguire lo sviluppo del nostro cervello dai primi ominidi fino agli albori dell’Homo Sapiens, circa duecentomila anni or sono. Tuttavia non conosciamo ancora la causa dell’improvvisa e inspiegata evoluzione nell’intelligenza della nostra specie, datata a cinquantamila anni fa.

Gli antropologi l’hanno chiamata “il grande balzo in avanti”.

Si tratta di una svolta nello sviluppo cognitivo, in cui assistiamo a un’inesplicabile esplosione di arte e innovazioni. Una sorta di Big Bang della mente umana.

Ma andiamo subito al sodo.

L’uomo moderno è comparso sulla scena circa duecentomila anni fa. Il nostro distacco dagli antenati ominidi è avvenuto molto in fretta.

Secondo delle ricerche recenti condotte da genetisti dell’università di Chicago, l’improvvisa comparsa dell’Homo Sapiens sarebbe attribuibile alla mutazione di appena diciassette geni preposti alla formazione del cervello. Sono pochissimi. Eppure, il loro cambiamento ha prodotto un effetto a cascata determinando, in un intervallo relativamente breve, centinaia di altre mutazioni in migliaia di geni.

Questo effetto a cascata ci ha fornito anche gli altri tratti esclusivi della specie umana.

La capacità cognitiva, la coscienza di sé, la consapevolezza.

Il che ci riporta al grande balzo.

Prima di allora, l’evoluzione umana era rimasta pressoché stagnante per centocinquantamila anni. Certo, costruivamo rozzi utensili di pietra, ma in tutto quel periodo non si conoscono opere d’arte, monili, ne altre decorazioni per il corpo, nessun rituale per la sepoltura dei morti.

Poi all’improvviso, le innovazioni si sono susseguite ad un ritmo forsennato.

Dagli utensili di pietra a quelli d’osso, nuove tecniche di conciatura delle pelli, polveri riscaldate per ottenere pigmenti di varie sfumature, scambi di conchiglie su vaste distanze per creare gioielli.

Di punto in bianco, le popolazioni preistoriche hanno cominciato a ornarsi di collane e braccialetti e a seppellire i loro cari con un ricco arredo funerario: cibo, utensili ed altre offerte.

E si è verificato il cambiamento più rivoluzionario in assoluto: magnifiche opere d’arte, grotte intere decorate da pitture rupestri con rappresentazioni realistiche del mondo naturale.

In quel momento è nata la vera umanità moderna.

La documentazione fossile evidenzia una vera e propria esplosione nell’arte, nella musica e persino nell’invenzione di nuove armi.

Ma cosa ha determinato il cambiamento?

Questo è un mistero.

Da un punto di vista anatomico, nessun cambiamento nelle dimensioni del nostro cervello spiega l’emergere inatteso di così tanta ingegnosità. I nostri cervelli non sono aumentati di volume, e sappiamo dalla documentazione fossile che la capacità della nostra scatola cranica è rimasta la stessa, prima e dopo il balzo.

Tuttavia, dev’essere capitato qualcosa di fondamentale per determinare il brusco picco d’intelligenza e coscienza.
Le ipotesi si sprecano, e sono state avanzate teorie di ogni genere.

Alcuni sostengono che l’improvviso progresso nell’intelligenza umana sia dipeso dall’introduzione di un’alimentazione migliore, più ricca di grassi omega 3, una sostanza preziosa per il cervello.

Altri lo attribuiscono a cambiamenti climatici, che ci avrebbero costretti a diversificare i comportamenti per far fronte alle pressioni ambientali.

Un’altra scuola di pensiero ritiene che il motivo sia stato la migrazione dei primi uomini fuori dall’Africa, che avrebbe esposto la nostra mente a nuovi stimoli e richiesto soluzioni più ingegnose per la sopravvivenza.

Ma il cambiamento potrebbe essere avvenuto anche in termini genetici, cioè con l’introduzione di nuovi geni derivanti da un’altra specie.

Più o meno nello stesso periodo, l’Homo Sapiens ha incontrato le tribù dei Neanderthal, con incroci reciproci.

Tutto questo può aver dato vita a un particolare fenomeno conosciuto come vigore dell’ibrido.

Se l’accoppiamento di due specie diverse produce prole (un ibrido appunto), questa manifesta tratti potenziati rispetto a ciascuno dei due genitori.

Non dobbiamo dimenticare però che anche le antiche popolazioni africane hanno partecipato al grande balzo in avanti, pur non avendo DNA neanderthaliano.

Il che ci porta al secondo mistero di questa svolta nella nostra storia.

Il cambiamento non è stato isolato. Si è verificato in modo quasi simultaneo presso tutte le popolazioni e le tribù umane sparpagliate nel mondo, diffondendosi in Europa, in Asia, e nel continente africano.

Questo come può essere spiegato?

L’ipotesi più accreditata è che il grande balzo sia dipeso da un misto di genetica e ingegneria sociale.

La prima scintilla del cambiamento globale deve essere scoccata con gli incroci tra specie e la comparsa di quegli ibridi vigorosi cui si accennava prima; individui unici che pensavano e agivano in modo diverso.

Questi a loro volta hanno ispirato rapidi mutamenti sociali, nell’arte , nei riti, nella costruzione di armi, tecniche poi insegnate agli altri e diffuse a livello planetario attraverso le migrazioni.

Sappiamo dalla genetica che i modelli di migrazione dei primi uomini non erano a senso unico. Venute dall’Africa, alcune popolazioni (comprese quelle portatrici dei marker neanderthaliani) hanno poi percorso la stessa strada a ritroso.

In questo modo il loro nuovo modo di pensare e le loro conoscenze innovative sono dilagati ai quattro angoli del mondo.

Ora però, è bene ricordare anche un evidenza a mio modo di vedere sconcertante.

Negli ultimi diecimila anni le dimensioni del nostro cervello si sono ridotte di un notevole quindici per cento.

Qual’è il significato di questo ulteriore cambiamento?
E quali sono le conseguenze per il nostro futuro?

Forse siamo sulla soglia di un secondo balzo in avanti.
O forse, e questo è allarmante, siamo condannati a regredire a condizioni più primitive.

 

Foto  Brain Motor&Sensory di BruceBlaus sotto licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported

Foto Evoluzione umana di Pequod76 sotto licenza GNU Free Documentation License