Negli stessi luoghi in cui padre Crespi svolse la sua missione evangelica, si tramanda una leggenda secondo cui alcune caverne segrete custodiscono una vasta collezione di tavolette di metallo e cristallo, una sorta di antica biblioteca.

Un certo Petronio Jaramillo sosteneva di averla visitata nel 1946, quand’era ancora ragazzo, guidata da un nativo shuar.

Per timore che venisse saccheggiata, aveva mantenuto il segreto per decenni. Infine aveva accettato di mostrarne la posizione a un gruppo selezionato di persone, ma solo a condizione che Neil Armstrong partecipasse alla spedizione.

Nel 1998 però, a poche settimane dalla data prefissata per la spedizione, Jaramillo fu ritrovato morto sulla soglia di casa. Assassinato.

Secondo alcuni, fu ucciso per tappargli la bocca. Altri credono che sia morto sotto interrogatorio, per non rivelare il punto d’ingresso del sistema sotterraneo.

Comunque sia andata, Jaramillo si è portato il segreto nella tomba.

Ma perché Jaramillo voleva a tutti i costi che Armstrong partecipasse alla spedizione?

Forse a titolo di garanzia, perché la sua fama e il suo prestigio lo ponevano al di sopra di ogni sospetto.
Però sembra strano che Armstrong abbia accettato di partecipare alla spedizione, considerando soprattutto che non era un archeologo, e che dopo la missione dell’Apollo 11 si era chiuso in se stesso, concedendosi solo a rarissime interviste.

Dunque cosa aveva di speciale quell’esplorazione per convincerlo ad uscire dal suo isolamento?

La risposta a questo quesito probabilmente è da ricercare proprio negli studi di padre Kircher.
Il reverendo padre infatti, studiando la Luna, era giunto alla conclusione che il nostro satellite non fosse un oggetto naturale.
Ma procediamo per gradi e cerchiamo di capire perché asseriva quanto detto sopra.
Vi siete mai chiesti perché, durante un eclissi solare totale, il profilo della Luna combaci al millimetro con la superficie del Sole?
Un allineamento così perfetto non vi sembra una coincidenza astronomica piuttosto strana?
Il fenomeno è dovuto al fatto che la Luna è quattrocento volte più piccola del Sole e si trova a un quattrocentesimo della distanza tra Terra e Sole.


Una corrispondenza sbalorditiva. Ma non è tutto.
Nel corso dell’anno, la Luna rispecchia con assoluta esattezza il movimento apparente del Sole.

Durante il solstizio d’estate, la luna piena si trova alla stessa angolatura e nel medesimo punto dell’orizzonte di un tramonto del solstizio d’inverno.
Anche questa simmetria sfida le leggi della probabilità.
Questo non basta certo a dimostrare la natura artificiale della Luna, ma i ricercatori non sanno nemmeno con certezza come si sia formata.

L’ipotesi più accreditata al momento, è la cosiddetta teoria del “Big Whack“, secondo cui un oggetto grosso come Marte sarebbe entrato in collisione con la Terra delle origini, facendo schizzare in orbita abbastanza materiale da generare un satellite.

Questo però non è plausibile per due motivi.

Uno: gli astronomi sono tutti concordi nel sostenere che l’impatto con un pianeta avrebbe accelerato la rotazione della Terra a una velocità molto superiore rispetto a quella attuale.
Per correggere quell’effetto e rendere accettabile la teoria, si è ipotizzato un secondo impatto, un pianeta delle stesse dimensioni che avrebbe colpito con identica forza la Terra dalla direzione opposta, frenandone la rotazione. Ma gli astronomi stessi ammettono che non esistono prove che l’impatto sia mai avvenuto; e questo ci porta al secondo problema della teoria.

Due: la strana quantità di materiale strappato dalla Terra per coagularsi nel suo satellite.
Strana perché, fatto curioso, nella forma definitiva la circonferenza della Terra risulta esattamente 366 volte (quasi quanto i giorni dell’anno) superiore a quella della Luna.
Per la precisione, nella sua orbita annuale intorno al Sole, la Terra ruota su se stessa proprio 366 volte.

Ma torniamo alla Luna, perché le stranezze del nostro satellite non sono finite.

La sua massa è più leggera del previsto. Il suo campo gravitazionale si alterna tra punti forti e deboli. Ha un nucleo di dimensioni troppo piccole. Eppure senza di lei, la vita sul nostro pianeta non potrebbe esistere.

I biologi ritengono che i cicli e i depositi di marea determinati dalla sua attrazione gravitazionale abbiano contribuito alla transizione delle creature viventi da acquatiche a terrestri.

Ma ancora più importante, gli astrofisici sanno che la massa orbitante della Luna intorno al nostro pianeta aiuta a stabilizzarne l’asse e a conservare la lieve inclinazione rispetto al Sole.

In sua assenza, le oscillazioni della Terra sarebbero più marcate, con fluttuazioni climatiche ed escursioni termiche estreme che avrebbero reso pressoché impossibile la formazione di organismi complessi.

Dunque senza la Luna, noi non saremmo qui.

Allo stesso tempo però, la sua perfetta simmetria e la sua stessa esistenza sono inspiegabili alla ragione.

Magari è stato proprio tutto questo ad attirare Neil Armstrong. Forse gli era capitato qualcosa, durante l’allunaggio, un’esperienza che lo ha spinto ad indagare più a fondo.

Non dimentichiamoci infatti che alla NASA, durante la missione Apollo 11, “mancano” due minuti.
Durante le riprese dell’allunaggio, un paio di cineprese si sarebbero surriscaldate, determinando due minuti di silenzio radio.
In seguito, alcune fonti hanno sostenuto che in realtà la NASA aveva interrotto di proposito le trasmissioni, per nascondere qualcosa che Armstrong e gli altri astronauti avevano visto al momento di mettere piede sulla Luna.

Ma cosa?

Probabilmente un mistero che riguarda la Luna stessa.
Come abbiamo già detto padre Kircher era convinto che il satellite avesse qualcosa di miracoloso. In gran parte per lui, la questione ruotava tutta intorno alle strane simmetrie tra la Luna e la Terra.

Lo stesso Isaac Asimov definì il curioso allineamento tra la Terra e la Luna come “la più improbabile coincidenza che si possa immaginare”.

 

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