Praticamente in ogni programma televisivo oggi assistiamo a dibattiti tra vari politici che sbraitando si muovono accuse uno contro l’altro, come se ognuno di loro abbia la soluzione ai problemi che attanagliano il nostro Paese, ma stranamente quei problemi continuano a persistere.
L’impressione che danno tutti questi pseudo “onorevoli” in realtà è quella di voler mantenere quella poltrona ormai divenuta simbolo di guadagno sicuro e duraturo, dimenticando in un lampo tutte le promesse fatte ai loro elettori, usati come pedine in macchiavellici giochi di potere.
Uno dei principi fondamentali su cui si basa il nostro Stato è che tutti gli uomini nascono liberi e uguali, una cosa che a ben pensare fa a pugni con le leggi della graduatoria, così visibilmente impressa su tutte le cose nell’universo sia morale che materiale.
Ciascuno di noi vota, vale a dire si impiccia degli affari pubblici, ma alla fine scopriamo che quello che riguarda tutti in realtà non riguarda nessuno e che la nostra Repubblica non ha nessun governo.
Insomma la circostanza profondamente preoccupante di questa Repubblica è la sorprendente scoperta che il suffragio universale da adito a manovre fraudolente, grazie alle quali è possibile l’accaparramento del desiderato numero di voti, senza pericolo di essere scoperti o ostacolati, da parte di un qualsiasi partito abbastanza disonesto da non vergognarsi per quella frode.
Questa semplice riflessione è sufficiente a portare alla luce una lampante conseguenza, e cioè che la disonestà è destinata a prevalere, e che quindi il nostro governo non può essere altro che un governo di disonesti.
Ma la cosa ancora più pericolosa, è che questi personaggi, “ladri nella legge”, che noi mettiamo a capo di un macchinoso ingranaggio, ci hanno ormai talmente assuefatto con i loro comportamenti ignobilmente truffaldini, che noi sembriamo ricavare una soddisfazione compiaciuta dal nostro stato di degrado.
Sono stati in grado di toglierci anche l’ultima scintilla di orgoglio, privandoci così anche della nostra individualità.
Ormai noi troviamo diletto nell’umiltà, e siamo diventati solo uno strumento di cui servirsi.
Niente di più.
Fortunatamente però negli ultimi tempi qualcosa sta cambiando; anche se ancora in pochi, qualcuno comincia ad alzare la testa.
I nostri politici devono ormai prendere atto che la maggior parte di noi fa parte di quella classe servile che rende possibile il loro stile di vita…che gli permette di vivere come loro credono di meritare.
Ma adesso basta; questa classe si è stancata.
Un vecchio adagio popolare recita:
“Se vuoi vedere un cattivo, fai arrabbiare un bravo“.
Ecco, il nostro paese è pieno di brave persone pronte a trasformarsi, e questo fa di tutti noi una polveriera pronta ad esplodere.
E personalmente spero che sempre più persone si sveglino da questa situazione letargica, e che lo facciano rapidamente, perché una delle cose che riconosciamo meglio col senno di poi, sono proprio le occasioni perdute.
Quindi proprio a te politico di ogni livello che mi stai leggendo, o amico interessato di quest’ultimo, lancio questo monito: “con una fiamma ci si può scaldare, ma ci si può anche bruciare, e ci sono fuochi che nel dubbio, sarebbe meglio non accendere mai”.
A tutti gli altri invece, voglio ricordare dei versi di Lord Tennyson:
“Stupida cosa il fermarsi, il conoscersi un fine, il restare sotto la ruggine opachi, né splendere più nell’attrito. Come se il vivere sia quest’alito! Vita su vita, poco sarebbe, ed a me d’una ora un attimo resta.”