“La paura è un’emozione primaria di difesa, provocata da una situazione di pericolo che può essere reale, anticipata dalla previsione, evocata dal ricordo o prodotta dalla fantasia. La paura è spesso accompagnata da una reazione organica, di cui è responsabile il sistema nervoso autonomo, che prepara l’organismo alla situazione d’emergenza, disponendolo, anche se in modo non specifico, all’apprestamento delle difese che si traducono solitamente in atteggiamenti di lotta e fuga. ”

Quella che avete appena letto, è la definizione letterale, e generale, di paura (che in quest’ultimo periodo caratterizzato dal coronavirus abbiamo imparato a conoscere bene visto che ormai serpeggia tra tutti noi).

Ma se vogliamo entrare più nello specifico, possiamo identificare cinque tipi diversi di paura.

Il primo tipo di paura è quella dell’ignoto; quando tutto è incertezza, sorpresa, e non sai mai cosa sta per accadere.

Il secondo tipo di paura è quella che proviamo quando altri hanno il controllo delle nostre vite, ossia il timore di essere vulnerabili, sottratti di ogni risorsa.

Il terzo tipo di paura è quella che gli altri non abbiano il controllo di loro stessi.

Quando le persone giocano secondo le regole della società, ne abbiamo meno paura, ma quando non lo fanno ci spaventiamo.

Gli psicopatici ad esempio non hanno il controllo del loro comportamento e pertanto non possiamo ragionare con loro.

Non sono trattenuti dai freni della legge e della morale.

La paura poi aumenta quando a perdere il controllo sono le persone  cui siamo vicini.

Questo perché un omicida casuale o un altro criminale sono già abbastanza spaventosi, ma quando sono le persone conosciute, con cui siamo in intimità, a cominciare a comportarsi in modo strano e minaccioso, siamo ancora più terrorizzati.

Il quarto tipo di paura risiede nella mancanza di controllo di noi stessi.

Pensiamo all’impulso inesplicabile a gettarsi da un ponte o da un precipizio; una spinta che tutti, in un modo o nell’altro, abbiamo provato.

Sostanzialmente stiamo parlando della perdita di autocontrollo.

Il quinto tipo di paura racchiude invece una categoria più vasta, che potremmo definire come “icone del terrore”.

Si tratta di immagini, spesso clichè, che evocano terrore a seguito di un imprinting o perché abbiamo imparato a temerle (il buio, l’occulto, il sangue, una cella senza finestre, lo scenario gotico e isolato della casa di campagna, alcune particolari bambole, gli echi del male associati a un luogo specifico, varie fobie, ecc.).

Tutti questi tipi di paura esaltano un elemento comune, ovvero il rischio di perdere qualcosa di importante se la minaccia incombe.

Possiamo però trovare anche un lato positivo in tutto questo.

L’emozione generata dalla paura può essere catartica ed esaltante.

 

Foto medieval ghost di Gallowglass  sotto licenza  Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported