Sin da quando il nostro benemerito “Super” Mario Draghi è salito a capo del governo, molti hanno notato come il nostro Paese sia sprofondato in una sorta di dittatura camuffata. Molti invece, soprattutto tra i politici desiderosi di conservare poltrona e lauto stipendio, sono corsi a difendere il premier e a sottolineare che l’Italia resta sempre un esempio di democrazia e parlare di dittatura è semplice propaganda. Forse però è il caso di fare una riflessione. La politica americana è dotata di uno strumento chiamato executive order (ordine esecutivo), la cui esistenza all’interno di un regime democratico è alquanto contraddittoria. Attraverso l’ordine esecutivo, in tempi di emergenza, ma anche in periodi di pace, il presidente degli Stati Uniti può decidere la politica nazionale e farla applicare all’istante, senza alcun controllo. In passato questo modo di agire veniva riassunto con l’espressione: “colpo di penna, o legge della terra”. Il primo ordine esecutivo fu quello con cui George Washington, l’8 giugno 1789, incitò i capi dei vari dipartimenti federali a creare uno Stato dell’Unione per la nazione appena nata. Nel 1863 Abraham Lincoln emise quello che è passato alla storia come il Proclama di emancipazione, che restituì la libertà a tre milioni di schiavi. Poco meno di un secolo dopo Franklin Delano Roosevelt ne emanò uno di 550 parole con il quale ordinava al governo degli Stati Uniti la reclusione di oltre centoventimila cittadini e residenti di discendenza giapponese in campi di concentramento costruiti nella regione occidentale del paese. In tempi più recenti forti polemiche ha sollevato l’ordine esecutivo emanato da George W. Bush nel 2001, con il quale si limitava fortemente l’accesso pubblico ai documenti dei precedenti presidenti. Potremmo continuare con gli esempi, notando come col tempo tale strumento venga abusato utilizzandolo come un modo occulto per creare delle norme giuridiche senza l’intervento del Congresso, oppure modificando i fini di norme già approvate anche in questo caso esautorando le prerogative costituzionali del Congresso. E’ un potere terribile da esercitare, tale da avere ripercussioni storiche. Unica nota positiva è che, al pari degli atti legislativi e dei regolamenti amministrativi delle agenzie federali, gli ordini esecutivi sono impugnabili di fronte all’autorità giudiziaria per violazione della Costituzione, sempre che si trovi qualche giudice non ammanicato con i poteri forti. E in Italia? Guardate quello che sta succedendo sempre più spesso in Parlamento con il voto di fiducia. Fate voi il giusto paragone con l’ordine esecutivo e ditemi se il Parlamento non viene svilito da questo modo di procedere che porta poi a decisioni del tutto incostituzionali che trasformano l’Italia da una democrazia a una dittatura “light”.