Siamo soli nell’universo?  L’universo è un posto molto vasto, è più grande di ogni cosa che chiunque abbia mai immaginato fino ad ora. Se ci fossimo solo noi, sarebbe uno spreco di spazio. Ma allora se nell’universo ci sono almeno 100 miliardi di galassie, contenenti ciascuna fino a 1000 miliardi di stelle, dove sono tutti? Se ci sono così tante civiltà evolute, perché non ne abbiamo ancora ricevuto le prove, come trasmissioni radio, sonde o navi spaziali? Perché nessuno ci ha mai contattato finora? Su queste domande si basa il cosiddetto paradosso di Fermi, sollevato nel 1950 dall’omonimo fisico italiano.

Le soluzioni a questo paradosso sono molteplici. La più semplice è che la probabilità che la vita si evolva spontaneamente nell’universo, fino a produrre una civiltà intelligente, sia molto bassa e quindi siamo realmente soli. Un’altra risposta plausibile al paradosso di Fermi è che altre forme di vita intelligenti esistano, ma siano troppo lontane nello spazio e nel tempo, rispetto a noi, per contattarci (non dimentichiamoci infatti che l’universo è considerato in continua espansione).  Vi è poi la possibilità che queste civiltà extraterrestri esistano, ma che non vogliano in alcun modo comunicare, né farsi vedere. E infine, un’ultima soluzione al paradosso di Fermi è  che la nostra tecnologia non sia ancora in grado di ricevere comunicazioni da una civiltà aliena. Tutte queste ipotesi sono meritevoli di considerazione. Ma qualora esistessero altri esseri intelligenti, quale sarebbe il modo migliore per individuare forme di vita in una galassia in gran parte vuota? Nella primavera del 1962, John R. Samuel propose per la prima volta la teoria del messaggero, secondo la quale in breve si dovrebbe inviare una sonda che al suo arrivo si replichi per poi diffondere le copie su altre stelle in un’esplorazione esponenziale. Attenzione però, perché questa teoria presenta anche delle insidie. Ammettiamo esista una civiltà che abbia propositi ostili e che voglia individuare forme di vita ma non permettere loro di raggiungerla. In questo caso la teoria del messaggero si presterebbe a spedire sul nostro pianeta anche un possibile virus in grado di replicarsi e decimare la popolazione, fungendo così da muro per impedire alla nostra specie di seguire il suo legittimo destino tra le stelle. Insomma ragazzi, da qui non se ne esce!!