Anche quest’anno il Natale, che rappresenta per molti il periodo più bello dell’anno, è passato. L’atmosfera si è riempita di magia con gli addobbi, i regali, le luci e si è respirato ovunque aria di gioia e allegria.
Il tempo del Natale è il tempo della famiglia, della condivisione, ma per molti anziani durante le feste non è così: in questo periodo dell’anno la loro fragilità si carica di peso e di profonda tristezza perché costretti a trascorrere il Natale lontano dagli affetti più cari. Il numero degli anziani che si ritrovano soli durante le festività è elevato e il disagio e la malinconia per le sedie ormai vuote attorno ad un tavolo un tempo ricco di allegria e compagnia portano con sé dolore e amarezza.
L’invecchiamento, infatti, in molti casi si accompagna a un indebolimento della propria rete di sostegno familiare e sociale: può accadere che il coniuge e gli amici più cari vengano a mancare, che i figli vivano lontano, che alcune malattie riducano l’autonomia, la memoria e le possibilità di coltivare relazioni e interessi, costringendo l’anziano a una vita di isolamento.
Una condizione che può diventare ancora più dolorosa durante le feste di Natale, quando la lontananza dai propri affetti può farsi sentire maggiormente ed essere particolarmente difficile da sopportare. Non dimentichiamoci che la vita è piena di buchi. Anche nei momenti migliori, l’esistenza di ogni essere umano non è mai un arazzo impeccabile fatto di giorni, mesi e anni intrecciati alla perfezione tra loro, dai colori sempre brillanti. Accade invece che nel corso del tempo l’età consumi parti di questo arazzo, che le preoccupazioni ne tirino i fili e le deformino, che si logorino fino a diventare incomprensibili. E in tutto ciò la memoria si rivela essere subdola e ingannevole: colma le lacune, rammenda gli strappi, rattoppa i buchi, spesso con storie che non sono vere, ma solo necessarie.
Sono il filo indispensabile per creare un insieme con cui poter convivere. Ora pensiamo a tutte quelle persone ormai in là con l’età, che non sono nel momento migliore della loro vita. Il loro arazzo è pieno di buchi. Anche se non serbano nessun ricordo di noi, non significa che non ci portino nel cuore. Il fatto che non rammentino ogni dettaglio della loro lunga storia non la rendono meno vera. C’è sempre qualcosa che li ancora al loro passato, che impedisce loro di dimenticare, e che ricorda loro la persona che sono stati un tempo. Non lasciamo i nostri anziani soli quindi, soprattutto durante le feste, perché non si muore solo per malattia, ma anche per l’abbandono e la solitudine.
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