Nel periodo che va dal 1519 al 1521, un esercito comandato dal conquistador spagnolo Hernán Cortés, in nome del re di Spagna, si accinse a conquistare il Messico prestando particolare attenzione al regno di Montezuma, imperatore degli Aztechi.

Montezuma era senza ombra di dubbio un personaggio fuori dagli schemi; un uomo alto e snello, con un palazzo nella giungla talmente vasto che il solo attraversarlo estenuò i conquistadores. Nessuno spagnolo è mai riuscito a vederlo tutto. Montezuma aveva mille mogli, delle quali solo due erano legittime; quanti figli avesse, nessuno lo sapeva. Diventato re a trentasei anni, il suo potere era assoluto. Le voci, le storie, le leggende intessute attorno al suo potere sono infinite; si raccontava addirittura che potesse cambiare a piacimento il proprio sesso, trasformandosi in una donna. E possedeva un tesoro incommensurabile.

Quando morì, il saccheggio del suo tesoro era già iniziato. Nel rispetto di un accordo precedente, un quinto del bottino (il carico di due navi) fu inviato direttamente a Carlo V re di Spagna. Nelle cronache originali si narrava che tra questo tesoro era presente anche un enorme smeraldo tagliato a forma di piramide (rinvenuto incastonato in un teschio noto con il nome di “tribunale di Dio” perché i giudici aztechi se ne servivano per decidere l’innocenza o la colpevolezza in caso di accuse), di dimensioni tali che la base era grande quanto il palmo di una mano. Questo ne fa uno degli smeraldi più grossi esistenti al mondo.

Cortés fornì una descrizione della pietra e la inviò a Carlo V via nave. Il vascello fece scalo alle Azzorre e poi, in rotta per la Spagna, fu catturato da un corsaro francese. La pietra fu trovata e confiscata. In seguito entrò a far parte dei gioielli della corona di Francesco I, sua maestà cristianissima. Cristiano sì, ma non immune da qualche piccola ruberia. Un’onorata usanza religiosa. Da questo momento il gioiello rimase in Francia fino alla rivoluzione del 1789, dopodiché andò perduto, presumibilmente fu distrutto. Alcuni storici ritengono che qualche mercante di second’ordine sia entrato in possesso dello smeraldo e, ignaro del suo valore storico, lo abbia tagliato per ricavarne una serie di pietre più piccole.

 

Foto smeraldo di thisisbossi sotto licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic

Foto smeraldi di Mauro Cateb sotto licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported