Avete mai fatto caso allo scorrere del tempo?

Quando vi siete accorti che il tempo stava passando più velocemente di quanto avevate pensato fino a quel momento?

E non mi sto riferendo semplicemente alle ore o ai giorni, ma agli anni.

Se volessi dare una risposta macabra alle domande appena poste, sarei portato a dire: “quando vedi che le persone attorno a te cominciano a morire”.

Personalmente però, la consapevolezza che il tempo stia “fuggendo” deriva da avvenimenti molto più semplici e decisamente meno lugubri.

Un tempo quando andavo al campetto a fare una partita con gli amici, tutti mi salutavano con un semplice ciao, mentre ora che si son inseriti anche ragazzi più giovani mi sento accogliere da un molto più formale buongiorno/buonasera.

Un saluto rispettoso, che un tempo anch’io riservavo alle persone più “grandi”.

Riflettendoci però, sono arrivato alla conclusione che la percezione del passare del tempo è un fatto molto individuale.

Sono nato nel 1974 e a me personalmente non sembra un avvenimento così antico; mi pare anzi che basti gettarmi un’occhiata dietro le spalle per ritrovarlo…ma per altri,  secondo altre prospettive, gli anni passati da allora appaiono come un periodo di tempo alquanto lungo.

Nel 1974 il presidente italiano era Giovanni Leone e quello americano Gerald Ford, e a dettar legge in Iran c’era ancora lo scià.

John Lennon era vivo, e c’era anche Elvis Presley.

In quegli anni erano stati inventati i videoregistratori, e gli addetti ai lavori già predicevano che quando si fossero diffusi i VHS alla fine sarebbero stati rapidamente soppiantati da altra tecnologia.

Nonostante tutto l’idea che presto la gente avrebbe affittato film popolari come in passato noleggiava romanzi famosi in biblioteca era ancora di là da venire.

In quegli anni ancora non avevano fatto la loro comparsa i primi capelli bianchi sulla mia testa, ne i primi peli bianchi nella mia barba.

Mio fratello minore, che adesso è più alto di me ed è diventato padre, nemmeno esisteva, sarebbe nato dieci anni dopo.

Il tempo ha una sua speciale plasticità, per cui tutto quel che gira prima o poi torna.

Il tempo rappresenta un enigma così inaccessibile che anche osservazioni puerili come quelle che ho appena fatto conservano un eco struggente.

Una cosa non è cambiata nel corso di tutti questi anni,ed è probabilmente la ragione principale per cui certe volte a me sembra che di tempo non ne sia passato poi molto.

Faccio ancora le stesse cose che facevo allora, anche se sicuramente ne so di più.

L’unico aspetto negativo che vedo fin’ora, purtroppo, è l’effetto corrosivo che il tempo può avere sul cuore umano; le ombre che esso proietta sul presente, ombre nelle quali talvolta crescono cose sgradevoli e cose ancora più sgradevoli si nascondono e ingrassano.

Non per questo sono cambiati i miei interessi, e la maggior parte delle mie convinzioni si sono casomai rafforzate.

Credo ancora nell’essenziale validità dell’amore, e credo ancora che sia possibile stabilire rapporti fra le persone e che gli spiriti che albergano in esse talvolta riescano a toccarsi.

Credo anche che il prezzo da pagare per allacciare questi rapporti sia spaventosamente, indecentemente alto, ma che quello che si ottiene in cambio superi di gran lunga qualunque prezzo si sia pagato.

 

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