Lo Smithsonian Castle, è un’imponente costruzione in arenaria rossa eretta nel 1849 a Washington, nei pressi del National Mall.
Sulla scia di questo venerabile edificio, è successivamente sorto l’enorme complesso di musei, centri di ricerca e laboratori dello Smithsonian Institution.
Tuttavia, prima della sua realizzazione, e per l’intera durata della guerra di secessione americana, tutte le collezioni dello Smithsonian erano ospitate all’interno del castello.
Ma dove ha davvero avuto origine questo fulgido lascito alla scienza?
Strano a dirsi, non è stato fondato da un americano, ma da James Smithson, un eccentrico chimico e mineralogista britannico, membro stimato della British Royal Society, che viaggiò in lungo e in largo per l’Europa per mettere insieme una vasta collezione di minerali che ha poi donato agli Stati Uniti insieme con tutti i suoi averi.
Alla sua morte, nel 1829, Smithson ha lasciato mezzo milione di dollari agli Stati Uniti (più o meno dodici milioni attuali), un lascito che avrebbe portato alla fondazione dell’edificio a lui intitolato; un istituto per l’incremento e la diffusione della conoscenza tra gli uomini.
Tuttavia la figura di questo benefattore è ancora oggi ammantata da un alone di mistero.
Per prima cosa, James Smithson, non ha mai messo piede in America, eppure ha lasciato la sua fortuna e un’importante collezione di minerali alla neonata nazione.
Inoltre, nel corso della sua vita, Smithson non ha mai parlato di voler devolvere una somma così ingente agli Stati Uniti e, stranamente, dopo la sua morte, il nipote l’ha seppellito a Genova, invece che in Inghilterra.
Dunque perché devolvere tutto agli Stati Uniti?
Forse la risposta è più semplice di quello che ci si potrebbe aspettare.
Smithson era aristocratico di nascita, ma non è mai stato accettato dai suoi pari perché a un certo punto i suoi genitori hanno avuto gravi problemi economici
.
Probabilmente quindi provava rancore nei confronti della rigida struttura sociale europea, e sapeva che l’unico posto in cui avrebbe potuto favorire una nuova era dell’illuminismo era il Nuovo Mondo, dove le idee non sarebbero state soffocate da restrizioni di ceto e di classe.
Uno dei motivi per cui oggi sappiamo così poco di quest’uomo, è che nel 1865, verso la fine della guerra di secessione, è scoppiato un terribile incendio all’interno del castello.
Se i piani inferiori sono stati risparmiati (gli unici danni sono dovuti all’acqua dei pompieri), quelli superiori sono andati in fumo.
La maggior parte dei manoscritti di Smithson (tra cui i suoi diari e le sue ricerche) è stata ridotta in cenere.
Un incendio devastante, e il lavoro di una vita è andato perduto per sempre.
Ma il mistero che circonda l’istituto non finisce con la morte del suo fondatore.
Nell’inverno del 1903, il celebre inventore americano Alexander Graham Bell si è recato a Genova contro il volere del consiglio direttivo dello Smithsonian e ha raccolto i resti di Smithson in una bara di zinco, per poi tornare in tutta fretta negli Stati Uniti a bordo di un piroscafo.
Arrivato a destinazione, Bell ha seppellito le spoglie all’interno del castello, dove riposano ancora oggi.
Per quale motivo l’inventore del telefono ha sfidato il volere dei colleghi del consiglio per recuperare il corpo di Smithson in maniera così poco ortodossa?
Solo perché, come sostenuto dai più, i suoi resti erano minacciati dall’ampliamento di una cava confinante col cimitero in cui erano sepolti?
O c’era dell’altro?
Una cosa è certa, per essere il fondatore della più importante istituzione culturale degli Stati Uniti, James Smithson è ancora largamente sottovalutato.
Concludo con un ultimo mistero legato a questo personaggio.
Sulla sua lapide a Genova, campeggiava la seguente iscrizione:
“In memoria di James Smithson, membro esimio della Royal Society di Londra, morto a Genova il 26 giugno 1829, all’età di 75 anni.”
Ebbene, l’iscrizione è sbagliata.
James Smithson è nato il 5 giugno 1765, dunque aveva solo sessantaquattro anni quando è morto e non settantacinque.
Perchè nell’iscrizione si dice che ne aveva undici in più?
Il fatto che il nipote di Smithson abbia commesso un errore così marchiano ha sempre disorientato gli storici, poiché si presume che sapesse quanti anni aveva lo zio.
A meno che non sia stato un errore, ma Smithson abbia chiesto volutamente di far incidere quel numero sulla lapide; come un ulteriore misterioso indizio.
Foto Smithsonian Castle di Túrelio sotto licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.5 Generic
Foto Smithsonian Institution National Museum di Alex Proimos sotto licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Foto Smithson Crypt di Ser Amantio di Nicolao sotto licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported