Le domande sul senso della vita sono un tema ricorrente nella filosofia, nella psicologia, nella letteratura, nella poesia e in altre forme espressive.

Ma lasciamo stare i parrucconi delle varie scienze e discipline e proviamo noi a dare una risposta alla più importante delle domande.

Secondo voi qual’è lo scopo della vita?

Cosa da veramente un senso alla nostra esistenza?

Sono sicuro che la maggior parte di voi arriverà alla conclusione che ciò che può dare veramente un senso alla vita è raggiungere un pieno sviluppo della propria individualità.

D’altronde tutti noi non siamo altro che le decisioni che prendiamo.

Fino a poco tempo fa, personalmente avrei risposto che lo scopo della nostra vita è la riproduzione, intesa come conservazione della specie.

Ma adesso credo che ci sia qualcosa di più profondo.

Ad ognuno di noi è concesso un tempo limitato, poiché siamo mortali e di conseguenza imperfetti.

Lo scopo della nostra vita quindi dovrebbe essere il raggiungimento della perfezione e dell’immortalità.

Questo darebbe veramente un senso alla nostra esistenza ma, almeno per il momento, è un obiettivo ancora biologicamente impossibile.

Non possiamo essere perfetti, né immortali ma impegnandoci possiamo arrivarci molto vicino.

Rimaniamo mortali, ma se riusciamo a lasciare un segno del nostro passaggio non saremo mai morti davvero, perché vivremo per sempre nel cuore degli altri.

Una persona non muore fin quando il suo nome viene pronunciato, fin quando non esce dai ricordi delle persone che lo hanno veramente amato.

All’inizio del nostro percorso non siamo che un flebile battito di un cuore, ma col tempo dobbiamo mirare a trasformare quel battito in una particolare musica, fino poi a far riecheggiare una vera e propria sinfonia.

Concludo con una citazione:

“Lo spreco della vita si trova nell’amore che non si è saputo dare, nel potere che non si è saputo utilizzare, nell’egoistica prudenza che ci ha impedito di rischiare, e che evitandoci un dispiacere, ci ha fatto mancare la felicità”

                                                                                                                                                         (Oscar Wilde)