Gli scacchi e la dama sono due tra i più popolari giochi da tavolo al mondo.

Il gioco degli scacchi però, nei suoi effetti mentali, è impropriamente sopravvalutato.

Le più alte facoltà della riflessione sono utilizzate più intensamente e con maggior profitto dal modesto gioco della dama che da tutta l’elaborata futilità degli scacchi.

In quest’ultimo gioco infatti, dotato di pezzi dai movimenti molteplici e bizzarri, con valori diversi e variabili, la complessità, per un errore molto comune, viene scambiata per profondità.

Più che altro è messa in gioco l’attenzione.

Basta allentarla un attimo, e si cade in errore, il che comporta un danno, se non addirittura la sconfitta.

Poiché le possibilità di mosse sono, non soltanto multiformi, ma anche complicate, le possibilità di errore sono moltiplicate, e in nove casi su dieci vince il giocatore più attento, non il più abile.

Nella dama al contrario, dove le mosse sono uniche con solo poche varianti, le possibilità di distrazione sono ridotte al minimo; l’attenzione non è catturata interamente e tutti i passi avanti registrati da ognuno dei giocatori non possono che essere appannaggio di chi ha maggiore acume.

Nella dama spesso la vittoria è il risultato di un forte impegno intellettuale.

Il giocatore entra nello spirito dell’avversario, si identifica con lui e spesso trova con una sola occhiata l’unica maniera, talvolta assurdamente semplice, di trovarlo in errore o indurlo ad un calcolo sbagliato.

E voi cosa preferite?

Gli scacchi o la dama?

 

Foto scacchiera in evidenza di MichaelMaggs sotto licenza  Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported

Foto scacchiera  di Bubba73 sotto licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported

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