rom sono uno dei principali gruppi etnici della popolazione romani, conosciuti anche come “gitani” o “zingari”.

Ma da dove proviene la popolazione rom?

Pochi conoscono la loro storia.

Quando i primi clan migrarono in Europa, si riteneva che provenissero dall’Egitto, per via della pelle color bronzo e degli occhi scuri.

Erano chiamati aigyptioi o gyptians, da cui derivò in seguito l’appellativo di gypsies.

Fino a non molto tempo fa, neppure i clan rom erano sicuri delle loro origini. Ma i linguisti hanno scoperto in tempi recenti che la lingua romani ha radici nel sanscrito; la lingua dell’India antica.

I rom quindi, provengono dall’India, è quella la loro terra ancestrale, India del Nord per l’esattezza, la regione del Punjab.

Ma perché sono migrati?

Una volta giunti in Europa, hanno avuto una vita travagliata. Sono stati perseguitati, braccati, sterminati, sono morti a centinaia di migliaia per mano dei nazisti, costretti a portare il triangolo nero.

In realtà nemmeno gli storici sanno dire con certezza perché i clan rom abbandonarono l’India.

Da antichi documenti, sappiamo che le popolazioni romani fuggirono dall’India intorno al X secolo, attraversando la Persia fino all’impero bizantino e oltre. L’India nordoccidentale era dilaniata dalla guerra a quel tempo.

Inoltre, l’India aveva adottato un rigido sistema di caste. Quelli che si trovavano all’ultimo posto, i cosiddetti “fuori casta”, erano indicati come intoccabili.

Vi erano compresi ladri, musicisti, guerrieri disonorati, ma anche maghi, quelli che possedevano abilità ritenute sacrileghe dalle religioni locali.

La vita divenne insopportabile, rischiosa. Perciò i fuori casta si unirono in clan e abbandonarono l’India, diretti a ovest, verso terre più accoglienti.

Le stanno ancora cercando!

Ma esaminiamo ora l’altra faccia dell’India, quella meno conosciuta.

Oltre i tre quarti della popolazione indiana abitano ancora nelle zone rurali. Ma qui abbiamo quelli che vivono in fondo al sistema delle caste, gli harijan, come li ribattezzò Gandhi, che significa “popolo di Dio”, ma sono ancora in gran parte derisi come dalit o achuta, che si traduce grossomodo con “intoccabili”.

Ma chi è esattamente questa gente?

Per rispondere dobbiamo conoscere il sistema delle caste in India.

Secondo le leggende, tutti i principali varna (o classi sociali) sono nati da un dio.

I brahmani, che comprendono i sacerdoti e gli insegnanti, sono nati dalla bocca di questo essere.

I governanti e i soldati, dalle sue braccia.

I mercanti e i commercianti, dalle sue cosce.

Dai piedi ebbero origine i lavoratori.

Ognuno ha la propria gerarchia sociale, in gran parte esposta in una raccolta di testi sacri antichi di duemila anni, nota come le Leggi di Manu, che descrive in dettaglio ciò che puoi e non puoi fare.

E gli intoccabili?

Si dice che il quinto varna non sia affatto nato da questo grande essere divino. Sono i “fuori casta”, ritenuti troppo sporchi e impuri per mescolarsi con le persone normali. Quelli che maneggiano le pelli di animale, il sangue, gli escrementi, persino i cadaveri.

Sono esclusi dalle case delle caste superiori e dai templi, non possono mangiare con gli stessi utensili. Non possono nemmeno sfiorare con la propria ombra il corpo di un membro di una casta superiore. E se violi una di queste regole, puoi essere picchiato, stuprato, assassinato.

La costituzione indiana teoricamente vieta questa discriminazione, ma in realtà è tuttora praticata, soprattutto nelle zone rurali.

Il quindici percento della popolazione rientra nella categoria degli intoccabili. Non c’è scampo. Un bambino nato achuta è un achuta per sempre.

Sono vittime di leggi religiose millenarie, leggi che li marchiano per sempre come esseri umani inferiori.

D’altronde qualcuno deve pur coltivare tutti i campi presenti in India.

Gli intoccabili sono una classe di schiavi integrata. Perciò, anche se si fanno alcuni progressi in loro favore, più che altro nelle città,  le zone rurali hanno sempre bisogno di braccia… e il sistema delle caste fa a loro caso.

Interi villaggi sono stati bruciati o distrutti perché hanno avuto il coraggio di chiedere salari o condizioni di lavoro migliori.

Viene da chiedersi come possa Dio, in un paese profondamente religioso come l’India, permettere tutto questo.

Ma Dio non c’entra niente. E’ solo economia.

Un’ultima curiosità.

Sulla bandiera romano è presente un simbolo, il chakra.

E’ stato scelto perché in sanscrito la parola chakra significa “ruota”.

Si dice che rappresenti la ruota di un carrozzone zingaro, che simboleggia la loro tradizione nomade, riconoscendo allo stesso tempo le loro origini indiane.

 

Foto gypsy wagon di Andy F  sotto licenza  Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic

Foto deportazione rom sotto licenza  Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Germany

Foto distribuzione popolazione rom in Europa di  Dbachmann  sotto licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported