Harry Houdini, al secolo Einrich Weizs, è forse il più grande mago che sia mai esistito.

Le sue favolose imprese sono entrate nella leggenda, e la sua fama di grande illusionista è tuttora insuperata.

Nato nel 1874 da una famiglia di origini ungherese stabilitasi nel Wisconsin, il giovane Einrich dimostrò subito le sue eccezionali abilità arrivando ben presto al successo grazie alle sue impossibili performance.

Assunse il nome d’arte di Houdini dopo aver letto le memorie di un altro grande mago del passato, Robert Houdin, e da subito cominciò a far parlare di sé a causa dell’estrema pericolosità degli esercizi a cui si sottoponeva per stupire il suo pubblico.

Com’è noto, la sua specialità era quella dell’evasione.

Niente e nessuno potevano impedirgli di scappare da qualsiasi prigione.

Si faceva immobilizzare di fronte a numerosi testimoni con abbondanza di lucchetti, funi e catene e riusciva immancabilmente a liberarsi dopo pochi istanti.

Nel Dicembre del 1906 si fece calare, ammanettato e incatenato, dall’Old Belle Isle Bridge di Detroit. Le gelide acque sottostanti non furono sufficienti ad impedirgli di liberarsi.

Nell’Agosto del 1907 si svolse una delle sue più incredibili esibizioni: legato mani e piedi, con le braccia dietro la schiena, si fece mettere in una cassa piombata che fu poi immersa nelle torbide acque della Baia di San Francisco.

Tutto avvenne dinanzi a migliaia di persone, e anche in quell’occasione il mago tornò in superficie dopo pochi minuti dirigendosi verso la riva a nuoto.

Altre sue specialità rasentavano il funambolismo, come quando camminò su una fune tesa tra due grattacieli a New York.

Altre volte il mago si divertiva a lanciare sfide impossibili, come quando si fece chiudere in una stanza senza finestre accuratamente sorvegliata da esperti agenti di polizia. In quell’occasione Houdini riuscì a fuggire senza passare dalla porta (che era stata sprangata per l’occasione) e senza utilizzare doppi fondi o botole nascoste.

La sua fama cresceva sempre di più e qualcuno cominciò a pensare che le sue incredibili qualità avessero un’origine paranormale.

Houdini però dichiarò sempre che la sua magia era fondata su trucchi molto elaborati, che non avrebbe mai rivelato a nessuno.

In realtà alcuni di questi trucchi dopo la sua morte vennero resi noti da un suo collaboratore, e altri ancora furono svelati dal mago stesso quando era ancora in vita.

Gli esercizi a cui si sottoponeva Houdini pare avessero un che di inumano; ore e ore di studio e di prove nelle quali spesso e volentieri metteva a repentaglio la sua incolumità fisica.

Del resto il pubblico si aspettava sempre di più da lui e nella mente di Houdini si era innescato un meccanismo perverso per via del quale ogni nuovo esercizio doveva essere più azzardato e pericoloso del precedente.

Ciò, come prevedibile, finì per costargli la vita.

Durante l’ultima esibizione, il mago morì annegato dopo essere stato incatenato e immerso in una vasca di fronte al suo pubblico.

Si narra che in quell’occasione le sue condizioni fisiche non fossero ottimali, in quanto era reduce da un trauma fisico causatogli da una precedente esibizione.

Questa in sintesi la vita del grande illusionista.

Tuttavia vi sono aspetti della sua carriere che non tutti conoscono, e che sono senz’altro meno appariscenti delle sue performance, ma non per questo tali aspetti sono meno interessanti.

Si sa ad esempio che Houdini è stato uno dei più accaniti smascheratori di truffe e imbrogli nel campo del paranormale.

Pare che tutto ebbe inizio quando il suo unico figlio morì tragicamente. Da quel momento il mago non ebbe più pace e cominciò a porsi delle domande in merito alla possibilità dell’esistenza di una vita dopo la morte.

Questa idea lo ossessionò a tal punto che iniziò a frequentare gli ambienti spiritistici, con lo scopo di mettersi in contatto con il figlio defunto, magari attraverso l’aiuto di un medium.

Ma Houdini rimase profondamente deluso da quell’ambiente, e in più di un occasione si accorse (e come poteva non accorgersene lui, il più grande illusionista del mondo?) dei trucchi puerili utilizzati da alcuni sensitivi che volevano raggirarlo.

Colpito negli affetti più cari il mago ebbe una reazione alquanto violenta. Disgustato cominciò a portare avanti una sorta di crociata contro tutto ciò che si definiva paranormale. Lo scopo della sua vita divenne quello di smascherare tutti gli imbroglioni che si spacciavano per veri maghi, ed è certo che in quel periodo questi ultimi non ebbero vita facile.

Col tempo la sua azione divenne sempre più spietata, denunciando pubblicamente le truffe e lanciando sfide ai turlupinatori che, se pure non venivano smascherati, rinunciavano al confronto cadendo così nel ridicolo.

Tuttavia, nonostante le delusioni, Houdini non aveva perso la sua curiosità riguardo alle tematiche della vita oltre la vita, e decise di fare l’unica cosa possibile.

Sperimentare di persona se esiste l’aldilà.

La soluzione che ideò fu geniale, anche se non ebbe successo.

D’accordo con la moglie, ideò un codice di frasi segrete; in caso di morte prematura di uno dei due coniugi, l’altro avrebbe tentato, tramite sedute spiritiche, di contattare il defunto.

Se il medium di turno fosse stato in buona fede avrebbe saputo ripetere il codice di frasi. In caso contrario si sarebbe trattato della solita truffa.

Toccò alla moglie l’ingrato compito di stabilire un contatto una volta che il mago ebbe cessato tragicamente la sua esistenza.

Ogni anno, per molti anni, la vedova di Houdini organizzava una seduta spiritica.

Sfortunatamente però, nessun medium riuscì mai a ripetere esattamente il codice ideato dal grande illusionista.

 

 

Foto tomba Houdini di Anthony22  sotto licenza  Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported