Anche se ormai non fa più notizia, si assiste a cadenza settimanale ad attacchi da parte di hacker cinesi che hanno letteralmente le mani in pasta ovunque.

Mesi fa si sono introdotti nel sito dell’Office of  Personal Management per rubare informazioni riguardanti milioni di impiegati federali. Il governo cinese ha assoldato un esercito di hacker, costituito da più di centomila uomini, col preciso compito di introdursi nei computer americani.

Nel giro di pochi anni, sono riusciti a penetrare nelle più importanti società statunitensi, appropriandosi delle piante delle centrali nucleari e d’informazioni riservate sulle più avanzate tecnologie impiegate nelle acciaierie, e sono perfino riusciti a bucare i server della Lockheed Martin per impadronirsi dei progetti di costruzione degli F-35 dell’aeronautica statunitense. E se qualcuno dubita che questo sia successo davvero, basta osservare i nuovi FC-31 dell’esercito cinese. Sono praticamente delle copie esatte dei jet americani.

Gli obiettivi di questi hacker sono insomma gli stessi di tutti gli altri, rubare dati e compiere azioni di sabotaggio, anche se a giudicare dal metodo a volte sembra stiano semplicemente raccogliendo più file possibili, alla cieca.

Queste incursioni non vengono effettuate soltanto per depredare le proprietà intellettuali, ma anche per compromettere i sistemi. Gli esperti informatici assoldati dal governo cinese (come abbiamo già detto, stiamo parlando di centinaia di migliaia di agenti) hanno danneggiato sistemi a bordo di navi commerciali e perfino una compagnia aerea operante sul territorio degli Stati Uniti. Di recente poi, sono diventati anche più intrepidi, inviando agenti in carne e ossa sulle coste americane per catturare i disertori. Per quanto riguarda il prossimo livello dei loro attacchi, credo che lo scopriremo solo vivendo.

 

Foto FC-31 cinese sotto licenza  Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International