Se fossimo vissuti a Parigi a cavallo tra il 1770 e il 1780, avremmo molto sentito parlare del dottor Franz Anton Mesmer e probabilmente non avremmo saputo resistere alla tentazione di avere un suo consulto, anche perché il dottor Mesmer non negava a nessuno i suoi servigi, neanche ai più poveri.

Chiunque soffrisse per una malattia poteva usufruire dei benefici effetti di un nuovo trattamento medico, che si diceva basato sul cosiddetto “magnetismo animale”.

Tuttavia avremmo anche notato che la maggior parte della gente che si rivolgeva a Mesmer era sana e in buona salute, ma questo non ci deve stupire.

Recarsi a una seduta da Mesmer era diventata anche una moda che coinvolgeva tutti ceti sociali, dagli indigenti agli aristocratici, fino ad arrivare ai membri della famiglia reale.

Ma che cos’era il magnetismo animale e soprattutto chi era Mesmer?

Nato in Svizzera nel 1734, Franz Anton Mesmer dimostrò fin da ragazzo di possedere doti molto particolari.

Aveva ad esempio una spiccata predisposizione per la rabdomanzia, pratica che a quei tempi era considerata una stregoneria, ma che in alcuni casi era tollerata per via della sua utilità.

Pare che Mesmer riuscisse a trovare senza difficoltà falde d’acqua sotterranee utilizzando la classica bacchetta di legno, e questo fatto rappresentò per lui il primo passo verso l’elaborazione delle sue future teorie.

Dopo aver studiato teologia, ma rifiutato di intraprendere la carriera ecclesiastica, decise di laurearsi in medicina a Vienna.

Nel 1766 presentò la sua tesi, basata su un’ipotesi alquanto azzardata e provocatoria per l’epoca.

In pratica Mesmer teorizzava l’esistenza di un influsso diretto dei pianeti sul corpo umano; tale influsso derivava da una sostanza che permeava l’intero Universo,una sorta di corrente magnetica, o meglio un fluido che scorreva anche nel corpo umano.

In questo caso Mesmer parlava di magnetismo animale.

Lo scorrere naturale e armonioso di questo fluido coincideva con una condizione di benessere, al contrario quando questa armonia si spezzava il corpo reagiva ammalandosi.

Guarire un paziente per Mesmer significava dunque ripristinare l’ordine originario delle cose indirizzando nuovamente e correttamente il fluido vitale del corpo del malato.

Per far ciò il medico utilizzava diversi metodi, tutti peraltro molto pittoreschi e si avvaleva di una particolare “scenografia” che colpiva molto i suoi pazienti e li aiutava ad immergersi nella giusta atmosfera.

Durante le visite Mesmer imponeva le mani sul paziente o meglio intorno ad esso, agitandole nell’aria come voler dirigere il fluido vitale costringendolo entro canali che lui solo conosceva.

Mesmer era convinto che le sue mani fossero come il polo positivo e il polo negativo di una pila entro la quale scorre un flusso di energia elettrica. A volte utilizzava una bacchetta metallica che spesso appoggiava sulla parte malata per catalizzare il fluido vitale in quella particolare zona del corpo.

In questo modo Mesmer otteneva risultati apprezzabili; molte delle patologie da lui curate di fatto scomparivano nel giro di poche sedute.

Tuttavia è molto probabile che la responsabilità di queste guarigioni non fosse tanto delle tecniche magnetiche di Mesmer, quanto della capacità del medico di suggestionare i pazienti.

Difatti, durante i consulti, non di rado i soggetti cadevano in uno stato di alterazione della coscienza molto simile al sonnambulismo. In questo stato uomini e donne andavano soggetti a convulsioni e crisi oppure entravano in una specie di estasi, dopodiché si risvegliavano sentendosi meglio.

Mesmer utilizzava anche la musica per rilassare i pazienti e la sua stessa voce si dice avesse un che di ipnotico. Il medico parlava al malato facendolo confidare ed incoraggiandolo, infondendogli fiducia con tono pacato e rilassandolo prima del trattamento.

Con l’aumentare della popolarità Mesmer fu costretto ad effettuare più trattamenti contemporaneamente, organizzando vere e proprie terapie di gruppo.

Celebri diventarono le sue tinozze curative magnetizzate.

Si trattava di recipienti riempiti d’acqua, limatura di ferro e pezzi di vetro dai quali sporgevano alcune aste metalliche.

I pazienti si mettevano attorno alla tinozza ponendo a contatto la parte malata con una delle aste.

In questo modo l’armonia del fluido veniva ristabilito, sotto la supervisione di Mesmer naturalmente, e se durante il trattamento uno dei pazienti cadeva in preda alle convulsioni, il medico lo faceva portare in una stanza isolata dove proseguiva la cura servendosi delle sue doti personali.

Ad un certo punto però, cominciò ad essere mal visto dalla comunità medica viennese, ed ebbe molte difficoltà a proseguire le sue pratiche, anche perché le malelingue si diffusero a macchia d’olio.

I suoi detrattori facevano notare che la maggior parte dei pazienti da lui curati erano di sesso femminile, e ben presto il sospetto che egli si approfittasse in modo torbido delle sue doti di persuasione nei confronti delle donne si insinuò in modo pesante.

Naturalmente non vi erano prove di un simile comportamento, ma tanto bastò per convincere il medico, esasperato dalle critiche, a trasferirsi nella più permissiva e aperta Parigi.

Qui tutto fu più facile, e Mesmer fece molta fortuna grazie anche a quella che oggi chiameremmo una “efficace campagna pubblicitaria” con la quale riuscì a procurarsi dapprima una clientela selezionata, poi sempre più numerosa ed eterogenea.

I pazienti diventarono talmente numerosi (pare che perfino la regina Maria Antonietta usufruisse di tanto in tanto dei servigi del medico) che Mesmer fu costretto a ideare nuovi metodi per tentare di curarli tutti.

La famosa tinozza ormai non bastava più, così intorno ad essa cominciarono ad essere disposti  più cerchi di persone collegate fra loro da una corda bagnata con acqua magnetizzata che finiva direttamente nel recipiente centrale.

Una specie di circuito chiuso dove il fluido si propagava secondo un percorso prestabilito da Mesmer stesso.

Inoltre “magnetizzò” anche un albero, in modo tale che più persone, soprattutto i poveri, potessero trarre qualche giovamento senza bisogno di un trattamento completo.

Naturalmente gli invidiosi cominciarono a diffondere il loro veleno anche nella spregiudicata Parigi.

Ci fu chi fece notare ancora una volta che durante il periodo convulsivo erano soprattutto le donne ad essere condotte nella sala isolata dove Mesmer portava a termine il trattamento.

Ma le critiche che piovvero sempre più numerose sul medico venivano in gran parte dall’ambiente scientifico che non vedevano di buon occhio i successi di quello che consideravano solo un ciarlatano, e cominciarono a far pressioni sulle autorità.

Una volta appurato che i pazienti guarivano solo grazie alla suggestione impartita da Mesmer e non per causa del tanto decantato magnetismo, la popolarità del medico decadde rapidamente, i pazienti diminuirono vistosamente, e la fiducia che la gente riponeva in lui cessò in breve tempo.

La fortuna che aveva accumulato in così breve tempo cominciò ad assottigliarsi fino a che il medico/guaritore fu letteralmente ridotto sul lastrico.

Lasciò Parigi e si recò in Inghilterra, dove però non ebbe molto successo, e successivamente ritornò in Svizzera, dove era nato, dove morì all’età di 81 anni praticamente in miseria.

Nonostante il trattamento riservatogli dagli scienziati suoi contemporanei, Mesmer è stato rivalutato ai giorni nostri, proprio grazie all’aspetto pionieristico dei suoi studi.

Il termine “mesmerizzare”, oggi universalmente accettato, indica la capacità di controllare la mente altrui con metodi molto simili a quelli utilizzati da Mesmer, metodi che oggi vengono utilizzati anche dagli ipnoterapeuti.

E in effetti nell’atteggiamento che il medico teneva nei confronti dei pazienti, nel particolare ambiente in cui agiva, nelle tecniche di suggestione utilizzate, molti studiosi hanno visto in Mesmer un precursore inconsapevole della moderna psicoterapia e dei moderni metodi ipnotici.

 

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