La lingua italiana ha un vocabolario ricchissimo, ma forse non tutti sanno che molte delle parole che usiamo tutti i giorni derivano da una persona ben precisa. Partendo da questo presupposto, vogliamo quindi giocare con voi e provare a dare un volto a determinate parole, come un vestito cucito su misura, sperando anche di riuscire a divertirvi e arricchire le vostre conoscenze. Cominciamo dunque.
Stacanovista: persona che per una qualsiasi ragione si sottopone regolarmente a ritmi estenuanti in una certa attività, che lavora in modo indefesso. Lo stacanovismo è divenuto quindi sinonimo di totale, eccessiva, dedizione al lavoro. Questa parola è legata ad un minatore russo, Aleksej Grigór’evič Stachánov, che nell’agosto del 1935 ideò una nuova metodologia di estrazione del carbone, eseguendo egli stesso il lavoro specializzato del “taglio” del carbone ed utilizzando i propri compagni per il trasporto del minerale sui carri, e riuscendo così ad aumentare la produttività della squadra di lavoro fino a quattordici volte, battendo ripetutamente il record del numero di tonnellate di carbone estratte in un turno di lavoro. La prima occasione in cui tale record fu battuto, il 31 agosto 1935, Stachanov raccolse 102 tonnellate di carbone in 5 ore e 45 minuti. Nell’Unione Sovietica il 31 agosto divenne il “giorno del minatore di carbone” in suo onore.
La parola stacanovista, ha anche il suo esatto contrario, ed è oblomovista, che sta ad indicare una persona letargica, apatica, inattiva, che procede per inerzia continuando a procrastinare. Questa parola è legata invece ad Ilya Ilych Oblomov, stavolta non una persona reale, ma il protagonista di un romanzo di Ivan Gontcharov, che si sottrae all’agonismo sfrenato del suo ufficio rifugiandosi nell’abbraccio del suo divano dal quale non riesce più ad alzarsi.
Luddista: persona che si batte contro il dilagare della tecnologia nel mondo delle professioni. Questa parola è legata a Ned Ludd, un operaio inglese che nel 1779, in uno scatto di rabbia, si scagliò contro un telaio meccanico, distruggendolo. Il personaggio di Ned Ludd è stato celebrato anche nella ballata popolare inglese General Ludd’s Triumph.
Silhouette: termine francese, ormai entrato prepotentemente anche nel nostro lessico, che indica l’immagine di un oggetto che ne rende esclusivamente i contorni.
Questa parola è legata ad Etienne de Silhouette, ministro delle finanze di Luigi XV di Francia, divenuto proverbiale per la sua politica amministrativa essenziale e improntata all’estrema parsimonia e per i tagli effettuati addirittura alle spese del re. Il suo nome passò a indicare colui che spende poco, mangia poco, e tutto ciò che è spoglio, sguarnito e privo di orpelli. Fu Etienne de Silhouette a inventare l’imposta sui segni esteriori di ricchezza, cercando di restaurare le finanze francesi tassando i privilegiati e i più ricchi. Divenne così impopolare che il suo nome fu associato a ciò che era meschino o incompiuto, evocando lo stato nel quale le sue misure riducevano coloro che ne erano toccati.
Bougainville: arbusto rampicante con fusto spesso spinoso originario delle zone tropicali, ma che si è così ben adattato al clima mediterraneo, che in effetti è considerato ormai pianta tipica della vegetazione mediterranea, anche se in genere è difficile vederlo svilupparsi allo stato selvatico.
Questa parola è legata all’esploratore, navigatore, ed ammiraglio francese Louis Antoine, conte di Bougainville, che messo a capo di una spedizione naturalistica per censire flora e fauna dell’emisfero australe, diede il suo nome alla pianta che noi tutti oggi conosciamo.
Ortensia: pianta perenne semplice da gestire, e che si adatta bene in giardino, balcone o terrazzo.
Questa parola è legata a Hortense Barré, moglie di un orlogiaio francese di cui un certo Philibert, apprezzato naturalista (che tra l’altro partecipò alla stessa spedizione dell’ammiraglio Louis Antoine, conte di Bougainville, di cui abbiamo parlato sopra), si invaghì follemente e decise di dedicargli quello che secondo lui era il più bello tra tutti i fiori scoperti, regalandogli un preziosissimo esemplare raccolto dall’altra parte del pianeta.
Montgomery: tipo di cappotto di lunghezza media, solitamente a metà coscia.
Questa parola è legata a Bernard Law Montgomery, generale britannico che era solito portare questo capo d’abbigliamento sopra la divisa, rendendolo così celebre.
Quindi deve il suo ingresso nel mondo della moda maschile all’ambiente militare: la Royal Navy infatti, successivamente lo introdusse nelle dotazioni dei marinai, in quanto il panno pesante con cui era fabbricato e il cappuccio in dotazione erano un’ottima protezione contro il vento e le temperature più rigide.
Damigiana: tipo di vaso vinario in vetro, con una forma rotonda e nel passato era rivestita in vimini.
Le damigiane erano i bottiglioni familiari degli italiani: una damigiana di vino bastava per circa un mese in una famiglia. Vengono ancora usate nelle cantine “storiche” come contenitori per ottimizzare le capacità dei tini grandi. Questa parola si presume sia legata a Giovanna D’Angiò, regina di Sicilia, con allusione scherzosa alle sue forme tondeggianti. La parola damigiana deriverebbe quindi da dame Jeanne, la “signora Giovanna”.
Lapalissiano: fatto di tale evidenza e ovvietà che la sua enunciazione è del tutto inutile se non proprio umoristica, come ad esempio l’espressione “l’acqua è bagnata”. Questa parola è legata al maresciallo francese Jacques II de Chabannes de La Palice (a volte modernizzato in Lapalisse ), o meglio ad un buffo episodio che coinvolse il militare post mortem.
Sulla lapide del comandante dell’esercito dei Valois fu scolpita la scritta “SE NON FOSSE MORTO, FAREBBE ANCORA INVIDIA“, ma col passare del tempo alcune lettere scolpite si erosero a causa degli agenti atmosferici e la scritta si trasformò in “SE NON FOSSE MORTO SAREBBE ANCORA IN VITA“. Più lapalissiano di così!!
Mongolfiera: veicolo aereo che utilizza aria calda, meno densa di quella circostante, per ottenere una forza o spinta verso l’alto necessaria per sollevarsi da terra.
Questa parola è legata ai fratelli Montgolfier , che progettarono e realizzarono una cabina legata ad un pallone che battezzarono fieramente con il loro cognome.
La loro invenzione fu il primo aeromobile a portare un essere umano in cielo. C’è una curiosità sui due fratelli però: quando arrivò il momento di testare la loro invenzione, i Montgolfier, forse per paura, si tirarono indietro, lasciando che i primi a sondare le vie del cielo fossero una capra, un gallo e un’anatra.
Biro (o penna a sfera): strumento per scrivere su carta che rilascia inchiostro da un serbatoio interno attraverso l’azione di rotolamento di una sfera metallica a contatto con la carta.
Originariamente concepite e sviluppate come alternativa affidabile e pulita alle penne stilografiche, le biro sono ormai lo strumento di scrittura a mano dominante. Questa parola è legata a Làszlò Biro, giornalista e inventore ungherese che sembrava essere rassegnato ad avere sempre le proprie dita, i polsini delle camice, e i bordi di ogni libro sporchi d’inchiostro che fuoriusciva dalla propria penna stilografica.
Questo fino a quando un giorno, affacciandosi alla finestra, vede un gruppo di bambini giocare a biglie sulla strada bagnata, fra le pozzanghere, e nota una di queste biglie correre attraverso una pozzanghera per poi uscirne lasciando dietro di se una scia uniforme di acqua sporca. Làszlò ha un intuizione; basta porre una minuscola biglia in fondo ad una cartuccia piena d’inchiostro, e quella ruotando avrebbe steso sul foglio una linea perfetta.
Nasce così la Biro, o penna a sfera, che cambiò per sempre la storia della scrittura, sostituendo la penna stilografica e le sue continue perdite.
Foto montgomery (capo d’abbigliamento) di Daniel Case sotto licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic