La lettura che vogliamo consigliarvi oggi, è un lungo racconto permeato di spirito natalizio…lo sappiamo è un consiglio decisamente “fuori stagione” visto che l’estate è ormai alle porte mentre l’inverno e il Natale sono ancora lontani, ma rimane comunque un classico della letteratura di tutti i tempi, e risulta piacevole in ogni stagione. Anzi, magari leggendolo in spiaggia, sotto l’ombrellone, lasciandovi trasportare dalle sue atmosfere potreste trovare refrigerio dalla calura estiva. Nello specifico, vogliamo parlarvi di Racconti di Natale di Charles Dickens.

Dickens riesce a fare materia fantastica dei suoi romanzi i gravissimi problemi sociali che agitavano l’Inghilterra dell’ottocento, profondendo nella sua narrazione un eccezionale interesse per l’uomo e un notevole amore per la descrizione degli oggetti che lo circondano. Dickens fu senz’altro il più grande romanziere dell’ottocento inglese, anche se la sua produzione risentì dell’influenza del romanzo tradizionale del secolo precedente: dal sentimentalismo, al naturalismo; dalla satira, al genere picaresco; fino al gusto del mistero, dell’orrore e del soprannaturale del romanzo gotico.

Ma a tutto ciò egli aggiunse un realismo pieno di calore umano, una conoscenza profonda dei problemi sociali e uno stile rapido e umoristico tutto particolare, che fece perdonare i suoi numerosi difetti, quali il sensazionalismo, il patetico, e la teatralità. Le riduzioni cinematografiche e gli sceneggiati televisivi di questo particolare romanzo si sprecano. Ve ne sono a centinaia, e alcune hanno anche nociuto alla fama dello scrittore, ma nulla hanno tolto al suo genio universale, che ha saputo far ridere e piangere intere generazioni. I Racconti di Natale, che Dickens pubblicò uno all’anno dal 1843 al 1848, sono cinque: Canto di Natale, Rintocchi, Il grillo del focolare, La lotta per la vita, e Lo stregato. I primi due sono quelli considerati universalmente più belli. Sono lunghi racconti, o romanzi brevi, in cui il fantastico si mescola con il reale, il patetico con l’umorismo. Lo scopo principale di Dickens era quello di risvegliare pensieri di amore e di perdono, che secondo lo scrittore non sono mai fuori stagione in una terra cristiana. Il più famoso in assoluto di questi racconti natalizi, è il Canto di Natale, che racconta il pentimento e la conversione all’amore di un vecchio taccagno, Scrooge,

che visitato da tre spiriti (quello del Natale passato, del Natale presente, e del Natale futuro),

capisce la sterilità della sua vita, vede le conseguenze disastrose del suo egoismo, e si ravvede. Il vecchio “duro e tagliente come una pietra focaia, dalla quale nessun acciaio era riuscito a far scaturire una scintilla di generosità” diventa “un buon amico, un buon padrone, e un buon uomo”.

E ancora una volta, l’atmosfera magica del Natale ha compiuto il suo miracolo.