Esiste una tomba denominata KV55, scavata per la prima volta da Theodore Davis (ricco e anziano avvocato americano, che con i suoi scavi nella Valle dei Re contribuì alla scoperta e all’esplorazione di oltre venti tombe) nel 1907 e da lui assegnata alla regina Tyi, che resta ancora oggi la più discussa in Egitto dopo la Grande Piramide di Giza.

Tyi era la grande regina di Amenhetep III; una figura eccezionale tanto per le sue origini, estranee alla casa reale, quanto per l’influenza che riuscì ad esercitare sul marito.

Evidentemente visse molto a lungo, dato che un affresco in una tomba di El-Amarna la raffigura insieme con il figlio nel dodicesimo anno di regno di quest’ultimo.

E’ bene sapere però, che di volta in volta la tomba è stata assegnata non solo alla regina Tyi, ma anche a Kiya e persino ad Akhenaton, e probabilmente non si accerterà mai la verità.

Kiya era la regina secondaria di Akhenaton, e nelle iscrizioni viene indicata con il titolo di “la favorita reale Kiya”. Pare che a corte abbia goduto di un prestigio superiore alla sua posizione di secondo piano, per cui è evidente che doveva essere molto amata da Akhenaton.

Akhenaton invece, figlio di Amenhetep III, dal quale in origine aveva preso il nome, regnò a fianco del padre per parecchi anni, anche se alcuni storici contestano il fatto che fossero davvero coregnanti.

Nel suo quinto anno di regno effettivo cambiò nome e ordinò la costruzione di una capitale nel Medio Egitto, nella località ora nota sotto il nome di El-Amarna. Fu da questa città che promulgò il culto esclusivo del disco solare, l'”Aton“, una politica che scatenò una serie di problemi culturali ed economici senza precedenti in tutto l’Egitto e l’impero.

Dopo la morte di Akhenaton, il suo nome fu cancellato da ogni monumento pubblico, cosicché ogni ricordo di lui e della sua rivoluzione andò perduto.

Soltanto gli scavi archeologici dell’Ottocento rivelarono la sua esistenza.

Com’era inevitabile, restano vuoti enormi nella ricostruzione storica del suo regno, e i resoconti relativi alla sua figura e alla sua politica sono contraddittori.

Gli storici moderni tendono ad essere poco generosi nei suoi confronti, ma per alcuni resta indiscutibilmente il pensatore più originale che sia mai vissuto in Egitto, e uno dei grandi idealisti della storia umana.

Diamo ora una rapida carrellata di altri personaggi, poco conosciuti ma di certo non meno importanti, che ruotano attorno all’esistenza di quelli appena descritti.

Amenhetep III: definito “il Magnifico” dalle generazioni successive, con il suo lungo regno segnò l’apogeo dell’opulenza e della ricchezza dell’Egitto.

A giudicare dai bassorilievi che risalgono agli ultimi anni di regno, fu affetto da una grave forma di obesità.

Ay: anche se i loro rapporti di parentela non sono stati accertati con assoluta sicurezza, molto probabilmente era il fratello della regina Tyi, e quindi lo zio di Akhenaton.

Sotto il regno di Tutankhamon assurse alla carica di visir, ed è ritratto sulla parete della tomba del pronipote nell’atto di celebrare i riti finali sulla mummia del faraone defunto. A quell’epoca Ay era il sovrano in carica, ma era già vecchio, e il suo regno fu breve. Gli successe a sua volta Horemheb, un generale dell’esercito che non era imparentato con la classe reale. Fu durante il regno di quest’ultimo che i nomi di Akhenaton, Smenkhka-Re, Tutankhamon e Ay furono scalpellati o cancellati dalle registrazioni ufficiali.

Biamr Allah El-Hakim: tristemente noto nella storia egiziana con il soprannome di “Caligola musulmano”, El-Hakim era figlio del califfo Al-Aziz, e nelle cronache del tempo, viene presentato come un individuo folle e sacrilego in modo quasi leggendario.

Si ritiene generalmente che sia stato assassinato da uno dei suoi numerosi nemici, forse addirittura dalla principessa Sitt Al-Mulq, che secondo alcune fonti avrebbe voluto sposare. Viceversa, nella leggenda copta si dice che sulle colline di Mukattam ebbe una visione di Cristo, dopodiché si ritirò in un monastero, mentre per i drusi è un messia e per gli arabi un santo. Anzi, di recente gli arabi hanno restaurato la sua moschea, che era in rovina, per cui oggi non rimane più nulla dell’atmosfera di male e decadenza che vi regnava un tempo.

Inen: fratello della regina Tyi, occupò la carica ufficiale di “secondo dei quattro profeti di Amon“. I dettagli della sua carriera restano oscuri.

Masud: leggendario servitore nubiano del califfo El-Hakim. I suoi insaziabili appetiti sodomitici erano il terrore di tutti i commercianti disonesti del Cairo.

Nefertiti: grande regina di Akhenaton, le cui origini restano oscure.

Pare che godesse di un potere straordinario, ancor più della regina Tyi, e viene spesso ritratta alla pari con il marito, mentre officia al suo fianco nelle cerimonie religiose e a volte persino mentre combatte contro nemici stranieri. Il suo destino finale è incerto e la sua tomba, se esiste, non è mai stata ritrovata.

Sitt al-Mulq: sorella del califfo El-Hakim, e secondo la leggenda oggetto dei suoi desideri incestuosi, pare sia stata una figura altrettanto temibile del fratello. Dopo la sua morte, governò come reggente per quattro anni con crudele efficienza, finché scomparve a sua volta in modo misterioso.

Smenkhka-Re: figura effimera e piena di ombre, anche per gli standard del periodo, secondo alcuni sarebbe addirittura da identificare con Nefertiti, che avrebbe regnato sotto uno pseudonimo. Tuttavia è più probabile che fosse il figlio maggiore di Akhenaton, salito al trono dopo la morte del padre e morto quasi subito.

Tutankhamon: figlio con ogni probabilità di Akhenaton e Kiya, salì al trono da bambino, regnando per nove o dieci anni, prima di morire per una causa sconosciuta.

Tuthmosi IV: padre di Amenhetep III. Una stele ritrovata a Giza ricorda che la Grande Sfinge apparve in sogno al principe, promettendogli il trono se solo ne avesse liberato il corpo dalla sabbia. Tuthmosi soddisfece la richiesta e divenne faraone. La sua tomba è stata scoperta da Howard Carter nel 1903.

Howard Carter: “il grande egittologo”, come lo definì il Times nel suo necrologio.

La scoperta della tomba di Tutankhamon fu l’impresa più eccezionale nella storia dell’archeologia. Carter non aveva mai ricevuto un’istruzione formale e la sua grande scoperta rappresentò il culmine di molti anni di duro lavoro.

Inviato per la prima volta in Egitto all’età di diciassette anni, lavorò come disegnatore nelle tombe di Beni Hasan e fra le rovine di El-Amarna, nonché nel tempio funerario della regina Hatshepshut a Tebe.

Nel 1899 fu nominato ispettore generale per l’alto Egitto, e in questa veste esplorò numerose tombe, installando per la prima volta la luce elettrica nella Valle dei Re. Nel 1903 si dimise, in seguito ad una disputa con alcuni turisti francesi a Saqqara, e nei quattro anni successivi si guadagnò da vivere come antiquario e guida occasionale. Fu l’incontro con Lord Carnarvon a salvarlo dalla miseria, consentendogli di continuare gli scavi archeologici. Dopo la scoperta della tomba di Tutankhamon, dedicò gli ultimi anni della sua vita ad analizzarne il contenuto, impegnato in controversie interminabili con le autorità egiziane.

Non si sposò mai e morì nel 1939, assistito sul letto di morte da Lady Evelyn Herbert, figlia di Lord Carnarvon, che lo aveva accompagnato in tutte le sue avventure egittologiche, e che si diceva fosse “molto intima” di Carter, anche se nel 1923 si sposò diventando Lady Beauchamp.

George Herbert, quinto conte di Carnarvon: enormemente ricco grazie all’eredità di famiglia e al matrimonio con una Rotschild, era un appassionato sportivo con due ossessioni, i cavalli e le automobili.

Rimasto invalido in un incidente d’auto avvenuto in Germania nel 1901, si recò più volte in Egitto per motivi di salute, e mentre si trovava laggiù rimase affascinato dall’archeologia.

Conosciuto Howard Carter, finanziò per quindici anni i suoi scavi, e finalmente ne fu ricompensato con la scoperta della tomba di Tutankhamon.

Morì qualche mese dopo la sua apertura, molto probabilmente a causa di un taglio che si era fatto radendosi e che in seguito si era infettato.

 

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Foto piantina tomba KV55 di Captmondo sotto licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported

Foto canope rappresentante la regina Kiya di Keith Schengili-Roberts sotto licenza  Creative Commons Attribution-Share Alike 2.5 Generic

Foto busto Amenhetep III di Einsamer Schütze sotto licenza  GNU Free Documentation License

Foto busto Nefertiti di Philip Pikart sotto licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported

Foto dipinto di Biamr Allah El-Akim di Loaka 1 sotto licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International

Foto maschera funeraria di Tutankhamon di Carsten Frenzl sotto licenza  Creative Commons Attribution 2.0 Generic

Foto busto Tuthmosi IV sotto licenza  Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic

Foto tomba di Tutankhamon sotto licenza  Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported