Molti di noi si sono spesso trovati ad invidiare la vita delle grandi star della musica internazionale, la loro ricchezza, la loro fama. Ma sappiamo anche che non è sempre tutto oro ciò che luccica, e magari a volte sono proprio loro ad invidiare noi.

Di seguito leggerete due curiosità riguardanti due cantanti che per diversi motivi possono essere considerati non soltanto famosi a livello mondiale, ma addirittura delle leggende, Elvis Presley e Paul McCartney, che sono un classico esempio di quello che ho appena affermato.

Elvis Presley parlando della sua carriera, una volta dichiarò ad un intervistatore: “Ero come una vacca in un recinto insieme con una mandria di altre vacche, solo che per caso a me è capitato di uscirne. Sono venuti, mi hanno preso e mi hanno messo in un altro recinto, solo che questa volta è molto più grande ed è tutto per me. Mi guardo intorno e vedo che gli steccati sono così alti che non ne uscirò mai. Così mi dico: E va bene, brucherò.”.

Tra il 1968 e il 1969 invece, nel corso di un intervista Paul McCartney se ne venne fuori con una fantasticheria un po bizzarra e malinconica. Disse che i Beatles avevano discusso il progetto di esibirsi in pubblico nei locali sotto il nome di Randy e i Rockets. Si sarebbero travestiti e mascherati perché nessuno potesse riconoscerli, poi si sarebbero scatenati come facevano ai bei vecchi tempi. Quando però gli fu fatto notare che sarebbero stati riconosciuti dalle voci, Paul rimase sorpreso e con un po di sgomento rinunciò all’idea.

Tutti noi talvolta sentiamo una vocina che ci dice “Fallo” oppure “Non farlo”. Personalmente disubbidisco quasi sempre a quella voce e puntualmente di solito me ne pento. Questo perché nelle mie scelte mi lascio guidare più dai ragionamenti che dalle sensazioni. Cosa che sostanzialmente è stata fatta anche nei due esempi appena riportati.

Ma che cosa sarebbe successo se Elvis non si fosse limitato a “brucare” e Paul non avesse rinunciato a quella strampalata fantasia?

Spesso per paura ci precludiamo il cambiamento.

Ma i cambiamenti sono un bene.

La staticità ci porta alla stagnazione e alla regressione.

Ma la vita è evoluzione.

 

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