Nel 1961, è entrato in vigore il Trattato antartico internazionale che, in sostanza, stabiliva che l’Antartide era off limits per le rivendicazioni territoriali e poteva ospitare solo attività a scopo pacifico.
Da allora una quantità di stazioni si è insediata ai quattro angoli del continente.
Alcune sono davvero postazioni di pura ricerca, ma la maggior parte, a dispetto del trattato, si compone di basi congiunte, militari e scientifiche.
Prima del trattato però, le comunità internazionali hanno ingaggiato battaglia per spartirsi il territorio. Volevano tutti una fetta di quella torta gelato.
Il conflitto ha raggiunto il culmine durante la seconda guerra mondiale, data la propensione dei sottomarini nazisti a riparare nell’Oceano Meridionale.
Persino prima di allora la Germania era tra i Paesi più agguerriti nei tentativi di occupazione.
Nel 1938 aveva costituito la Deutsche Antarktische Expedition per esplorare il continente e allestire una base.
Lo scopo ufficiale della spedizione era individuare un sito adatto a una stazione di caccia alle balene, ma il sospetto generale era che in realtà cercasse una sede per una base navale.
Avevano assoldato persino il celebre esploratore polare americano Richard E. Byrd, perché tenesse una conferenza al gruppo prima della partenza da Amburgo.
Dettaglio curioso e rilevante, perché il personaggio rispunta poco dopo.
I nazisti erano riusciti ad accaparrarsi una regione dell’Antartide detta Terra della Regina Maud, al tempo considerata di proprietà dei norvegesi e ribattezzata Nuova Svevia dai tedeschi.
A quanto sembra, l’operazione aveva spinto anche gli americani ad organizzare una propria spedizione, guidata dallo stesso Richard Byrd.
La missione è avvolta nel mistero.
Byrd aveva commissionato la costruzione di un gigantesco mezzo da neve, un mostro lungo quasi diciassette metri in grado d’inerpicarsi sulle montagne polari o di superare crepacci giganteschi. Il ponte si poteva addirittura adibire al trasporto di un piccolo aereo da ricognizione.
Un bestione davvero impressionante.
Era progettato per trasportare tutti gli equipaggiamenti e i viveri necessari a un anno di esplorazione senza rifornimenti. A tutti gli effetti fungeva da base mobile.
Ma qual’era lo scopo?
E’ qui che la faccenda diventa interessante. La costruzione e il trasferimento del bestione avevano richiamato molta pubblicità, ma quando il mezzo è arrivato in Antartide è calato il silenzio assoluto.
Non soltanto gli ordini impartiti a Byrd per la spedizione erano top secret, ma persino l’esistenza di quegli ordini era segretata.
Solo a distanza di anni Byrd ha ammesso che la missione aveva percorso millecinquecento chilometri di costa inesplorata, quella che chiamava “la costa fantasma”, e cinquantanove uomini erano rimasti sul posto per proseguire le esplorazioni.
Cosa stavano cercando?
Esistono molte teorie in merito,alcune banali, altre piuttosto fantascientifiche.
Molti sono convinti che i tedeschi avessero fatto una scoperta straordinaria sotto i ghiacci. Alcuni vecchi resoconti infatti, confermano l’ipotesi che i tedeschi avessero scoperto un gigantesco sistema sotterraneo di grotte, laghi caldi, crepacci e gallerie.
Alla riprova di perizie geologiche più recenti, i resoconti tedeschi appaiono meno fantasiosi. Gli studi effettuati negli ultimi anni hanno rivelato anomalie sorprendenti nelle profondità dei ghiacci: antichi laghi e corsi d’acqua, gli uni e gli altri con indizi di una grande varietà di forme viventi e gole da far impallidire il Grand Canyon. Hanno scoperto persino vulcani sepolti, i cui flussi lavici hanno aperto milioni di canali sotto i ghiacci.
Comunque, a suo tempo, il sospetto di una base navale nazista ha richiamato l’attenzione negli Stati Uniti, tant’è vero che esiste un’articolo pubblicato dal New York Times nel 1945 che titolava: “Scoperta base segreta in Antartide”.
Ovviamente non solo i tedeschi e gli americani si sono mostrati interessati al continente antartico.
Gli inglesi sono tra i più attivi esploratori antartici in assoluto. Sono stati i primi ad installare una base sul posto, hanno dato il nome a gran parte dei territori principali e, dieci anni dopo la guerra, hanno organizzato dozzine di spedizioni in tutto il continente, alcune guidate da un’organizzazione chiamata Falklands Islands Dependencies Survey. Nel 1962 l’associazione ha cambiato designazione, diventando il British Antarctic Survey.
Ma perché tante spedizioni, soprattutto a guerra mondiale conclusa?
Bisogna tener presente che, al termine del conflitto, buona parte dei leader nazisti era finita nelle mani degli inglesi.
Rudolf Hess, Heinrich Himmler e, in particolare, il capo della Marina tedesca, il grandammiraglio Karl Donitz.
Gli inglesi hanno potuto interrogare indisturbati tutti quei comandanti e molto prima che ci arrivassero i sovietici.
Da capo della Marina, Donitz doveva avere una conoscenza approfondita delle attività dei sottomarini nazisti in prossimità del continente antartico.
Infatti, incluse l’ubicazione della base nella Nuova Svevia e le scoperte fatte dai tedeschi sul posto.
Durante i processi di Norimberga, Donitz dichiarò, vantandosi dei risultati delle esplorazioni naziste in Antartide, di aver trovato “una fortezza inespugnabile, un’oasi paradisiaca nel bel mezzo dei ghiacci eterni”.
Cosa insolita è che l’ammiraglio Donitz, uomo ai vertici della catena di comando nazista, è stato condannato ad appena dieci anni nel carcere di Spandau, a Berlino.
Gli altri imputati sono stati giustiziati, mentre il comandante supremo della flotta nazista se l’è cavata con una punizione pressoché simbolica.
E come può esserci riuscito?
Stipulando una sorta di accordo, una condanna più lieve in cambio d’informazioni.
Nel 2012 poi, gli inglesi costruirono la stazione di ricerca Halley VI, simile ad un bruco.
L’Halley VI infatti, si caratterizza per il suo design ingegnoso di moduli d’acciaio individuali e collegati gli uni agli altri da corridoi coperti; ogni modulo è sospeso sopra la superficie del ghiaccio da sostegni idraulici ad altezza variabile, montati su pattini.
E’ la sesta versione della Halley. Le altre cinque sono finite sepolte dalla neve, schiantate dai ghiacci, o trascinate in mare. Per questo tutti i sostegni ora sono montati su pattini, così è possibile rimorchiarla per liberarla dalle nevicate, o arretrarla dalla deriva dei ghiacci.
Vista da vicino, la stazione è di dimensioni impressionanti. Ogni modulo è alto quanto una casa a due piani e sorretto a una quindicina di metri dalla superficie innevata da quattro enormi sostegni idraulici. Lo spazio sottostante è sufficiente a lasciar passare un grosso trattore…Sembra uscita dritta da Guerre Stellari.
Solo in tempi recenti abbiamo cominciato a farci un’idea delle stranezze della geologia antartica.
In superficie l’Antartide è gelata e sembra immutabile, ma nel sottosuolo il clima è tiepido e umido, con paludi e acquitrini protetti per millenni da ogni interferenza esterna.
Si contano centinaia di laghi subglaciali, spesso collegati da fiumi, alcuni dei quali vasti quanto il Tamigi.
Ci sono cascate che scorrono verso l’alto e vulcani attivi le cui correnti di lava hanno scavato tunnel lunghi chilometri nel ghiaccio.
Negli ultimi tempi, gli scienziati hanno scoperto una gola le cui dimensioni superano di gran lunga quelle del Grand Canyon.
Non dimentichiamoci poi del lago Vostok, vasto quanto uno qualsiasi dei Grandi Laghi americani, ma col doppio della profondità e rimasto isolato per quindici milioni di anni.
Quali organismi potrebbero vivere la sotto?
Moltissimi. E quello di Vostok non è l’unico caso. L’intero continente australe ha rivelato a sorpresa la presenza d’insolite forme di vita.
Nel 1999 fu scoperto sul ghiaccio un virus al quale nessun essere umano o animale è immune.
Nel 2014 è stato riportato in vita un muschio antartico risalente a mille cinquecento anni or sono (e in Siberia ne è stato resuscitato un altro rimasto congelato per trentamila anni).
In diverse regioni del continente sono stati rinvenuti resti pietrificati di grandi foreste.
Finora però, abbiamo solo scalfito la superficie. nessuno è ancora in grado di prevedere cosa troveremo sotto la calotta di ghiacci.
Cos’altro potrebbe rivelare un paesaggio tanto strano e surreale?
Foto in evidenza sotto licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Foto Antartide di Andrew Mandemaker sotto licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.5 Generic
Foto bandiera Trattato Antartico Internazionale sotto licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Foto stazione Halley VI sotto licenza Creative-Commons-Lizenz „Namensnennung – Weitergabe unter gleichen Bedingungen 4.0 international
Foto ammiraglio Karl Donitz sotto licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Germany