Socrate disse che più gente conosceva, più apprezzava il suo cane. Mark Twain invece affermò che se raccogliete un cane affamato e lo nutrite non vi morderà, e questa è la differenza tra l’uomo ed il cane. Ma alcune tra le parole più belle dedicate ad un cane sono senza ombra di dubbio quelle contenute nel libro “Io e Marley” di John Grogan:
Un cane non se ne fa niente di macchine costose, case grandi o vestiti firmati. Un bastone marcio per lui è sufficiente. A un cane non importa se sei ricco o povero, brillante o imbranato, intelligente o stupido, se gli dai il tuo cuore lui ti darà il suo. Di quante persone si può dire lo stesso? Quante persone ti fanno sentire unico, puro, speciale? Quante persone possono farti sentire… straordinario?
Quando vivi con loro a lungo, ti entrano nel cuore, non ti lasceranno mai, rimarranno con te per tutta la vita, legati al tuo cuore. Si sente spesso dire che il cane è il miglior amico dell’uomo, ma la verità è che spesso proprio il cane ci mostra come essere umani.
Ma adesso andiamo oltre la classica figura del cane come animale da compagnia, cambiamo punto di vista e pensiamo anche all’uso che di questi cani si fa in ambito militare. La prima testimonianza dell’esistenza di cani da guerra risale al 4000 a.C., quando gli egizi li usarono in battaglia. L’esercito degli Stati Uniti invece, cominciò ad utilizzarli durante la prima guerra mondiale.
Da allora i cani sono diventati parte integrante dell’esercito americano, di cui faceva parte ad esempio Cairo, l’esemplare che ha aiutato a stanare Osama Bin Laden dal suo rifugio.
I cani militari in servizio nei vari eserciti oggi dispongono anche di attrezzature all’avanguardia; dal giubbotto tattico in Kevlar rinforzato, ad un incredibile equipaggiamento per la comunicazione a distanza.
Ma più di tutto è stupefacente il particolare vincolo psicologico che si crea tra un cane e il suo conduttore, descritto dal modo di dire “il guinzaglio trasmette tutto”, grazie al quale i due imparano a riconoscere le emozioni dell’altro e a comprendersi al di là dei gesti e dei comandi pronunciati (vi sono cani che hanno dimostrato di riconoscere oltre mille parole e perfino alcune strutture sintattiche). Esiste un legame unico che lega un cane al suo addestratore, e lavorando fianco a fianco riescono a formare un’unica unità da combattimento.
Tant’è vero che oggigiorno il disturbo post-traumatico da stress non colpisce solo i soldati ma anche i cani, e si stanno studiando quindi tecniche per curare entrambi, e vi assicuro che purtroppo il percorso di guarigione non è né rapido né semplice.
Dedicato all’indomabile spirito dei cani, simbolo di fedeltà e intelligenza.
Foto Iraq dog di soldiersmediacenter sotto licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Foto Finnish Spitz sotto licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported