Attila è stato un condottiero e sovrano unno che governò un vastissimo impero che si estendeva dall’Europa centrale al Mar Caspio, e dal Danubio al Mar Baltico.
In realtà era un tiranno sanguinario che si era guadagnato l’appellativo di Flagellum Dei, il “Flagello di Dio”, una leggenda vivente che si diceva brandisse la spada stessa del dio scita della guerra.
Un uomo tanto temuto che bastava il suo nome a far spalancare le porte delle città e mettere fine agli assedi.
Con questo post però non voglio annoiarvi con le solite nozioni storiche, che probabilmente tutti conoscete, ma voglio indirizzare la vostra curiosità su un preciso momento della vita di questo discusso condottiero.
Nel 452 d.C. le orde di Attila calarono sull’Italia settentrionale, lasciandosi dietro una scia di devastazione e saccheggi.
La loro meta era Roma, che attendeva inerme la propria caduta.
Papa Leone Magno però, usci a cavallo dalle mura della città, seguito da una piccola scorta e raggiunse Attila sulle sponde del fiume Mincio per incontrarlo e dissuaderlo dall’assedio.
Il colloquio avvenne in privato, e nessuno ne ha tramandato le parole.

Sappiamo soltanto che subito dopo Attila rinunciò a una vittoria certa e al sacco della città, e lasciò la penisola.
Ma cosa accadde in quell’incontro per far desistere Attila da un sicuro trionfo?
Secondo un’ipotesi, il campo di Attila era già indebolito dalle malattie e da minacce su altri fronti, e il re barbaro approfittò della richiesta del pontefice per levare le tende e andarsene, salvando la faccia.
Altri studiosi ritengono che Leone Magno abbia fatto leva sui timori superstiziosi dell’unno, alimentando la sua paura della “maledizione di Alarico” (violare la città eterna ne condannava l’autore).


Altri ancora ritengono che il papa avesse portato con sé abbastanza oro e tesori da comprarsi la pace.
Qualunque sia stata la ragione che lo fece desistere dal suo piano, Attila morì l’anno successivo, proprio quando stava progettando d’invadere nuovamente la penisola italica e calare su Roma.

Il decesso fu causato da un’emorragia nasale, e si verificò durante la prima notte di nozze con una giovane principessa di nome Ildiko.
Alcune teorie affermano che sia stata lei ad avvelenare il consorte; altre che la sua morte fosse la conseguenza di un alcolismo cronico, esacerbato dagli eccessi al banchetto di festeggiamento.
Comunque nessuno sa cosa ne sia stato di Ildiko, dopo essere stata trovata al capezzale del re defunto.
Si racconta che la salma di Attila sia stata tumulata in una tripla bara di ferro, argento e oro, insieme con larga parte del suo tesoro.
Gli uomini di corte che lo seppellirono furono sterminati in modo da rendere segreta la sua ultima dimora.
Molti ritengono che per nascondere il sepolcro, fosse stato deviato il corso di un fiume, restituito al suo letto dopo la sepoltura.
Inutile dire che, al momento, questa tomba è da ritenersi perduta.