Inutile girarci attorno; in questi giorni soffiano venti di guerra e molto probabilmente le notizie riguardanti la pandemia, che hanno dominato la quotidiana narrazione del panorama mediatico, lasceranno il posto agli intenti belligeranti. Quello che dovrebbe più preoccuparci, oltre al fatto che il teatro bellico è relativamente vicino al nostro paese, è che le armi rispetto al passato sono notevolmente cambiate e sono state perfezionate anche quelle chimiche e biologiche. Vale la pena quindi soffermarsi anche su queste ultime e capire a cosa si potrebbe andare incontro.
Quando sono nate queste armi e qual’é la loro storia?
La data ufficiale in cui furono impiegate le prime armi chimiche è il 22 aprile 1915, quando i tedeschi liberarono gas cloro contro le truppe nemiche. Si trattava di una sperimentazione primitiva: i soldati stavano seduti nella loro trincea, aprivano un contenitore di gas e potevano solo sperare che il vento lo spingesse verso le trincee nemiche.
In caso contrario, erano veramente nei guai. Nel corso della prima guerra mondiale furono apportati molti miglioramenti, se si può usare questo termine. Bombe a gas e agenti chimici migliori: iprite, azotiprite e lewisite.
Sono tutti liquidi oleosi che agiscono sulla pelle bruciandola e provocando piaghe. Possono anche uccidere ma non in modo rapido.
Nella seconda guerra mondiale ci furono nuovi progressi, sempre da parte dei tedeschi (i tedeschi furono i chimici migliori per la maggior parte del ventesimo secolo). Nel 1936 sintetizzarono un complesso estere organofosforico chiamato tabun. Si trattava di un gas nervino in grado di uccidere chiunque ne respirasse a sufficienza. Tutti gli sviluppi successivi (sarin, soman, GB, VX, ZV, ecc.) sono solo delle messe a punto all’interno di questa classe di base di composti chimici. Si chiama gas nervino perché uccide interferendo con la trasmissione degli impulsi dal sistema nervoso. I nervi funzionano elettricamente, ma gli impulsi saltano da una cellula nervosa all’altra (attraverso terminazioni comunicanti chiamate sinapsi) tramite un processo chimico. I gas nervini, come il sarin, il tabun, e lo ZV, inibiscono l’azione di trasmissione di tali impulsi. Ciò si traduce in difficoltà respiratoria, paralisi e morte. Parliamo ora della loro efficacia. Il tabun e il sarin, o l’americano GB dovevano essere respirati per essere letali. Pertanto le maschere antigas rappresentavano una difesa adeguata.
Inoltre, questi gas erano relativamente deboli, tant’è che ormai non vengono più prodotti. Ma esiste un’altra famiglia di gas, come per esempio il VX, la cui azione letale avviene sia per assorbimento attraverso la pelle sia per inalazione. Una dose nell’ordine dei milligrammi può uccidere. Il VX è terribilmente potente; la dose letale è stimata fra i due e i dieci milligrammi. Ma, per quanto potente possa essere, non è nulla in confronto allo ZV. Lo ZV, come il VX, è oleoso. Appiccica, aderisce alle cose, persiste nell’ambiente. Ma un decimo di milligrammo è una dose letale. In altre parole, è cento volte più potente del VX. Stiamo parlando di una potenza straordinaria. E’ così potente che non è mai stato sintetizzato come gas singolo, ma come binario, ossia viene prodotto sotto forma di due gas separati, ciascuno di per sé innocuo. Ma quando si combinano sono letali.
Ma quali sono gli effetti dello ZV sull’uomo?
Supponiamo che un soggetto venga esposto a una dose del gas corrispondente a cinque decimi di un milligrammo, che è una dose letale. Il soggetto reagirà istantaneamente portandosi le mani al petto, tossendo e soffiandosi il naso. Prime fasi: naso che cola, pressione al petto, visione offuscata. Il naso comincerà a colare abbondantemente e gli occhi diventeranno dei pallini neri. Pupille a punta di spillo. A questo punto il soggetto si piegherà in due in preda ad un evidente dolore. Fase intermedia: crampi e nausea. Sarà preso da terribili conati. Vomito. Sarà chiaramente confuso e in preda a forti dolori, e una macchia scura gli si disegnerà sui pantaloni. Minzione involontaria. Il soggetto barcollerà, le gambe e le braccia si contorceranno e tremeranno come colpiti da spasmi. Barcollamento. La sua faccia sarà contratta dall’agonia e perderà l’equilibrio contorcendosi e dimenandosi. Sonnolenza. Il soggetto non sarà più vigile e non si muoverà più. Coma. Il suo petto mostrerà ancora un debolissimo movimento, ma poi anche questo cesserà. Cessazione del respiro e morte. Tempo trascorso dal contatto col gas alla morte: poco più di 1 minuto. Attenzione; abbiamo appena fatto un esempio di un uomo che riceve la dose letale minima moltiplicata per cinque. Se fosse stata inferiore, sarebbe morto lo stesso ma più lentamente, in circa un’ora o due, ma con la stessa identica progressione.
Le armi chimiche e biologiche si prestano ad un uso occulto contro il quale è estremamente difficile immaginare una difesa davvero efficace, e a noi “poveri mortali”, una volta riconosciuto che la possibilità esiste, non rimane molto da fare di più che preoccuparsene.
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