Il contatto con una civiltà di esseri alieni è indubbiamente qualcosa a cui, consciamente o inconsciamente, l’uomo aspira.

L’universo è infatti talmente grande da farci desiderare di condividere con altri i suoi misteri e le sue immensità e da indurci a sperare che intorno a qualche stella lontana vi siano uno o più pianeti simili alla Terra, in grado di ospitare una forma di vita evoluta.

Questa possibilità non è poi tanto remota e ormai tutti gli astronomi sono concordi nell’accettare l’idea che pianeti come la Terra non siano un eccezione nel Cosmo, bensì la regola.

La dimostrazione più lampante di questo orientamento si è avuta con la missione del Pioneer 10, la sonda spaziale americana, lanciata nel marzo del 1972, che oggi, dopo aver completato l’esplorazione dello spazio interplanetario, viaggia verso l’infinito recando a bordo una lastra d’alluminio dorato con incise parecchie informazioni sulla nostra civiltà (ubicazione della Terra, figure umane stilizzate, formule di fisica, suoni, voci, immagini, ecc.).

Si tratta insomma di una specie di messaggio dentro una bottiglia spazio-temporale che un giorno qualcuno potrebbe raccogliere.

Tuttavia se da un lato gli scienziati sono disposti ad ammettere la possibile esistenza di altri mondi abitati, dall’altro sembrano essere concordi sulla estrema improbabilità di un contatto a breve termine tra noi e una civiltà aliena.

Un contatto diretto sarebbe impossibile a causa delle enormi distanze che separano le stelle, mentre un contatto radio, più plausibile da un punto di vista pratico, viene oggi guardato con altrettanto scetticismo, specie dopo la chiusura del progetto SETI (acronimo di Search for Extra Terrestrial Intelligence, progetto scientifico internazionale per la ricerca di civiltà extraterrestri).

E se nonostante tutto, un contatto fosse già avvenuto?

Esiste, nel deserto del Nevada, un’installazione militare sotterranea chiamata in codice  “Dreamland”, Terra del Sogno, ma universalmente conosciuta come Area 51.

Secondo alcuni, negli hangar sotterranei dell’Area 51 il governo americano terrebbe nascosti i relitti di astronavi extraterrestri caduti sul suolo americano, mentre in altri laboratori della stessa installazione si starebbe procedendo alla costruzione di nuovi velivoli con le caratteristiche tecnologiche di quelli originali.

Nella base sarebbero anche nascosti i corpi di tre delle creature morte durante l’impatto del loro velivolo, battezzate all’inizio della questione dalla C.I.A. con la sigla E.B.E. (Entità Biologica Extraterrestre).

Queste sconcertanti affermazioni possono apparire fantascientifiche, ma c’è di più.

Si parla anche di un patto segreto stipulato tra gli esponenti del governo e dei servizi segreti e gli alieni, chiamati in codice “Grigi”, creature di bassa statura, dal cranio ipersviluppato, con la pelle grigiastra, grandi occhi neri e liquidi a forma di goccia, bocca sottile, nasi quasi inesistenti, e sei dita per mano con una membrana interdigitale tra di esse.

In base a questo “insolito” patto, gli alieni avrebbero accesso diretto ad alcuni basi segrete e alle relative installazioni tecniche (una di queste è proprio l’Area 51) sparse nel territorio degli Stati Uniti e controllate dai militari; qui, lontano da sguardi indiscreti, potrebbero compiere tutti gli esperimenti genetici e biologici legati all’inquietante e crescente fenomeno dei rapimenti alieni.

Come se non bastasse, i Grigi sarebbero liberi di condurre orripilanti mutilazioni di animali (per chi volesse approfondire http://mutilazioni animali e chupacabras) prelevando tessuti e materiale biologico “vivo” per le loro ibridizzazioni genetiche i cui scopi sono conosciuti soltanto a un misterioso gruppo segreto denominato Acquarius.

Il governo americano sarebbe coinvolto in questa specie di “gioco cosmico” ed in cambio, i responsabili del progetto Acquarius avrebbero beneficiato della sofisticata tecnologia avanzata aliena da implementare in alcuni programmi di ricerca spaziale e militare.

Un pallido esempio sarebbero i materiali ad alta trasparenza radar, di cui non si conosce la formula chimica, che rivestono i caccia Stealth.

Ma questa forse è soltanto la punta dell’iceberg.

Se il mito dell’Area 51 e del patto tra i Grigi e la Casa Bianca, possono far sorridere o essere un ottimo soggetto per una sceneggiatura cinematografica, secondo alcuni la questione dei rapimenti alieni nei confronti di ignari esseri umani è molto più inquietante.

Tutti coloro che hanno vissuto questa drammatica esperienza, sembrano aver subito un grave trauma psicologico, tanto da ritenere le loro testimonianze non come allucinazioni o sogni, ma il frutto di esperienze drammaticamente reali.

Uno dei casi più noti è quello di Travis Walton, un boscaiolo che venne prelevato da un disco volante di fronte ai suoi colleghi la sera del 18 novembre 1975. I colleghi di Walton furono inizialmente accusati di sequestro, ma dopo cinque giorni il ragazzo ricomparve. Della sua esperienza, il boscaiolo ricordava pochi particolari ma fra questi non mancavano i nanerottoli macrocefali e la solita visita medica.

Il dubbio è in agguato, il mistero inquietante rimane in tutti noi, la sfida per la ricerca della verità è aperta.

 

Foto mappa Area 51 di Finlay McWalter sotto licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported

Foto Groom Lake di Doc Searls sotto licenza  Creative Commons Attribution 2.0 Generic