La teoria dei 6 gradi di separazione in sociologia , è quella teoria secondo la quale ogni persona può essere collegata a qualunque altra persona o cosa attraverso una catena di conoscenze e relazioni con non più di 5 intermediari.

Tale teoria si è rivelata molto spesso esatta, ma vi è anche da dire che in realtà siamo tutti connessi e non si può separare una vita da un’altra più di quanto si possa separare la brezza dal vento. Per capire meglio il tutto facciamo un esempio, prendiamo una storia e guardiamola da due prospettive diverse. Un gruppo di bambini sta giocando a pallone in una piazzetta quando all’improvviso la palla lanciata un pò più forte finisce sulla strada. Uno dei bambini insegue la palla sulla strada per recuperarla quando all’improvviso, davanti a lui, sbuca un’automobile. L’auto frena di colpo, sterza e lo evita per un soffio; il bambino rabbrividisce e ancora tutto impaurito raccoglie la palla e torna dai suoi amici a giocare. Ora consideriamo la stessa storia da una prospettiva diversa. Un uomo è al volante della sua automobile quando all’improvviso una palla rimbalza sulla strada e un bambino la insegue. Il conducente preme il pedale del freno e sterza bruscamente per evitarlo; l’auto slitta, i pneumatici stridono, ma l’uomo riesce a riprendere in qualche modo il controllo della vettura e prosegue per la sua strada. Il bambino scompare dallo specchietto retrovisore, ma il conducente è ancora scosso dall’incidente appena sfiorato. La scarica di adrenalina ha costretto il suo cuore, un cuore debole, a pompare furiosamente, il che lo lascia stremato. L’uomo si sente stordito, svolta in un vicolo e accosta perché avverte un dolore al braccio e al petto. Dalle coronarie non giunge più sangue al cuore, l’uomo ha un attacco cardiaco e muore. Abbiamo appena esaminato una stessa storia, avvenuta nello stesso giorno e nello stesso istante, ma da due prospettive diverse. Una versione però termina bene, con dei ragazzini che giocano a palla, e l’altra finisce male, in un obitorio. Ma lo spirito umano, nel suo intimo, è consapevole che tutte le vite si incrociano; accade tutti i giorni, in una sorta di equilibrio che fa deperire qualcuno e prosperare qualcun’altro. Quale morale possiamo trarre da tutto questo? La morte dell’uomo in macchina potrebbe sembrare inutile, magari quello stesso uomo pensava che la sua stessa vita fosse inutile. Ma in realtà nessuna vita è sprecata. L’unico tempo che sprechiamo è quello che trascorriamo a pensare di essere soli.

 

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