In una zona desolata dell’Asia centrale, a cavallo del confine tra Kazakistan e Uzbekistan, si trova  il lago d’Aral.
Cinque milioni di anni fa, il Caspio era un oceano. Per questo è salato, anche se solo di un terzo rispetto alla concentrazione salina degli oceani attuali.

Poi le terre si richiusero, formando il mar Caspio, il mar Nero, e il bacino salato di cui stiamo parlando: il lago d’Aral.
Oggi non ne è rimasto però granché, e non per colpa della geologia. la responsabilità è degli uomini.

In passato era il quarto lago più grande del mondo, con una superficie quasi pari all’Irlanda, ma negli anni sessanta, i sovietici deviarono a scopo di irrigazione il corso dei suoi due affluenti principali, prosciugandolo per il novanta per cento, e tramutando un mare interno un tempo molto ricco nelle letali e tossiche piane di sale del deserto di Aralkum, costellate dai relitti spiaggiati e arruginiti di antichi pescherecci.

Probabilmente si tratta della più grave catastrofe ambientale mai causata dall’uomo.
Lo so che come meta turistica non sembra molto attraente, ma visitarla è un monito per le nostre coscienze.

Per motivi diversi è bene parlare anche del lago Bajkal, considerato il più antico e profondo lago del mondo.
Contiene oltre il venti per cento di tutta l’acqua dolce del pianeta.

Già gli antichi abitanti della Mongolia lo consideravano preziosissimo perché particolarmente pescoso……………e lo è ancora oggi.
Il lago Bajkal possiede anche una specie endemica, la nerpa, l’unica specie di foca d’acqua dolce al mondo.

Gli scienziati hanno addirittura coniato il termine “bajkalologia”, per indicare lo studio della sua insolita biosfera.
D’inverno il lago ghiaccia completamente, divenendo una delle vie più battute per passare dalla terraferma all’isola di Olkhon grazie ad un autobus che viaggia direttamente sul ghiaccio.

Foto Lago Bajkal di Sergey Pesterev sotto licenza  Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International

Foto foca “nerpa” di Francorov  sotto licenza GNU Free Documentation License