Una delle mete turistiche estive italiane più gettonata è senza ombra di dubbio la Sardegna. Con i suoi 1840 Km di coste, è la regione italiana con il maggior sviluppo costiero; il mare è limpido e praticamente preservato da ogni tipo di inquinamento. Molte spiagge della Sardegna sono ormai molto note a livello nazionale e internazionale, come quelle di Villasimius, della Costa Smeralda e di Alghero, e sono tra le mete favorite per le vacanze. Molte altre invece, altrettanto belle, sono riuscite a conservare la loro natura selvaggia sottraendosi, completamente o parzialmente, al turismo di massa.

Non si può non restare affascinati dalle piccole calette che celano angoli selvaggi e mari cristallini, o stupiti nel constatare le meraviglie che la natura, con pazienza nel corso dei secoli, ha saputo creare nelle spettacolari grotte che penetrano il cuore dell’isola.

Il suo capoluogo, Cagliari, è dotato di un porto di importanza internazionale che svolge funzioni commerciali, industriali, turistiche e di servizio per passeggeri grazie anche alla capacità di accogliere enormi navi da crociera.

Nel cuore del centro storico di Cagliari poi, è possibile notare un enorme arco in pietra, fiancheggiato da colonne doriche e sormontato da una trabeazione con una corona ed uno scudo, e la scritta Regio Arsenale sul lato inferiore. Quest’angolo della città vecchia, conosciuto come l’Arsenale, un tempo ospitava la guarnigione militare e le sue prigioni. Ma ora non più; adesso davanti all’entrata vi è appeso un lungo stendardo con su scritto “Museo Archeologico Nazionale di Cagliari“.

L’ex piazza militare, che si estende oltre il passaggio ad arco, oggi ospita la Cittadella dei musei. Tutto questo per dire che la Sardegna, contrariamente allo stereotipo che la contraddistingue, non è soltanto spiagge e mare. La seconda isola più grande del Mediterraneo ha anche una ricca storia militare. Non ci fermiamo dunque ai capannelli di turisti entusiasti raccolti intorno alle guide, ai gabbiani che stridono e sfrecciano nel cielo, o ai gruppi di piccioni che zampettano tra le gambe dei passanti. La Sardegna è molto di più. La Sardegna ha ad esempio anche un enorme patrimonio archeologico, come testimoniato dai diversi scavi d’insediamento di tribù nuragiche locali, un popolo dell’Età del Bronzo che ha occupato l’isola per sedici secoli, fino a quando non è scomparso.

Uno dei tesori conservato invece nel Museo di Cagliari è la Stele di Nora, una lastra di pietra alta un metro e mezzo, ricoperta da simboli cuneiformi e risalente al IX o all’VIII secolo a.C. Questa è una delle più antiche testimonianze di scrittura fenicia. E’ incompleta, ma racconta di una grande guerra combattuta dai nuragici contro un nemico potente, che alla fine ha avuto la meglio e ha portato i suoi avversari alla rovina.

Chi era questo nemico?

E’ un mistero antichissimo e ancora irrisolto. Per quanto esigui, i migliori resoconti di questo conflitto si devono agli egizi, anch’essi attaccati e sonoramente sconfitti dallo stesso nemico proveniente dal mare. Gli egizi raccontano di una battaglia furiosa e caotica, combattuta sia in terra sia in mare, con i soldati egizi che morivano a centinaia. L’impressione generale che se ne trae è di puro terrore. Esiste una rappresentazione, trovata in un tempio nei pressi di Luxor, che cattura meravigliosamente il terrore di quei momenti, ma manca un particolare…non mostra chi sta attaccando gli egizi. Ci sono solo soldati che contrastano un nemico fuori campo.

Vi è da dire che gli egizi erano un popolo molto superstizioso, facevano molto affidamento sulla loro iconografia, quindi è probabile che fossero troppo spaventati per riprodurre il loro nemico rivelandone l’aspetto. Apparentemente sembra stiamo uscendo dal seminato, allontanandoci dal vero oggetto del nostro post, ma non è così. Vi ho raccontato tutto questo per sottolineare il fatto che forse qualcun altro ha provato a raffigurare questo nemico, e la prova archeologica è presente proprio nel Museo di Cagliari: i Kolossoi, o Giganti di Mont’e Prama. Si tratta di enormi guerrieri in arenaria ritrovati spezzati e sepolti in un campo sulla costa occidentale della Sardegna, nella penisola del Sinis.

Si stima che in tutto siano quarantaquattro, ma al momento ne sono stati ricomposti poco più della metà. Alcune di queste statue rappresentano arcieri pronti alla battaglia, altri guerrieri con spade, altri ancora hanno pugni enormi, come se indossassero guantoni da boxe. Resta qualche interrogativo sulla loro datazione, ma è generalmente accettato che siano state scolpite dai nuragici durante il Medioevo ellenico.

Ma qual era la funzione di questi giganti?

Erano guardiani sacri. I nuragici li avevano collocati tra le rovine della tentacolare necropoli alle pendici di Mont’e Prama.

Si crede che vegliassero sui defunti, forse sui corpi degli uomini e delle donne massacrati dal misterioso nemico venuto dal mare. Mont’e Prama si affaccia sul mare ad occidente, ed era come se i Giganti attendessero il ritorno degli invasori, pronti a dar loro battaglia. Miti e leggende abbondano su queste gigantesche statue. E’ scritto che avrebbero preso vita se la Sardegna fosse stata attaccata; che si sarebbero spogliate della pietra, rivelando armature di bronzo, e che avrebbero scagliato enormi massi sugli invasori dalla vetta del Mont’e Prama. Secondo un’altra leggenda, i nuragici le hanno scolpite a immagine e somiglianza dei loro nemici, affinché questi pensassero che il proprio popolo occupasse già l’isola e passassero oltre. Se quello era il vero aspetto del nemico, o almeno una sua rappresentazione in pietra, dobbiamo ammettere che faceva rabbrividire; testa allungata in modo innaturale sormontata da una protuberanza tondeggiante, faccia piatta con fessure per bocca e narici, ma era soprattutto gli occhi a impressionare, cerchi perfettamente concentrici che fissavano il vuoto.

Altro elemento storico e archeologico che rende grande la Sardegna è la figura di Dedalo. Dedalo era un abile artigiano che inventò congegni di ogni tipo. Dedalo costruì il labirinto in cui era rinchiuso il Minotauro, e realizzò le ali di Icaro.

Secondo Sofocle e Aristofane, scolpì pure realistiche statue animate, così leste di gambe che bisognava tenerle legate per impedire che scappassero. La sua reputazione fu tale che la parola daedala venne coniata per descrivere statue semoventi talmente perfette da non sembrare opera di un essere umano. Stando alle leggende, Dedalo fu costretto a scappare da Creta dopo aver tradito re Minosse rivelando l’esatto percorso del labirinto. Fuggì così prima in Sicilia, e poi in Sardegna, dove si stabilì.

Adesso però lasciamo l’aspetto storico-culturale della Sardegna , e riprendiamo invece quello più mondano e festaiolo. Chi ha la fortuna di poter visitare la Sardegna a inizio estate, respirando a pieni polmoni l’aria salmastra tra le varie viuzze acciottolate e i caratteristici negozietti, tenga presente che il 24 giugno si festeggia San Giovanni Battista, una ricorrenza religiosa che viene festeggiata in modi diversi in tutta Europa ed è molto sentita sull’isola. La tradizione sarda di questa festa affonda le sue radici nei riti pagani. Per i popoli antichi di questa terra infatti, il 24 giugno corrispondeva al solstizio d’estate, un momento magico, in cui il sole e la luna, rappresentati rispettivamente dal fuoco e dall’acqua, si univano. Ed è proprio per questo motivo che al culmine dei festeggiamenti vengono sparati fuochi d’artificio direttamente dal mare. Sulle spiagge invece, si accendono falò ed è tradizione esprimere un desiderio e saltare sopra le fiamme per far sì che si avveri. E pensare che la maggior parte di noi si accontenta delle candeline sulla torta!

 

Foto Torre della Pelosa di Antofa sotto licenza  Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported

Foto spiaggia di Li Cossi di Carlo Pelagalli sotto licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported

Foto porto di Cagliari di Cristiano Cani sotto licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic

Foto pinacoteca nazionale di Cagliari di Francesca Iannelli sotto licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported

Foto nuraghe di Heinz-Josef Lücking sotto licenza  Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Germany

Foto gigante Mont’e Prama di Prc90 sotto licenza  Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported

Foto testa gigante Mont’e Prama di Sailko sotto licenza  Creative Commons Attribution 3.0 Unported

Foto necropoli di cristianocani sotto licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic