Punggye-ri è un villaggio situato in una regione montagnosa della Corea del Nord, famoso per il poligono nucleare che si trova ad appena 12 Km dal villaggio stesso.

Punggye-ri è l’unico sito per i test nucleari formalmente conosciuto in Corea del Nord; sito dal quale è partita la completa denuclearizzazione della Corea del Nord.

Balle!!

Pyongyang mente, e la denuclearizzazione della Corea del Nord è un imbroglio…una truffa ben riuscita perché proposta con grande abilità.

La Corea del Nord è un enigma.

In apparenza non ha nulla, o comunque molto, molto poco.

Il paese è piccolo, brullo, privo di materie prime, orribilmente governato, in bancarotta e a un passo dal morire di fame.

I due principali raccolti (riso e frumento), sono spesso dei fallimenti.

Eppure continua a comportarsi come se fosse a capo del mondo.

Come è possibile? Come fa a riuscirci?

Perché gli altri Paesi glielo permettono. Perché le persone razionali hanno sempre paura di un pazzo.

E perché possiede bombe atomiche di entrambi i tipi, nucleari e termonucleari, e ampie scorte di uranio e polonio.

Anche se può sembrare che il regime di Kim Jong-un sia pronto a consegnarne una parte all’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica perché venga distrutta, ha sicuramente altre riserve nascoste in luoghi segreti.

Ma se la Corea del Nord ha acconsentito a distruggere pubblicamente Punggye-ri, come potrebbe proseguire i test nucleari?

Innanzitutto perché il sito di Punggye-ri, che sostanzialmente è o era una montagna, è già stata distrutta. Da loro, per errore.

Per trent’anni almeno, sotto tre successivi regimi, tutti dominati dalla dinastia Kim (nonno, figlio, e ora nipote) i nordcoreani hanno lavorato giorno e notte per accumulare un arsenale di ordigni nucleari.

Anni fa hanno scelto quella montagna e hanno cominciato a scavarne il fianco.

L’hanno perforata fino a raggiungere il centro, usando macchinari ma anche schiavi, morti a migliaia di malnutrizione e superlavoro.

Da lì fu estratto talmente tanto materiale da creare altri due monti, ma venne portato via con dei camion perché non si vedesse dall’alto.

Raggiunto il nucleo, continuarono a bucare. Altri cunicoli, gallerie, camere di prova, in tutto quasi trecento chilometri.

Poi madre natura si è presa la rivincita.

La montagna non ha retto più e ha cominciato  collassare.

Ma loro non si sono fermati. Hanno testato la loro bomba H più potente a grande profondità, provocando un terremoto la cui magnitudo ha superato il sesto grado della scala Richter.

Questo ha causato l’implosione finale di Punggye-ri.

Con il monte ha iniziato a disintegrarsi anche l’economia della Corea del Nord per via delle sanzioni economiche che gli sono state imposte quando ha espulso degli ispettori dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica.

Ed è stato allora che se ne sono usciti con questa bella trovata: distruggeremo pubblicamente Punggye-ri se ci mandate il frumento e il petrolio di cui abbiamo bisogno.

E l’Occidente ci è cascato e lo ha fatto.

Ma allora perché siamo rimasti tutti ingannati da quell’imbroglio?

Ancora una volta perché lo vogliamo.

La maggior parte dei politici hanno un ego smisurato, e una simile vanità permette di abbandonarsi alle illusioni senza troppi danni, eccetto l’inutile spreco di enormi quantità di denaro dei contribuenti (lo sperpero dei fondi governativi è un dato di fatto).

Nel 1938, quando gli americani non avevano ancora la CIA, l’Inghilterra disponeva già dell’MI6.

Gli agenti inglesi erano attivi nella Germania nazista e sapevano dei campi di concentramento: Dachau, Sachsenhausen, Buchenwald.

Scoprirono cos’erano, dov’erano, cosa succedeva al loro interno, e riferirono ogni cosa al ritorno, ma nessuno voleva sapere.

Comunicarono che Hitler stava mettendo in cantiere navi da guerra di cui una Germania che si professava a favore della pace non avrebbe mai avuto bisogno.

Ma ancora una volta, nessuno a Londra ascoltò.

I caccia Messerschmitt uscivano dalle fabbriche al ritmo di due al giorno, e le spie inglesi lo dichiararono, ma Downing Street non volle ascoltare.

Un primo ministro credulone diede ascolto soltanto all’Ufficio Esteri, fanatico sostenitore della politica di pacificazione, e si fece convincere che Hitler era un uomo d’onore che una volta data la sua parola l’avrebbe mantenuta.

Giorno dopo giorno però, il Fuhrer infrangeva tutti i termini del trattato di Versailles, ogni promessa fatta. Ed era tutto dimostrabile.

Perché sono tornato così indietro nel tempo raccontandovi questa storia?

Perché è quello che sta succedendo di nuovo.

La massima potenza dell’Occidente ha deciso di illudersi che un mostro asiatico di provata crudeltà diventerà un partner amante della pace in cambio di una ciotola di riso.

E’ l’ennesimo trionfo dell’illusione.

Punggye-ri non ha nessun valore, perché non è più un sito nucleare.

Quello che hanno fatto saltare davanti al mondo plaudente era poco più di un cumulo di detriti. Ma hanno altri laboratori, anche se in questo momento non hanno bisogno di fare dei test.

Possiedono un arsenale sufficiente a sfidare l’intero pianeta.

Perciò distruggere Punggye-ri non è stato un problema per loro.

In compenso ne hanno due diversi.

E’ inutile avere bombe atomiche se non puoi farle arrivare su un obiettivo lontano migliaia di chilometri.

Il loro missile intercontinentale più grosso non è ancora abbastanza potente da trasportare la loro testata  termonucleare più piccola. Stanno cercando di miniaturizzare l’arma e aumentare la potenza del razzo. E alla fine ci riusciranno.

Quando otterranno questo risultato, non avranno più bisogno di chiedere favori, ma saranno loro a dare ordini, o peggio.

Ma se la distruzione di Punggye-ri non è stato altro che una messinscena, cosa vogliono realmente?

Una sorta di prestito ponte. Parecchi milioni di tonnellate di granaglie, miliardi di galloni di olio combustibile.

Solo che un prestito di solito viene restituito, mentre questo non lo sarà mai.

Si tratterebbe di un dono, in cambio di un comportamento corretto.

Almeno finché dura, cioè finché gli farà comodo.

E se il dittatore nordcoreano non otterrà in toto questo “prestito ponte”?

Allora andrà a sbattere contro il problema numero due.

A differenza di quanto si possa pensare, il piccolo, grassottello Kim è molto più debole di quanto sembri.

Noi vediamo sempre e unicamente squadroni di soldati che marciano tronfi al passo dell’oca, super addestrati e super fedeli a Pyongyang. Ma soltanto i pochi milioni di privilegiati fedeli al regime possono vivere nella capitale, sistemati in belle case, con buoni lavori, e ben nutriti.

Solo questi, scelti con cura, compaiono davanti alle telecamere occidentali.

A loro si aggiungono i duecentomila fedelissimi dell’esercito, le guardie pretoriane pronte a morire per il dittatore e per il regime.

Fuori da Pyongyang però ci sono venti milioni di persone che vivono in campagna e un altro milione di soldati che rischiano di morire di fame.

Non tanto i militari, che sono ben nutriti, ma la gente comune: madri, padri, fratelli, sorelle, tutti piegati dalla malnutrizione, che lottano per la vita e generano bambini piccoli e malati.

Prima di morire, Kim Jong-il, il padre di Kim Jong-un, confessò a Condoleezza Rice (consigliere per la sicurezza nazionale americana) che il suo timore segreto era quello che chiamava il “momento Ceausescu”.

Come i Kim, il rumeno era uno spietato tiranno comunista.

Governava il suo paese con il pugno di ferro.

E come loro era crudele,assetato di denaro e corrotto. istruiva il suo popolo a suon di propaganda per farsi venerare.

Un giorno, mentre pronunciava un discorso a Timisoara, una piccola città di provincia, udì un suono che non aveva mai sentito in tutta la sua vita.

Non riusciva a credere alle sue orecchie. Cercò di proseguire, poi perse il filo. Alla fine abbandonò il podio e salì su un tetto dove fu prelevato da un elicottero.

La gente lo stava fischiando.

Nel giro di tre giorni, gli uomini del suo esercito lo arrestarono, lo processarono, condannarono e giustiziarono insieme alla moglie.

Era questo il momento che Kim Jong-il temeva: quando il popolo si rivolta e l’esercito agisce per difendere se stesso, l’ora in cui le schiere dei tuoi servi smettono di acclamarti e iniziano a fischiarti.

Questo può accadere di nuovo?

Chi può sapere fino a che punto possono sopportare la fame i nordcoreani?

 

Foto Kim Jong-un di Cheongwadae / Blue House sotto licenza Korea Open Government License Type I: Attribution

Foto parata militare di Uwe Brodrecht sotto licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic