Quanto conoscete la storia della Terra primordiale?

In particolare della vegetazione che dovrebbe essere esistita diciamo…settecento milioni di anni fa?

Poco o niente presumo, ed è comprensibile.

Nelle comunità scientifiche circola un’ipotesi chiamata LUCA, Last Universal Common Ancestor, cioè l’ultimo antenato comune universale.

In pratica si parla della prima pianta multicellulare comparsa sul nostro pianeta.

In altre parole, il seme o l’origine di qualsiasi vegetale mai esistito sulla Terra.

Se LUCA esistesse (e alcuni ne sono convinti) sarebbe il progenitore di ogni pianta, dai pomodori alle orchidee, dai dente di leone alle piante carnivore.

Ora, prendiamo in considerazione le cellule staminali.

Tali cellule sono in grado di assumere le sembianze di qualsiasi altra cellula del corpo umano, se trattate nel modo giusto.

Potremmo definirle una tabula rasa genetica.

Attraverso la manipolazione delle cellule staminali, gli scienziati sono riusciti a far crescere un orecchio sulla schiena di un topo.

Hanno fatto crescere un fegato intero in laboratorio, quasi dal nulla.

Possiamo quindi renderci conto della portata di tale linea di ricerca. Le staminali hanno già dato avvio a un’industria miliardaria; e non potrà che crescere. E’ il futuro della medicina.

Per dirla in termini semplici, LUCA rappresenta per la vita vegetale ciò che le cellule staminali sono per la vita animale.

Ma perché è così importante?

Facciamo un esempio. Mettiamo che qualcuno scopra in Brasile una nuova varietà di fiori in grado di curare il cancro.

La foresta pluviale però, è quasi sparita; o quel fiore è quasi estinto.

O magari si tratta di un farmaco il cui processo di sintesi si rivela terribilmente costoso.

Grazie a Luca, il problema svanisce.

Perché sarebbe possibile realizzare una semplice copia della pianta in questione.

Meglio ancora, si potrebbe usare LUCA per rinfoltire la foresta pluviale.

O combinarlo con vari semi per far diventare coltivabili i terreni improduttivi.

Le potenzialità sarebbero enormi, perché LUCA sarebbe in grado di replicare qualsiasi vegetale poiché è l’origine stessa della vita vegetale.

E potremmo anche accelerare la crescita, perché LUCA non è soltanto un replicatore, ma anche un amplificatore.

Potremmo quindi rendere le piante più forti.

Immaginate patate o riso in grado di crescere dove prima nascevano solo cactus.

Questi sono i pro ma quali sarebbero i contro?

La Terra primordiale era un luogo molto pericoloso.

Per sopravvivere in un habitat simile, le forme di vita dovevano essere estremamente aggressive. Era necessario.

Se oggi ne lasciassimo libera una, senza prendere precauzioni, probabilmente sarebbe inarrestabile.

L’istinto primario di LUCA sarebbe quello di impossessarsi delle cellule vegetali che ha vicino e modificarle fino a renderle uguali alle proprie, in modo da potersi riprodurre in fretta, proprio come un virus.

Potrebbe trasformarsi nella specie invasiva più terrificante e pericolosa del mondo.

E non sarebbe difficile immaginare come trasformarla in un’arma.

Se diffusa in territorio nemico, potrebbe cancellarne l’intera produzione agricola,mettendo in ginocchio un Paese senza nemmeno bisogno di sparare un colpo.

Per poter utilizzare Luca, dovremmo prima riuscire a creare un campione stabile, e qualora riuscissimo a produrne uno in grado di sopravvivere, dovremmo imparare a tenerlo sotto controllo.

Altrimenti assumerebbe la connotazione di una specie infestante.

Nel nostro Pianeta, l’invasione di un ecosistema da parte di specie straniere è una minaccia concreta e reale: si pensi all’introduzione nelle Everglades dei pitoni, dove stanno causando problemi indescrivibili, alle carpe asiatiche nel Mississippi, che hanno decimato le popolazioni ittiche preesistenti e si stanno spostando verso i Grandi Laghi, o dei conigli europei in Australia.

E potremmo continuare con numerosi altri esempi di specie invasive.

Minacce del genere non sono sfuggite all’attenzione dei nuclei federali antiterrorismo, ed è già alta l’attenzione per la possibilità che specie invasive vengano usate come armi biologiche, introducendo organismi virulenti in un ambiente naturale con immensi danni fisici ed economici, forse irreversibili.

Perché sarebbe pressoché impossibile difendersi da una simile minaccia.