Da definizione una truffa è un comportamento consistente in artifici o raggiri per indurre altre persone in errore al fine di conseguire illeciti profitti. Probabilmente il termine truffa, deriva dal francese truffe, tartufo, in quanto già nell’antichità il prezioso tubero veniva utilizzato per ingannare ignare e golose vittime. Secondo l’etimologia è anche probabile che l’espressione “tartufo” fosse la stessa di “tubero”, secondo l’accezione di persona poco sveglia o sciocca. Le truffe ben congegnate in circolazione oggi sono a migliaia, perché esistono diversi “pifferai di Hammelin” che trovano terreno fertile tra l’ingenuità della gente.
Tra le ultime ricordiamo quella tristemente famosa dei primi anni 2000 perpetrata da Bernie Madoff, broker considerato di altissimo livello, che si rivelò invece una sorta di vampiro che invece di succhiare sangue succhiava denaro, arrivando a truffare migliaia di investitori piccoli e grandi, tra cui anche amici personali, e che si concluse poi con il suo arresto nel dicembre 2008.
Il metodo utilizzato da questo losco individuo fu il cosiddetto schema Ponzi che consiste nel promettere alti rendimenti agli investitori pagando gli interessi di quelli più vecchi con il denaro portato dai nuovi entrati. In realtà non investendo un dollaro ma accumulando invece un enorme capitale sul proprio conto corrente.
Ma procediamo per gradi. Che cos’è esattamente lo schema Ponzi e come funziona?
Lo schema Ponzi è un modello economico di vendita truffaldino che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime della truffa. La tecnica prende il nome dal ravennate Carlo Ponzi, un immigrato italiano negli Stati Uniti, che divenne famigerato per avere applicato una simile truffa su larga scala nei confronti della comunità di immigrati prima e poi in tutta la nazione.
Ponzi non fu il primo a usare questa tecnica, ma ebbe tanto successo da legarvi il suo nome; con la sua truffa coinvolse infatti 40000 persone. Lo schema Ponzi, essendo un perfetto schema “piramidale”, permette a chi comincia la catena e ai primi coinvolti di ottenere alti ritorni economici a breve termine, ma richiede continuamente nuove vittime disposte a pagare le quote.
I guadagni derivano infatti esclusivamente dalle quote pagate dai nuovi investitori e non da attività produttive o finanziarie. Il sistema è naturalmente destinato a terminare con perdite per la maggior parte dei partecipanti, perché i soldi “investiti” non danno alcuna vera rendita né interesse, essendo semplicemente incamerati dai primi coinvolti nello schema che li useranno inizialmente per rispettare le promesse. Per capire meglio il tutto, facciamo un banale esempio, che per quanto semplicistico rende bene l’idea del sistema truffaldino. Prendiamo in considerazione due investitori, ognuno dei quali investe 1000 euro. Dopo un breve periodo i due vedranno che il loro investimento ha già fruttato 100 euro, ed il loro conto è arrivato quindi a 1100 euro. Uno dei due decide di prelevare subito quel denaro, l’altro invece no, allettato dalla veloce crescita del suo patrimonio. In realtà però dei 1100 euro che vede l’ingordo investitore, ne sono rimasti solo 900 poiché i 1100 euro ritirati dall’altro investitore non sono provenienti da investimenti o rendimenti, ma sono i soldi del secondo investitore che il truffatore ha redistribuito facendo credere ai due di aver avuto un profitto. Questo tipo di truffa funziona perché è praticamente impossibile che tutti gli investitori prelevino nello stesso momento, anzi al contrario è esattamente l’opposto perché quando le persone coinvolte vedono che le cose funzionano generando profitti, inizieranno ad investire ancora più soldi alimentando tutto il meccanismo truffaldino. Alcuni però preleveranno, e la cosa più incredibile è che sono proprio questi ultimi a far funzionare davvero la truffa, poiché le persone che hanno prelevato spargeranno la voce pubblicizzando il tutto ed attirando in continuazione nuovi investitori che vogliono far soldi facili in poco tempo. Questa vecchia truffa, pur essendo inventata più di un secolo fa, continua a funzionare ancora oggi tant’è vero che periodicamente ricompare con le dovute migliorie approfittando anche delle moderne tecnologie. Per fortuna, quasi sempre, a volte forse troppo tardi, viene smascherata. Bernie Madoff ad esempio dopo aver fatto letteralmente volatilizzare 65 miliardi di dollari di investitori creduloni (tra i quali si annoverano anche personaggi famosi e persino banche) venne beccato e condannato a 150 anni di prigione, in altre parole carcere a vita. A Carlo Ponzi invece andò un tantino meglio; venne accusato di frode e di altri 85 reati, e condannato solo ad alcuni anni di carcere. Scontata la pena, Carlo torna prima in Italia, dove cerca di replicare il suo schema stavolta senza successo, poi si trasferisce a Rio, dove muore in povertà nel 1949.
In conclusione del post vorrei porre alla vostra attenzione una preoccupante analogia tra lo schema Ponzi e il sistema INPS.
Nel sistema a ripartizione infatti, le trattenute che voi versate oggi all’INPS servono per pagare sempre oggi chi ha già diritto o è già in pensione. I vostri soldi quindi vanno direttamente a pagare chi è ora in pensione. Ovviamente le vostre trattenute sono registrate e vi garantiranno un diritto futuro ad avere una vostra pensione. Ma come detto è un diritto futuro, e se in futuro si generasse uno squilibrio finanziario (molto probabile visto i tempi che corrono) e non ci saranno i soldi? Affinché il sistema INPS funzioni ci deve essere un equilibrio tra quanto entra e quanto esce, ma attualmente, complice anche la pandemia di Covid-19, le entrate sono inferiori alle uscite e si sta creando un buco che dovrebbe essere colmato dallo Stato. Stiamo per venire truffati?