E’ risaputo che leggere stimola la mente, oltre naturalmente a ridurre lo stress, migliorare le nostre conoscenze, ed espandere il nostro vocabolario. Nonostante tutto oggi si legge sempre meno, perché siamo stati letteralmente fagocitati dai dispositivi digitali che fanno apparire il buon vecchio libro come un esperienza noiosa. Ma lasciate che vi dica una cosa: NON E’ COSI’! Il fattore sensoriale di un libro cartaceo non si batte. Tenere un libro in mano e sfogliarlo è sempre una bella sensazione tattile ed olfattiva, che aggiunge valore e fascino all’opera stessa. Sicuramente molti di voi avranno sentito uscire dalle bocche dei più giovani le seguenti parole: “Cosa leggo a fare il libro, tanto tra un pò ci fanno il film!”. Bene, su questa pensiero permetteteci di obiettare, perché il libro regala ai lettori più dettagli e una maggiore complessità della storia, lasciando spazio alla fantasia dei singoli nel plasmare aspetti dei personaggi e ambienti.

Si tratta di una libertà che non viene concessa in un film, dove volti, scene e dialoghi ci vengono imposti da regista e sceneggiatore. Certo leggere un libro può essere un’operazione molto più complessa e lunga che guardare un film, anche perché il regista, facendo da filtro, snellisce e semplifica il tutto, ma leggere un libro deve anche essere una sfida. Ci sono opere poi, che non hanno mai avuto una trasposizione cinematografica ma che alla lettura risultano coinvolgenti tanto quanto un film, per la rapidità di scrittura e la loro scorrevolezza. Quello che vogliamo cominciare oggi, con questo post, è consigliare a tutti voi delle letture “alternative”, a volte poco conosciute altre divenute invece nel tempo grandi classici, che non devono essere per forza degli interi romanzi ma anche dei semplicissimi racconti brevi. Quello che vi consigliamo oggi rientra proprio in quest’ultima casistica.

Hop-Frog è un racconto breve di Edgar Allan Poe, autore geniale dalla scrittura essenziale, rapida e lampeggiante. Questo poeta e narratore di Boston, ha dovuto subire i riflessi di una reputazione che egli stesso ha contribuito ad avvalorare, girando per i salotti americani in un abbigliamento che ricordava il Corvo (la sua opera più famosa), ed insistendo sulle qualità ispiratrici di droghe ed alcool.

Per questa sua “filosofia”, Poe risulta estraneo al generale clima di ottimismo e di corsa all’esaltazione nazionale così vivi negli Stati Uniti nei primi decenni dell’Ottocento. Egli non ha fiducia nell’uomo, o nelle nozioni generalmente acquisite di uguaglianza, progresso e miglioramento; la sua opera appare come l’altra faccia della medaglia, come la denuncia dell’ottimismo tutto americano. Mentre in quel periodo i vari autori costruiscono le loro storie sull’orizzonte dei grandi spazi del nuovo continente, intorno a leggendari esploratori e a crudelissimi pellerossa, Poe cala invece in atmosfere da incubo, con i suoi pazzi e i suoi fantasmi. Se si escludono Le avventure di Gordon Pym e Il diario di Julius Rodman, che rappresentano un tentativo da parte di Poe di adeguarsi ai gusti del tempo, lo scrittore di Boston rimane assolutamente fedele alle proprie teorie sulla brevità. I suoi racconti, per indicazione dello stesso Poe, si dividono in grotteschi e fantastici, più un gruppetto che potremmo definire polizieschi. Il racconto che vi stiamo consigliando rientra tra quelli grotteschi e fantastici, riprendendo alcuni dei modelli dell’umorismo americano: le estreme esagerazioni, il gioco di parole, la serietà che maschera la burla, fino al pauroso che sfocia nell’orribile. Hop-Frog, uno dei racconti più potenti di Poe, fu a questi suggerito da un fatto di cronaca accaduto alla corte di re Carlo VI di Francia, a cinque cortigiani e allo stesso re travestiti da satiri.

Ma di che cosa parla nello specifico questo racconto? 

Narra la storia di Hop-Frog, nano e zoppo, strappato dalla sua terra insieme all’amica Trippetta dopo una campagna militare per essere inviato in dono al sovrano come buffone di corte. Il povero nano dovrà sopportare nel silenzio mille angherie perpetrate dai nobili del castello fino a quando, in occasione di una festa di corte, decide di mettere in atto la sua ultima buffonata.

Il riassunto che vi ho fatto è volutamente stringato per non togliere alcuna sorpresa al racconto stesso. Quindi siate curiosi, recuperate questo racconto di poche pagine e leggetelo. Accettate il consiglio…per questa volta.

P.S.

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Foto libri in evidenza di Johannes Jansson  sotto licenza  Creative Commons Attribution 2.5 Denmark