Edward Drinker Cope e Othniel Charles Marsh furono due paleontologi statunitensi oggi famosi soprattutto per quella che fu denominata la guerra delle ossa, nota anche come grande corsa dei dinosauri; sostanzialmente si trattò di un periodo di intensa e spietata competizione nella ricerca e scoperta di fossili che portò i due ad effettuare scavi in gran parte dell’America dell’Ovest dal 1877 al 1892.

Inizialmente Cope e Marsh strinsero un legame di amicizia e di rispetto reciproco, ma col passare del tempo il rapporto tra i due andò deteriorandosi fino a tramutarsi in una vera e propria ostilità che si protrasse per dieci anni e che coinvolse nel loro antagonismo, in diverse occasioni, anche i loro aiutanti che arrivarono addirittura a spararsi addosso.

Ma Cope e Marsh non si limitarono a contendersi i fossili nell’ovest americano, fecero anche del loro meglio per rovinare la reputazione professionale dell’altro, fabbricando ossa e crani falsi per ingannare la controparte, e sabotando uno il lavoro dell’altro. Nella fretta di superarsi a vicenda, Cope e Marsh arrivarono anche ad assemblare a caso le ossa delle loro scoperte. Le loro descrizioni di nuove specie, basate sulle loro ricostruzioni, portarono a confusione e malintesi che durarono per decenni dopo la loro morte. Ora non voglio certo perdere tempo a giudicare chi vinse la guerra delle ossa, ma è bene sottolineare che entrambi gli scienziati fecero scoperte di immenso valore scientifico, definendo di fatto l’allora nascente campo della paleontologia.

Come si concluse quindi questa atipica guerra?

Edward Cope morì senza un soldo nel 1897 a Philadelphia, dopo aver scialacquato il patrimonio di famiglia e le sue energie dando battaglia a Marsh. Con i suoi cinquantasei anni era ancora relativamente giovane, ma riuscì a vedere il primo scheletro di Brontosauro assemblato al Peabody Museum di Yale e pubblicò più di millequattrocento relazioni.

Ha al suo attivo la scoperta e la denominazione di oltre mille specie di vertebrati e oltre cinquanta specie di dinosauri. Chiamò uno di questi Anisonchus cophater (cope-hater: letteralmente “che odia Cope”) e spiegò di aver scelto quel nome in onore dei molti intorno a lui che lo odiavano. Donò il suo corpo alla scienza, con le istruzioni che il suo cervello venisse misurato e confrontato con quello di Marsh (all’epoca si riteneva che le dimensioni del cervello determinassero l’intelligenza). Marsh respinse la sfida.

Othniel Marsh morì due anni dopo Cope, solo e amareggiato nella casa che si era fatto costruire. Fu sepolto nel cimitero di Grove Street a New Haven, nel Connecticut. Insieme ai suoi cacciatori di fossili scoprì circa cinquecento diversi esemplari di animali, tra cui un’ottantina di dinosauri a cui diede personalmente il nome.

I fossili raccolti da Cope e Marsh sono esposti nei musei di tutto il mondo.

 

Foto interno Peabody Museum di JERRYE AND ROY KLOTZ MD sotto licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported