Forse non molti di voi ne sono a conoscenza, ma l’Italia ha dato i natali ad uno dei più fantasiosi creatori di avventure, eroi, passioni ed esploratore di terre lontane “a tavolino” che la letteratura a cavallo degli ultimi due secoli ricordi. Stiamo parlando di Emilio Salgari.

Questo autore nelle sue opere, spesso descrive un’India magica e pericolosa, dolce e sanguinaria, tanto suggestiva da far pensare di trovarsi di fronte ad un reporter che abbia avuto la fortuna di visitare di persona quelle terre misteriose. Invece Emilio Salgari viaggiatore, non si è mai spinto oltre Brindisi. La sua India è quindi oltremodo affascinante perché frutto, oltre che di una seria e scrupolosa documentazione su giornali e opere letterarie di fine ottocento, di una straordinaria fantasia. Ma veniamo ora al nostro consiglio di lettura. Il romanzo che vi consigliamo di leggere è Sandokan alla riscossa, probabilmente uno dei romanzi più “movimentati” di Salgari.

Ambientato nella terribile foresta del Borneo, suggestivo scenario per lo svolgersi dell’azione, narra delle imprese di Sandokan, il cui padre è stato barbaramente ucciso anni prima dagli uomini di un avventuriero inglese senza scrupoli che, dopo aver scatenato una violenta sommossa nei territori del Borneo, ne ha preso il comando.

Sfuggito alla morte per un soffio, Sandokan è costretto a vivere nascosto nella foresta, maturando quell’insopprimibile desiderio di vendetta che lo porterà a spingersi fino alla dimora del nemico sfidando ogni sorta di pericolo: i cacciatori di teste, il greco Teotokris (tra l’altro già incontrato in un precedente romanzo), ecc. Come abbiamo già detto, Sandokan alla riscossa è uno dei lavori di Emilio Salgari meglio riusciti; questo per vari motivi, fra cui l’entusiasmante intreccio avventuroso, il notevole impegno narrativo e stilistico, e la caratterizzazione dei protagonisti. Fra questi ultimi, un Sandokan più spietato del solito ma leale e desideroso di giustizia, uno Yanez saggio, calcolatore e imperturbabile anche nei momenti più difficili, un Teotokris decisamente vigliacco, perfido e spietato nel tendere agguati ma pronto a fare marcia indietro quando si tratta di affrontare Sandokan e i suoi in campo aperto. Degni di nota poi, anche Tremal-Naik, cacciatore dalla mira infallibile, il suo servo Kammamuri, e il singolare capo della tribù dei negritos. Resta infine la figura dell’usurpatore, del nemico, che vive sulle sponde di un lago circondato di mistero. E’ un personaggio del tutto evanescente, che agisce nell’ombra. In tutto il romanzo, tra un’azione e l’altra, aleggia la struggente nostalgia di Sandokan e Yanez per l’amata Mompracem, la terra della giovinezza, il “nido dell’aquila” per la cui riconquista si è pronti a qualsiasi eroico sacrificio. Ed è in questo velato ma fortissimo sentimento che sta la validità delle opere salgariane, nate per educare ancor prima che per divertire.

 

Foto foresta del Borneo di Tom sotto licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic