Tra tutti gli spunti di viaggio proposti fino a questo momento, Parigi apparentemente sembrerebbe la più ordinaria, quella maggiormente battuta dal turismo di massa, a differenza di tutti gli altri luoghi che vi ho suggerito.
Ma se visitata in un determinato periodo dell’anno, e se si scelgono attrazioni fuori dal classico circuito turistico, anche questa città può letteralmente trasformarsi e stupirci in modo inconsueto.
Provate a osservarla nel periodo natalizio e vi accorgerete che la magnifica Ville Lumière (città della luce), resa ancora più meravigliosa dalle decorazioni di Natale, terrà fede alla propria fama, oscurando per certi versi tutte le altre capitali.
Vetrine addobbate con decorazioni scintillanti, magiche giostre di Natale al centro di parchi o piazze, piste di pattinaggio, lampioni addobbati con aghi di pino e finestre e cornicioni decorati a festa che trasformano le strade in paesaggi fiabeschi.
Persino la torre Eiffel, illuminata come un albero di Natale futuristico, si trasforma e al primo piano viene installata una pista di pattinaggio.
Ma a far da contraltare a tutto quello detto fin’ora, sotto tutte queste luci, ecco estendersi chilometri e chilometri di cupe catacombe, in cui il caleidoscopio di luminarie natalizie sparisce, scivolando progressivamente nell’oscurità fin quando viene inghiottito dalle tenebre.
Un tempo queste catacombe erano vecchie cave (conosciute come les carrières de Paris) che sorgevano alla periferia della città.
Ubicate a una profondità di diverse decine di metri, si estendevano per oltre trecento chilometri fra tunnel e imponenti sale.
Poi, nel corso dei secoli, Parigi si era diffusa come un cancro, estendendo sempre di più i propri confini, fino ad arrivare a coprire una buona metà di quell’antico dedalo di miniere.
Quindi, nel XVIII secolo, i sovraffollati cimiteri al centro della capitale francese furono chiusi e milioni di scheletri furono letteralmente gettati senza tante cerimonie nelle cave sotterranee, per poi essere smontati e accatastati come ceppi di legna.
La leggenda vuole che in quei cunicoli furono interrati e perduti i resti d’importanti personaggi francesi; dai re merovingi ad alcuni protagonisti della Rivoluzione francese, come Robespierre e Maria Antonietta.
Laggiù ancora oggi possiamo trovare profonde nicchie stipate di vecchie ossa umane, scurite e ingiallite come antiche pergamene, o scheletri scomposti e divisi per tipo d’osso, come se fossero stati inventariati da un contabile morboso.
In alcune nicchie possiamo trovare pile di braccia, delicatamente posate l’una sopra l’altra, e altre invece sono piene di casse toraciche.
E poi le più macabre: interi muri di teschi che fissano i tunnel, sfidando chiunque a transitare davanti alle loro orbite vuote.
Esiste addirittura un trono realizzato con ossa ingiallite composto da una seduta di gabbie toraciche, uno schienale di femori, e teschi usati come braccioli.
Oggi quelle catacombe sembrano essere diventate una cattedrale silenziosa, un luogo pervaso da un senso di sacralità e rettitudine.
Il caos della superficie non riesce ad arrivare a quelle profondità, così nelle catacombe regna un silenzio grave.
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